Al processo si doveva stabilire se una bimba partorita nell’aprile 2005 all’ospedale «Bernardo Nagar » di Pantelleria fosse nata già morta, oppure fosse spirata dopo essere venuta alla luce per responsabilità di qualcuno dei medici allora in servizio.
A conclusione di un processo durato circa tre anni, il giudice ha condannato due medici: il primario Mario Catalano e Antonina Mecca, rispettivamente difesi dagli avvocati Chiara Bonafede e Scavuzzo. Assolte invece, come chiesto dallo stesso pm, Antonio Geraci, Agostina Di Gesù e l’ostetrica Maria Rosa Patanè. Per quest’ultima, in particolare, il pm aveva invocato l’assoluzione dopo la documentazione prodotta dall’avvocato Gaetano Di Bartolo. Catalano e Mecca sono stati, inoltre, condannati a pagare, a titolo provvisionale, un risarcimento danni di 50 mila euro a ciascuno dei genitori della bimba morta, costituitisi parte civile. Nonché a 4600 euro di spese legali (sempre per ciascun genitore). Nel corso del processo, la madre della bambina deceduta ha raccontato le fasi della gestazione, i controlli, l’arrivo in ospedale, i giorni di ricovero e infine lo sfortunato epilogo.
OMICIDIO AZZARO. Anche in Appello è stata chiesta la condanna per l'imputato Giuseppe La Grutta, accusato dell'omicidio, avvenuto a Marzo del 2011, di Aldo Azzaro. In primo grado il Gup aveva condannato La Grutta a 15 anni di reclusione. L'imputato è difeso dagli avvocati Tranchida e Paladino. A 32 anni, Azzaro è stato freddato da un colpo di arma da fuoco che lo ha raggiunto all'addome, in Contrada Cozzaro, a Marsala, a pochi passi dall'abitazione della sua compagna. L'imputato non solo è reo confeso, ma all'epoca dei fatti aiutò anche gli inquirenti a ritrovare l'arma da fuoco. Attualmente La Grutta è ristretto presso il carcere Pagliarelli di Palermo. All'udienza ha partecipato anche Beatrice Giacalone, vedova di Azzaro, assistita dall'avvocato Vito Cimiotta, e anche i genitori e la sorella della vittima, tutti costituiti parti civili. I legali di La Grutta contano su una riduzione della pena perchè sostengoo che al loro assistito vada riconosciuta l'attenuante della provocazione. La sentenza è attesa il 5 Febbraio.