Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
15/02/2013 05:15:22

Estorsione: a giudizio l'imprenditore Cefalù. Scandalo delle patenti false, si va verso il processo

L' accusa per Cefalù è quella di estorsione perpetrata nei confronti degli ex dipendenti della ditta C&C Group con sede in Paceco.
I lavoratori dietro la minaccia del licenziamento sarebbero stati costretti ad accettare un trattamento economico inferiore rispetto a quello previsto contrattualmente ed a firmare quietanze per importi inferiori rispetto a quelli effettivamente percepiti.
Nel 2008 i lavoratori, in tutto 10, sporgevano querela nei confronti del datore di lavoro, che ieri è stato rinviato a giudizio dinnanzi il Tribunale di Marsala.
Cefalù è difeso dall Avv. Salvatore Galluffo del foro di Trapani, mentre tutti i lavoratori, costituitisi parte civile, sono assistiti dagli avvocati Stefano Venuti e Vito Cimiotta.
 

DROGA. Dodici campobellesi sono stati rinviati a giudizio, per detenzione e spaccio di droga, dal giudice delle udienze preliminari di Marsala Francesco Parrinello.

Il processo a loro carico verrà avviato il 7 aprile davanti a giudice monocratico di Castelvetrano. Alla sbarra, Massimo Pellicane, di 32 anni, Cosimo Ferro, di 24, Antonella Bonsignore, di 32, Rosario Marchesino di 33, Pietro Ingrasciotta, di 28, Michele Cucuzza, di 34, Francesco Manzo, di 26, Leonardo Salvatore Errante, di 31, Maurizio Genco, di 41, Caterina Ferro, di 30, Mohamed Maddouri, di 24, e Davide Bono, di 24. A difendere gli imputati sono gli avvocati Giuseppe Pantaleo, Massimo Mattozzi e Vincenzo Bonanno. A condurre l'indagine sfociata nel processo sono stati i carabinieri, che hanno raccolto una notevole mole di prove soprattutto grazie alle intercettazioni telefoniche e ambientali. Nella prima fase del lavoro investigativo, a metà settembre 2007, quattro dei rinviati a giudizio furono arrestati mentre stavano confezionando in dosi marijuana e hashish.
In manette finirono, Massimo Pellicane, proprietario dell'abitazione in cui i carabinieri fecero irruzione, Cosimo Ferro, Antonella Bonsignore e Mohamed Maddouri. Complessivamente, allora, furono sequestrati 220 grammi di marijuana e 29 grammi di hashish.

PATENTI FALSE.Antonino Passavanti, presidente della Commissione medica locale, e il collega Elio Mendola, componente dello stesso organismo, sono stati rinviati a giudizio dal Gup Massimo Corleo, con l'accusa di falsità materiale in atto pubblico.L'apertura del processo è prevista per il prossimo 8 aprile. Il dibattimento sarà presieduto dal giudice Franco Messina. Gli imputati saranno assistiti dagli avv. Michele Cavarretta ed Elio De Felice del Foro di Trapani.  Il procedimento scaturisce da un esposto. Passavanti è accusato di avere alterato il certificato di conferma di validità della patente di guida rilasciato al figlio di un amico, Giuseppe Manca, anch'egli rinviato a giudizio. All'esito della visita, la commissione aveva deciso di concedere il rinnovo per un periodo limitato indicato in cinque anni. Secondo gli inquirenti, 24 ore dopo, Antonino Passavanti, su sollecitazione dell'amico, avrebbe provveduto a modificare il certificato eliminando la prescrizione di validità della patente per il termine indicato ed aggiungendo a mano la dicitura "sino alla scadenza naturale". Il documento sarebbe stato sottoscritto, qualche giorno dopo, anche dal dottore Elio Mendola. La modifica sarebbe avvenuta senza l'indicazione della data effettiva di apposizione, lasciando intendere che fosse stata effettuata lo stesso giorno della visita. 

GAMMICCHIA. Nuovo colpo di scena nel processo a carico di Vincenzo Gammicchia, trapanese sotto processo per rapina.  Il giovane pregiudicato è accusato di avere derubato una donna. Gammicchia fu individuato dalla polizia grazie alla descrizione fornita dalla vittima. Dopo l'arresto il giovane fu condotto in Questura e sottoposto a ricognizione. Ebbene, nell'ultima udienza, l'avvocato Salvatore Galluffo, difensore dell'imputato, ha chiamato a deporre i due figuranti impiegati dalla polizia per fare l'identikit dell'imputato.  Il legale ha rilevato le evidenti diversità tra il suo assistito ed i due testi mettendo in dubbio l'attendibilità dell'accertamento. Gammicchia, nella precedente udienza, aveva anche riferito di essere stato picchiato dalla polizia e ha sostenuto che quand'è avvenuta la rapina si trovava altrove.  Il processo proseguirà il 20 febbraio. 

RAPINA.  Il Tribunale di Marsala ha assolto Salvatore La Barbera dall'accusa di essere uno degli autori della rapina commessa, il 4 aprile 2002, ai danni Banco di Sicilia di Partanna. Il pm aveva chiesto 5 anni di carcere. L'indagine che aveva condotto La Barbera sul banco degli imputati era stata svolta dai carabinieri.