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04/01/2013 05:46:55

Verso le elezioni. Oggi si riunisce la direzione regionale del Pd. Crocetta prepara il "Megafono"

 Ma la direzione regionale del Pd convocata dal segretario Giuseppe Lupo, potrebbe approvare un documento per chiedere alla segreteria nazionale di non «colonizzare» le liste siciliane, calando dall’alto candidature esterne. Si parla di 3 capilista e 8 tra deputati e senatori. Nella passata legislatura gli «estranei» erano sei. Ciò consentirebbe ai più votati alle primarie di domenica scorsa di essere collocati in posizione sicura e di staccare il biglietto per Roma.
Nelle scorse elezioni, il Partito Democratico ottenne 7 seggi al Senato, 7 seggi nella circoscrizione Sicilia orientale per la Camera dei deputati e 7 seggi nella circoscrizione per la Sicilia occidentale.
Nel 2008, però, il premio di maggioranza fu appannaggio del centrodestra; il prossimo 24 e 25 febbraio potrebbe essere la coalizione Pd-Sel ad ottenere il 55% dei seggi di Montecitorio, come prevede il Porcellum, mentre rimane un rebus la partita per il Senato dove il premio di maggioranza viene attribuito su base regionale.
L’esito delle primarie, tranne che in provincia di Palermo, non ha riservato particolari sorprese. Laddove c’erano sono stati confermati gli uscenti e, comunque,le donne si sono fatte spazio. A Palermo, invece, non saranno della partita gli uscenti Sergio D’Antoni e Tonino Russo. Tra gli esclusi eccellenti anche Bernardo Mattarella e l’ex deputato regionale Pino Apprendi. A Caltanissetta, Daniela Cardinale ha confermato di avere chiesto l’intervento dei carabinieri di Gela dove, secondo informazioni ricevute, c’era in atto un tentativo di manipolare alcuni verbali per sovvertire il risultato che la vedeva vincente, a beneficio di Lillo Speziale.
L’ex capogruppo del Pd all’Ars, Antonello Cracolici, ha piazzato due suoi fedelissimi tra i più votati: Magda Culotta, sindaco di Insello, e Francesco Ribaudo,
sindaco di Marineo. Una sorta di rivincita dopo che alcune correnti del Pd avevano impedito a Cracolici di occupare la poltrona di vice presidente vicario dell’Ars o quella di presidente della commissione Bilancio.

Sul tavolo di Bersani c'è anche una richiesta forte, che viene dalle isole minori siciliane, di avere un loro rappresentante in Parlamento, individuato nell'ex Sindaco di Pantelleria, Salvatore Gino Gabriele. Per lui si stanno mobilitando in tanti, con una petizione rivolta direttamente dal segretario del Pd, e che ha come primi firmatari i Sindaci di Favignana, Lampedusa, Ustica, e tanti altri amministratori siciliani, giornalisti, esponenti del mondo dell'università e parlamentari.

Per la formazione delle liste è previsto un calcolo complicatissimo. La direzione nazionale ha riservato alle donne il 33% dei seggi. Se il centrosinistra dovesse vincere le elezioni politiche, il Pd potrebbe eleggere in Sicilia 31-32 parlamentari tra Camera e Senato. E per ottenere questo risultato, diventa più che mai strategica l’alleanza con le liste del Pd e di Sel, del movimento del presidente della Regione, Rosario Crocetta, «il Megafono» che alle elezioni regionali ha ottenuto il 6% dei consensi. Lista che vedrà la presenza del senatore Beppe Lumia che, dopo avere ottenuto la deroga, avendo superato i quindici anni di attività parlamentare, non ha partecipato alle primarie per candidarsi con il movimento crocettiano. Che Lumia possa esserne il capolista, però sembra alquanto difficile. Verosimilmente, sarà lo stesso Crocetta a trainare la sua «creatura». 

