Il leader Mariano Ferro da Catania annuncia il nuovo piano: niente più fermo del traffico, i mezzi potranno circolare liberamente, “ma presidio ai caselli autostradali. Staremo lì 15-20 giorni, per ventiquattr’ore al giorno. Possiamo stare lì anche due mesi. Poi faremo la guerra civile”.
Ferro sottolinea che “i propositi dei Forconi non sono stati messi da parte. Noi continueremo a lottare. E al governatore Crocetta diciamo: basta proclami. L’informazione ci ha massacrato, ora vogliamo risposte a questa crisi tremenda che ha colpito la Sicilia. Risposte concrete”.
Richichi attacca i sindacati dei trasporti: “Fai, Cna e Confartigianato sono lobby politiche che non tutelano gli interessi dei lavoratori. Si spartiscono la torta dei contributi”. E fa il punto sui costi degli spostamenti delle merci dalla Sicilia al Nord Italia. Anche lui non risparmia il presidente della Regione: “Si disinteressa di noi, pensa solo al suo movimento e a pubblicizzare il suo modello Sicilia. Intanto autotrasportatori e agricoltori muoiono di fame”.
Salvatore Bella dichiara “Una decisione saggia e responsabile quella presa dai Forconi di Ferro e dall’Aias di Richichi: non blocchi sulle strade ma istituzione di punti di sensibilizzazione, nei quali fare volantinaggio per spiegare alla popolazione siciliana i motivi dell’agitazione, di governi regionale e nazionale che prendono in giro la categoria, che promettono e non mantengono. A distanza di un anno i problemi di sono aggravati ancora di più e l’esasperazione degli autotrasportatori e’ alle stelle. Si spera che si sblocchi almeno l’erogazione del contributo sulle autostrade del mare, l’ecobonus, affinché le imprese possano prendere una boccata d’ossigeno. Aspetteremo ancora un mese: se non ci saranno risposte concrete ci sarà il blocco dell’isola.”