I risultati sul territorio però non sono apprezzabili: le segnalazioni di aggressioni o scampati attacchi di branchi di cani randagi, subite da cittadini, si susseguono con inquietante regolarità. Intanto la spesa resta costante nel tempo perché in mancanza di un canile municipale l’Ente appalta all’esterno sia le catture che i ricoveri.
UN POZZO SENZA FONDO – Le risorse comunali ammontano, soldo più soldo meno, a 240 mila euro l’anno. Danari che, attraverso gare pubbliche, finiscono sempre allo stesso vincitore: la ditta ‘Ri. Ca. Ra.’ di Caltanissetta. L’azienda nissena, “una delle poche del meridione – dice al Qds il dirigente mazarese della Polizia municipale, Claudio Zummo – ad avere tutte le carte in regola” non ha praticamente concorrenza in materia. Il vero problema non è però l’assenza di ‘competitors’, ma come vengono impiegate le esigue risorse.
GARA NUOVA, DISSERVIZI VECCHI - L’appalto, infatti, per l’ennesima volta è stato assegnato, ma non prevede quello che potrebbe far scrivere la parola fine al fenomeno dell’aggressività dei randagi e dei branchi in cui si riuniscono: la sterilizzazione. Studi scientifici hanno già dimostrato che la tendenza a riunirsi in branco, cosa che ne aumenta l’aggressività, è dovuta alla presenza di cagne in fase fertile. La competizione tra i maschi per accoppiarsi con le compagne, in pratica, innesca la costituzione del branco, incentivando situazioni che possono diventare pericolose, poiché aumenta la combattività dei cani stessi. Unico rimedio suggerito dagli esperti, per controllare tale fenomeno, è quello di sterilizzare i quadrupedi per poi restituirli al territorio d’origine, entro massimo 60 giorni
Alessandro Accardo Palumbo - Quotidiano di Sicilia