La differenza in percentuali di voti tra il centrosinistra e il centrodestra é di un punto percentuale circa sia alla Camera che al Senato. Il popolo elettorale si é espresso dando più o meno gli stessi consensi al centrosinistra e al centrodestra. Nonostante ciò il primo si trova un patrimonio di seggi alla Camera, che gli assicurerebbe l'approvazione di qualsiasi provvedimento, se ci fosse una sola Camera. Invece, quasi tutti i provvedimenti devono passare la Senato, e qua casca l'asino. Al Senato, il centrosinistra con i suoi 120 senatori circa non ha maggioranza e per ottenerla dovrebbe accordarsi o con il centrodestra o con il M5S. L'accordo non é semplice. Con il centrodestra sarebbe un inciucio alla grande, di proporzioni mai viste, e non penso che possa realizzarsi. Nemmeno mi sembra ipotizzabile un accordo stabile con i grillini. Il centro di Monti Casini e Fini non fa raggiungere alcuna maggioranza.
Le ipotesi sul futuro sono poco tranquillizzanti. Nel bicameralismo italiano non si può governare senza avere la maggioranza nelle due Camere. Ora si tocca con mano quanto sia stata imprevidente la scelta di non modificare l'architettura dello Stato, da quando - finita l'egemonia democristiana - si capì che diventava sempre più difficile governare. A ciò si aggiunga che i poteri del Governo sono molto limitati, per l'antico timore che possa tornare a presiederlo un dittatore. Questo timore aveva un senso nell'immediato dopoguerra, quando ancora forti erano i partiti - PNM e MSI - che si ispiravano alla monarchia e al fascismo. Non ha avuto in seguito un senso, eppure il sistema costituzionale é rimasto immutato. Nemmeno si é mutata la Repubblica da parlamentare in presidenziale, come pure si parlò di fare una ventina d'anni fa.
I nostri politici, di tutte le risme, trovarono comodo continuare con le obsolete strutture, che tanto gli davano in termini di clientele, consensi, privilegi e possibilità di cooptare i dirigenti, al di fuori di ogni filtro meritocratico.
Il risultato dell'imprevidenza dei nostri politici é quest'esito elettorale, che peggio non poteva essere. Il mondo di oggi richiede decisioni pronte e sicure. Chi tentenna o sbaglia é fregato. E noi ci troviamo con un nuovo Parlamento che non potrà legiferare su alcuna importante questione per i veti incrociati tra Montecitorio e Palazzo Madama.
E' possibile che sia il presidente della Repubblica, con uno dei suoi pochi poteri - a risolvere il dramma. Come un deus ex machina, constatata l'impossibilità di governare, può sciogliere di nuovo le Camere. La ma soluzione può essere efficace se prima questi malandrini neo eletti approvassero almeno una nuova legge elettorale, più semplice e più rispettosa della volontà popolare. Meno porca e più democratica.
Leonardo Agate