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20/01/2013 05:45:58

Birgi si ferma. Anzi, no. Gran confusione sui cieli di Trapani

 E' stato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Antonio Catricalà ad affermare che la base militare non è coinvolta con l' impegno dell' Italia nelle vicende del Mali e che non si replicherà quanto accaduto in occasione della crisi Libica che portò ad una chiusura dello scalo civile. La notizia di un possibile impiego della base aveva già fatto nascere una ondata di proteste da parte degli operatori trapanesi, in particolare quelli del settore turistico. 

L'Italia è schierata al fianco dell’esercito francese impegnato da alcuni giorni in un intervento militare in Mali per bloccare l’avanzata delle milizie islamiste che vogliono imporre la sharia in una vasta area dell’Africa occidentale.

In queste ore gli stati maggiori della Difesa sono impegnati nella definizione delle pianificazioni operative relative al contributo logistico che l’Italia fornirà alla Francia. Oltre ad assicurare collegamenti aerei e rifornimenti in volo, si ipotizza anche la messa a disposizione di droni e di alcune basi aeree.

Gli altri scali che potrebbero essere utilizzati sono quelli di Gioia del Colle (Bari), Brindisi o Amendola (Foggia).

A confermare che l’attività dello scalo civile di Trapani - Birgi non è a rischio in caso di utilizzo della vicina base militare è anche il senatore Antonio D’Alì  Il probabile supporto logistico che il Governo darà alla Francia per le operazioni militari in Mali, nel caso in cui possa vedere il coinvolgimento della base di Birgi, non intralcerà affatto l’operatività dell’aeroporto “Vincenzo Florio”. “Non è previsto alcun fermo dei voli civili all’aeroporto “Vincenzo Florio”, né alcuna modifica della operatività degli stessi in relazione alle attività della base militare di Birgi” ha infatti annunciato il senatore D’Alì.

Nel marzo 2011  in occasione della crisi libica, l’aeroporto civile (che nel corso degli anni come noto ha raggiunto dati notevoli per quanto riguarda il traffico passeggeri verso le tante rotte predisposte da “Ryaianr”) è stato completamente chiuso, molti voli vennero soppressi ed altri furono dirottati sull’aeroporto “Falcone e Borsellino” di Palermo.

A Trapani, dove sono divenuti pienamente operativi da meno di una paio di mesi i cacciabombardieri Eurofighter del 37° Stormo dell’Aeronautica militare italiana, l’Alleanza Atlantica potrà schierare per la “sorveglianza integrata” del Mediterraneo e del nord Africa uno o due aerei radar E-3A “Awacs”. Dalla seconda metà degli anni ‘80, lo scalo siciliano è una delle basi operative avanzate “Awacs” nell’ambito del programma multinazionale NATO Airborne Early Warning Force il cui comando generale è ospitato a Geilenkirchen (Germania). I velivoli, oltre a ricercare ed identificare gli obiettivi da colpire, hanno una rilevanza strategica nella conduzione delle operazioni di attacco aereo.