TUTTE LE GRANE APERTE DEL PD.  Il ricorso di Alessandra Siragusa si concentra sul dato elettorale del comune di Godrano, piccolo paese nel bosco di Ficuzza dove avrebbero votato 250 elettori del Pd su 1150 abitanti complessivi “compresi i minori” ha scritto la Siragusa nel ricorso girato alla commissione regionale di garanzia del partito. A Godrano, a “vincere” l’esame delle urne è stato il candidato Francesco Ribaudo, vera sorpresa insieme a Magda Culotta della consultazione degli elettori Pd nella tornata del 30 dicembre scorso.

Una contestazione quella della deputata uscente Alessandra Siragusa che è legata, evidentemente, al posizionamento in lista. A parte l’alternanza di genere in lista che dovrà garantirà posti sia agli uomini che alle donne, la Siragusa, giunta quinta nella consultazione palermitana rischia di “sprofondare” ulteriormente in settima o ottava posizione per le voci sempre più fondate di inserire come capolista alla Camera nella circoscrizione Sicilia Occidentale, il candidato Davide Zoggia, responsabile enti locali del Pd e componente della segreteria nazionale. Un posto sicuro per un uomo che in Sicilia ha seguito tutta la vasta e intricata materia della composizione delle liste per le regionali. C’è poi il caso Caltanissetta: Lillo Speziale, già deputato regionale per un numero di legislature “imbarazzanti”, aveva ricevuto assicurazioni dal partito. Nessuna candidatura alle regionali e un posto sicuro per le nazionali. A Caltanissetta a guidare la “graduatoria” dei candidati c’è la figlia d’arte Daniela Cardinale contro la quale Speziale ha presentato ricorso. Lei, la Cardinale, si difende: “Non mi fa paura. I militari li ho mandati io (i carabinieri inviati in uno dei seggi di Caltanissetta la notte dello spoglio, ndr), volevano riaprire un verbale, non si può. Stavamo già festeggiando quando degli amici mi hanno allertato, ho fatto denuncia. Lui (Lillo Speziale) si riferisce a presunte irregolarità in un altro seggio di Gela“.

Il rischio che paventa Speziale è che per la città di Caltanissetta possa essere inserito in lista solo un “vincente” escludendolo di fatto dalla competizione elettorale di febbraio. A questi timori si aggiunge, una certezza: nessuno dei big vuole confrontarsi con il voto per il Senato. Lì, la macchina da guerra del centrodestra sta organizzando liste e listini di supporto ai partiti principali per beneficiare del premio di maggioranza che quindi mette a rischio le poltrone dei senatori Pd.

A Messina, l’altra grana di esclusivo carattere politico si è scatenata contro l’azionista di maggioranza del partito democratico dello Stretto: i voti ottenuti da Francantonio Genovese, il più votato in Italia e il numero di elettori che hanno votato per le primarie in provincia di Messina, “insospettiscono” gli altri candidati, risultati esclusi che parlano addirittura di “controllo del voto”, di condizione blindata e di un rinnovamento del Pd messinese ormai irrinunciabile.

Malumori, poi, nel partito siciliano che domani dovrebbe convocare la direzione regionale per il probabile inserimento in lista, in quota socialista, del senatore Carlo Vizzini. Irrecuperabile invece sembra la posizione di Sergio D’Antoni pesantemente bocciato dall’elettorato palermitano. Recuperare l’ex segretario nazionale della Cisl (il sindacato che a livello nazionale pare stia spostandosi sulle posizioni del premier candidato Mario Monti, indebolendo la forza elettorale del segretario regionale del Pd, Giuseppe Lupo e dello stesso D’Antoni), significherebbe riaprire i giochi anche per altri due “trombati” eccellenti: Tonino Russo, ex segretario regionale del Pd e deputato uscente e Bernardo Mattarella, già deputato regionale che ha scelto la corsa per le nazionali, uscendo sconfitto già alle primarie.