La struttura, fino ad alcuni anni fa, era sede del palazzo di Città, ora non più. Ancora oggi, però, ospita diversi uffici comunali: al 1° piano si ricevono i fruitori dei servizi legati alla ‘solidarietà sociale’; al 3° piano vi è la sede e gli uffici in cui lavorano gli addetti della presidenza del Consiglio comunale. Gli uffici posti in questa struttura sono una barbara negazione dei diritti alla libera mobilità ed accesso dei disabili poiché rappresentano il regno incontrastato delle barriere architettoniche. Un’imponente e ripida rampa di scale rende, infatti, impossibile l’accesso dall’ingresso principale a coloro i quali hanno problemi di deambulazione. E porre un settore delicato come quello della solidarietà sociale, in un immobile con tali barriere, e senza alcun montascale in servizio, è semplicemente incivile. Una situazione questa che si protrae da parecchi anni e che ha dell’incredibile. L’obbrobrio, che si staglia sulla splendida piazza della Repubblica, è una ferita sempre aperta per la sua oggettiva bruttezza ma soprattutto per la sua assoluta mancanza di funzionalità. Il personale che lavora al suo interno, ed il pubblico, dovranno aspettare i lavori di ristrutturazione dell’immobile: è questo, infatti, il motivo che – da tre anni – giustificherebbe la mancata riparazione dell’ascensore. Non sarebbe il caso di spendere soldi per un palazzo che sarà ristrutturato a breve, dicono alcuni dipendenti interpellati in merito. La procedura amministrativa per avviare i lavori del ‘palazzaccio’ è iniziata da qualche settimana, ma ciò non può giustificare lo stato in cui si tiene un ufficio che deve fornire servizi anche alle categorie sociali più deboli.
Alessandro Accardo Palumbo