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30/12/2012 10:33:22

Sarà restaurato il sito della Madonna dell'Alto di Mazara del Vallo

 L’Assessorato regionale ai Beni Culturali ed Identità Siciliana ha pubblicato il bando di gara (la scadenza è fissata per il prossimo 18 gennaio 2013) per il restauro interno ed esterno del sito. Progettista dei lavori e responsabile unico del procedimento è l’architetto mazarese Gaspare Bianco, funzionario della Soprintendenza.
Soddisfazione viene espressa dal Sindaco di Mazara del Vallo on. Nicola Cristaldi. “Il restauro della Madonna dell’Alto – dichiara il primo cittadino – è un ulteriore tassello dell’azione di rilancio culturale della nostra Città che vede impegnati su più fronti, ma sinergicamente, diversi attori istituzionali, tra i quali Comune e Soprintendenza”.
L’importo dei lavori soggetti a ribasso è di € 222.306,31. I lavori dovranno concludersi entro un anno dalla consegna alla ditta aggiudicataria.
Il bando integrale è pubblicato nella sezione "Pubblicazioni On Line/Bandi e Avvisi" del sito internet comunale www.comune.mazaradelvallo.tp.it


BREVI NOTIZIE SUL SULLA CHIESA: La chiesa della Madonna delle Giummare, chiamata anche Madonna dell'Alto, è una chiesa arabo-normanna di Mazara del Vallo. La chiesa venne costruita nell'XI secolo per volere della moglie di Ruggero I d'Altavilla, Giuditta d'Evreux, nello stesso luogo dove era presente una torre di avvistamento ed è detta delle Giummare per il tipo di palma nana, detta giummara, che cresce spontaneamente nella zona. La chiesa subì diverse modificazioni nei secoli, fino a divenire (dal 1568 al 1810) abbazia dell'Ordine di Malta[1], ma conserva tuttora molte delle caratteristiche originarie come la facciata, che presenta un protiro sulla cui parete sinistra si aprono due archi a sesto acuto, e il portale del XIV secolo. All'interno della chiesa, sono state rinvenute in due nicchie laterali delle tracce di affreschi bizantini raffiguranti San Basilio e San Giovanni Crisostomo. Sull'altare maggiore è collocata la statua marmorea della Madonna col bambino, opera di Giacomo Castagnola del 1575 (fonte iluoghidelcuore.it).