Alla data del 31 dicembre 2012 l'intero compartimento marittimo siciliano ha contato 2.949 battelli, al 31 dicembre del 2011 erano 3.035, 1.200 sono stati invece i posti di lavoro persi nell'intera filiera ittica. La flotta peschereccia più grande in Sicilia risulta ancora Mazara del Vallo con 244 natanti di cui 123 con licenza di pesca a strascico. I dati dimostrano come la grave crisi del settore a livello regionale sia trainata da Mazara dove negli ultimi anni si è assistito al dimezzamento della flotta e alla perdita di un migliaio di posti di lavoro.
«Necessita - ha sottolineato l'ing. Giuseppe Pernice, coordinatore dell'Osservatorio- invertire la rotta tracciata dalla politica dell'Ue in materia di pesca, bloccare le demolizioni e lo smantellamento della flotta siciliana in atto dal 1991. Il fatto anomalo, oltre che grave è evidenziato dalla attuale misura delle demolizioni che ha interessato pescherecci relativamente giovani. Ciò è indice significativo della mortalità del comparto peschereccio e si riflette su tutto l'indotto e sulla filiera ittica. Altra questione è quella della presenza di "zone economiche esclusive" istituite unilateralmente da Paesi rivieraschi, ciò potrebbe essere accettato soltanto a patto che le marinerie di queste Nazioni, impegnate negli stessi areali dei pescatori siciliani, condividano le stesse regole comunitarie».