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27/02/2013 05:45:22

Processo Campus Belli, Linares: "Non ho fatto indagini su Caravà". Usura: continua il processo a Rallo e Biondo

14,35 - I rapporti e il ruolo degli imputati Bonafede, Luppino e La Rosa sono al centro delle domande del Pm. Marzia Sabella.

 

Linares: "Sono emersi rapporti tra Franco Luppino, Leonardo Bonafede e Cataldo La Rosa. Il ruolo di La Rosa Cataldo emerge in delle intercettazioni preliminari a due incontri. Il primo  avvenne il giorno 7/8/2008 presso l'abitazione del Bonafede. Il secondo incontro il 9/8/2008. Le motivazioni di queste riunioni le desumiamo dal contenuto delle intercettazioni ambientali precedenti questi incontri".  

14.25 - Linares: "Leonardo Bonafede era uno dei soggetti al vertice di Cosa Nostra a Campobello di Mazara assieme a Nunzio Spezia. Vi era una sentenza della corte d'Assise di Trapani che condannava Bonafede a 12 anni di carcere. Accanto a Bonafede vi era anche Luppino Franco arrestato per un duplice omicidio comesso nell'84".

11.45 - Processo Caravà - Sta per iniziare l'esame dell'ex capo della squadra Mobile di Trapani Giuseppe Linares.

Doppietta giudiziaria per l'ex Sindaco di Campobello, Ciro Caravà, che ieri ha avuto a Marsala il processo dove è imputato per concussione insieme ad altri due ex consiglieri comunali, e oggi torna in aula, sempre da imputato (lui preferisce dire "da ostaggio dello Stato"), per il processo "Campus Belli", quello dove è imputato per mafia.

Sono 188 le conversazioni intercettate in fase d'indagine la cui ammissione al dibattimento è stata chiesta dal pm Pierangelo Padova.
Alla sbarra ci sono sette delle undici persone che vennero arrestate il 16 dicembre 2011. Nella prima udienza Caravà ha chiesto di rendere dichiarazioni spontanee. «Sono sequestrato da 13 mesi e 13 giorni» ha detto, subito stoppato e redarguito dal presidente Gioacchino Natoli («Nella Repubblica italiana non ci sono sequestrati»).
All'ex primo cittadino la parola è stata ridata a fine udienza. Caravà, scusandosi per l'iniziale sfogo, ha dichiarato: «Non ho ancora avuto la possibilità di essere interrogato dal pm sulle gravi e inverosimili accuse che mi vengono mosse. Sono innocente. Da sindaco, sono sempre stato contro la mafia e il malaffare». Affermazioni che il presidente Natoli ha, poi, definito «generiche proteste».
Poco prima, il pm Padova aveva chiesto l'ammissione di altre fonti di prova: cinque risultanze di attività di osservazione e pedinamento (incontri e frequentazioni degli imputati), sette sentenze definitive, altre di primo grado e naturalmente le testimonianze di diversi investigatori. L'ammissione di testimonianze e documenti è stata invocata anche dagli avvocati difensori (Antonella Moceri, Giuseppe Pantaleo, Giuseppe Parrinello, Marco Manno, etc.).
Oggi  si comincerà con i primi testi dell'accusa, l'ex capo della Squadra mobile di Trapani Giuseppe Linares e il colonnello dei carabinieri Jacopo Mannucci Benincasa. Imputati, oltre a Caravà, sono l'anziano boss campobellese Leonardo Bonafede, Cataldo La Rosa (per il quale l'avvocato Moceri ha chiesto la scarcerazione o il ricovero in ospedale), Simone Mangiaracina, Gaspare Lipari, Antonino Moceri e Antonio Tancredi.
Gli ultimi due sono accusati di concorso esterno e intestazione fittizia di beni. Secondo gli investigatori fornirono «consapevolmente» alla locale famiglia mafiosa un contributo all'infiltrazione nel settore dell'olivicoltura.

"Le accuse per cui sono imputato in questo processo sono assolutamente inverosimili e prive di fondamento - ha dichiarato Caravà -. Non hanno nessuna specificità e sono del tutto generiche. Mi trovo in questa condizione umanamente inaccettabile, perchè il sottoscritto ha sempre combattutto la mafia e si è battuto sempre per la legalità". 

RALLO E BIONDO. 130% di interessi su un prestito di 12.000 euro. E' quanto dichiarano i testimoni dell'accusa nel processo che vede imputati a Marsala  Mario Rallo e il genero Francesco Biondo. Nell'ultima udienza il tribunale, presieduto da Gioacchino Natoli e con giudici a latere Robero Riggio e Sara Quittino ha disposto l'ammissione del giudizio abbreviato per gli imputati, mentre si  continua per l'altro co-imputato Martinez con il procedimento ordinario. Nel corso dell'udienza l'Avvocato Giuseppe Gandolfo, legale di parte civile dell'Associazione Antiracket di Marsala ha fatto richiesta di costituzione di parte civile per Calandro Antonino.  Oggi verrà conferito l'incarico ai periti contabili.

ESTORSIONE. Estorceva somme di denaro ai genitori. Se si rifiutavano di dargli i soldi andava su tutte le furie e li picchiava. Andrei Badalucco, 18 anni, è stato condannato ieri, dal giudice per le udienze preliminari di Trapani Lucia Fontana, ad un anno ed otto mesi di reclusione ed al pagamento di una multa di ottocento euro. La vicenda è accaduta a Paceco. Secondo gli inquirenti, il giovane era solito pretendere somme di denaro da parte dei genitori. Nel corso delle accese discussioni, Andrei Badalucco non avrebbe esitato a picchiare i suoi familiari. In un caso avrebbe addirittura applicato una busta in plastica sulla testa del padre al fine di impedirgli di respirare.
In un'altra occasione il giovane, approfittando dell'assenza dei genitori, avrebbe sottratto dalla cassaforte, a mezzo delle chiavi dimenticate dai due congiunti, circa duemila euro in contanti. Badalucco, assistito dall'avvocato Stefania Alcamo, del Foro di Trapani, ha chiesto di definire la sua posizione con il rito del patteggiamento beneficiando di una riduzione della pena.