Minacce dai balconi di casa, poi la lite in strada per futili motivi e l’omicidio. Fu così che maturò l'omicidio di Vincenzo Mangiapane, morto dopo il suo ricovero in ospedale, mentre stava per essere sottoposto a una tac.
L’assassino lo avrebbe colpito più volte alla testa, presumibilmente con un bastone, fino a lasciarlo a terra morto.
L'aggressione avvenne al culmine di una lite scoppiata per futili motivi. Lo scontro sarebbe scaturito a seguito di alcuni contrasti per ragioni di vicinato.
All'aggressione assistettero alcuni vicini che tentarono invano di convincere l'uomo a desistere dai suoi propositi. Fu proprio uno di loro a lanciare l'allarme avvertendo i carabinieri. Mangiapane riuscì a raggiungere la propria abitazione, al primo piano dell'immobile di via Scurati. Ma appena varcata la soglia, stramazzò sul pavimento.
L'uomo, prontamente soccorso dai carabinieri, fu immediatamente trasportato presso l'ospedale Sant'Antonio Abate. I medici non riuscirono però a strapparlo alla morte. Morì poco dopo il ricovero in ospedale. Cataldo, rintracciato dai carabinieri dopo l'aggressione, ammise immediatamente le sue responsabilità. Sentito dopo il fermo dagli inquirenti riferì di avere colpito la vittima con un ramo di albero. La Procura della Repubblica, in considerazione dell'evidenza delle prove raccolte, ha chiesto, al termine delle indagini, il giudizio immediato.
Cataldo, assistito dal suo difensore di fiducia, l'avvocato Gaetano Vivona, ha chiesto di definire la sua posizione con il rito abbreviato. L'udienza è fissata oggi dinanzi il giudice Massimo Corleo. Cataldo beneficerà, in virtù del rito alternativo scelto, della riduzione di un terzo della pena.