Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
13/03/2013 05:56:01

Lesioni colpose, assolti i ginecologi Coppola a Marsala. False dichiarazioni: assolto Martinez

I fatti sono relativi al 2004. Il 7 Luglio di quell'anno venne alla luce un bimbo, all'ospedale di Marsala. Secondo l'accusa, l'imperizia dei medici avrebbe causato gravi sofferenze al feto, asfissia prenatale e lesioni gravi. Ma i consulenti della difesa (avvocati Paladino, Rallo e Pellegrino) hanno escluso ogni relazioni tra il comportamento dei due professionisti e i danni al feto. Anche i consulenti nominati dal Tribunale hanno escluso il nesso tra la patologia manifestata dal bambino ed eventuali carenze dei medici. Il Pm aveva chiesto la prescrizione del reato, ma il giudice monocratico Roberto Riggio ha preferito l'assoluzione con formula piena, per nona ver commesso il fatto. 

FALSE DICHIARAZIONI. Marco Antonio Martinez è stato assolto dal reato di false dichiarazioni al Pm e di favoreggiamento. Era imputato nel procedimento che vede coinvolti, con l'accusa di usura, l'imprenditore Mario Rallo e il genero Francesco Biondo. Il processo è stato proprio diviso in due tronconi, e per Martinez - per il quale il pm Scalabrini aveva chiesto la condanna, ed alla richiesta si è associata la parte civile, rappresentata dall'avvocato Giuseppe Gandolfo - è stato giudicato separatamente. Per lui l'assoluzione per non aver commesso il fatto. 

PREGIUDICATO CONDANNATO. Il 39enne pregiudicato marsalese Francesco Franco è stato condannato dal giudice Roberto Riggio a 3 anni e mezzo e una multa di 5200 euro, per la «gambizzazione» di Raimondo Parrinello. Quest'ultimo, 36 anni, il 4 novembre 2011, davanti la sua abitazione di via Oberdan, fu ferito con due colpi di pistola al piede sinistro e alla gamba destra. Secondo l'accusa, a sparare sarebbe stato Franco, che era in compagnia di un altro rimasto ignoto. A difendere l'imputato è stato l'avvocato Alessandro Casano.

PEDOFILIA. Confermata in appello la condanna a due anni e sei mesi di reclusione per Filippo Raia, l'anziano di 81 anni di Custonaci accusato di avere molestato due ragazzini. Le indagini erano state avviate a seguito della denuncia dei genitori di una delle due vittime. Determinante era stata la testimonianza di un amico di uno dei due ragazzini, il quale aveva riferito di avere sorpreso l'anziano mentre abusava del giovane..
Dopo la segnalazione del giovane, i genitori del ragazzo avevano deciso di rivolgersi alle forze dell'ordine e denunciare l'anziano per violenza sessuale. Raia, assistito dall'avvocato Nino Sugamele, era stato condannato al termine del processo di primo grado, dal Tribunale di Trapani, a due anni e sei mesi. La difesa aveva deciso di ricorrere in appello. La Corte d'Appello ha ora confermato la sentenza.

AGGRESSIONE. Continua oggi il processo a Maria Craparotta, 51 anni, trapanese, che avrebbe aggredito la moglie di un agente della polizia penitenziaria. La donna è finita pertanto sotto processo con le accuse di lesioni personali e danneggiamento. La vittima, chiamata a deporrein aula, nell'ultima udienza ha confermato tutte le accuse. La donna ha riferito di avere abitato nel condominio per circa tre mesi. Sin dalle prime settimane Maria Craparotta avrebbe assunto nei suoi confronti un atteggiamento aggressivo. In un'occasione l'ha sorpresa mentre stava rigando la sua moto. Un giorno è entrata nel suo appartamento e l'ha trascinata fuori tirandola per i capelli. La donna non ha saputo indicare le ragioni dell'astio visto che non ha mai avuto alcun contrasto con l'imputata. «Ricordo che mi disse - ha però riferito al giudice - che non voleva sbirri nel palazzo». La teste, chiamata a visionare un album fotografico, non è stata in grado di riconoscere l'imputata. «È trascorso - ha detto - molto tempo». Nel corso delle indagini invece aveva proceduto al riconoscimento senza alcuna titubanza. Il processo si avvia ora a conclusione. Oggi sono previste le conclusioni finali di pubblica accusa e difesa.