La società che gestisce i siti archeologici della Sicilia non avrebbe versato nelle casse della Regione siciliana e di alcuni Comuni, le somme riscosse dalla vendita dei biglietti di accesso.
E’ quanto emerge nella relazione del procuratore della Corte dei Conti Guido Carlino nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. “Va rilevato – ha detto Carlino – che in relazione a tale vicenda sono in corso altre indagini finalizzate ad accertare la effettiva sussistenza di altri danni segnalati dalla Regione Siciliana”.
Sotto la lente dei giudici anche la gestione di un sito archeologico in particolare. E’ stata citata a giudizio la società concessionaria dei servizi di manutenzione che avrebbe gestito il bene in modo difforme rispetto alle previsioni contrattuali.
Inoltre i giudici contabili hanno citato in giudizio anche i componenti della giunta comunale in carica nel 2006 (ma non l’ex sindaco Diego Cammarata) e alcuni funzionari del Comune di Palermo, per l’affidamento del servizio di protezione civile e vigilanza nell’ambito dei mercati rionali della città avvenuto, secondo i giudici, “con numerose gravi anomalie procedurali e con un esborso di 336 mila euro a favore di sette associazioni, apparentemente distinte, che avevano presentato un unico progetto “fotocopia” relativo ai servizi da svolgere. In giudizio sono stati chiamati Lorenzo Ceraulo, Franco Mineo, Pietro Cannella, Mario Milone, Cettina Bonomolo, Pippo Enea, Gaspare Patti, Alberto Campagna, Tommaso Romano, Eugenio Randi.