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18/01/2013 05:22:34

Nuova chiusura in vista per l'aeroporto di Trapani - Birgi?

In queste ore gli stati maggiori della Difesa sono impegnati nella definizione delle pianificazioni operative relative al contributo logistico che l’Italia fornirà alla Francia. Oltre ad assicurare collegamenti aerei e rifornimenti in volo, si ipotizza anche la messa a disposizione di droni e di alcune basi aeree.

Tra gli aeroporti militari, quello di Trapani sembra essere la soluzione più probabile. In pratica potrebbe essere replicata l’esperienza già vissuta nel 2011, in occasione della missione multinazionale in Libia. Gli altri scali che potrebbero essere utilizzati sono quelli di Gioia del Colle (Bari), Brindisi o Amendola (Foggia).

La preoccupazione per Birgi è concreta.  Da qualche tempo l’attività militare all’interno dell’aerostazione di Birgi si è intensificata. Il giornalista Antonio Mazzeo ha raccontato di  missioni top secret degli aerei senza pilota delle forze armate USA schierati nella stazione aeronave di Sigonella (Global Hawk, Predator e Reaper). Con l’emissione di specifiche notificazioni ai piloti di aeromobili (Notam) in transito nello scalo trapanese, è stato imposto, prima sino al 28 novembre 2012, poi in proroga fino al 25 febbraio 2013, la sospensione delle procedure strumentali standard nelle fasi di accesso, partenza e arrivo degli aerei. I Notam specificano che le sospensioni sono dovute all’attività degli “Unmanned Aircraft”, i famigerati droni utilizzati per le operazioni di spionaggio, la guida di attacchi aerei ed il lancio di bombe e missili teleguidati.
Tutto ciò, a seguito dell’esplosione del conflitto in Siria, delle nuove tensioni interne in Libia e nel Corno d’Africa che hanno comportato l’intensificazione delle missioni e dei raid di velivoli a guida remota da parte dell’US Air Force e dell’US Navy. Inoltre è tornato ad essere operativo il 18° Gruppo Caccia dell’Aeronautica militare a Trapani-Birgi che, conclusasi la consegna di otto velivoli Eurofighter Typhoon, potrà operare 24 ore su 24 nel servizio di sorveglianza dello spazio aereo nazionale e NATO e rispondere prontamente alle “più impegnative attività di mantenimento della sicurezza nel bacino del Mediterraneo”.

La guerra in Libia ha comportato per un lungo periodo lo stop del traffico aereo civile con effetti devastanti sull’economia e l’occupazione di parte della Sicilia occidentale.