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31/03/2013 05:00:00

Botte al padre. Alcamese rinviato a giudizio. Violenza sessuale, assolto marsalese

 Il provvedimento è stato disposto dal giudice per le udienze preliminari di Trapani Lucia Fontana.
Secondo gli inquirenti, Giovanni Di Carlo avrebbe più volte picchiato l'anziano padre, Salvatore, di ottantuno anni. Il pensionato avrebbe subito diverse aggressioni che ne avrebbero pregiudicato l'incolumità fisica e psichica. Di Carlo, insieme con il figlio, avrebbe anche minacciato il fratello Giuseppe e la moglie, Maria Bongiorno, dicendo che avrebbe bruciato la loro auto se non avessero firmato un documento afferente il testamento che il genitore doveva sottoscrivere.
Padre e figlio si sarebbero spinti anche oltre le semplici minacce. Secondo l'accusa, i due uomini avrebbero colpito con un pugno la cognata provocandole una contusione giudicata guaribile in una settimana. Salvatore Di Carlo avrebbe inoltre impedito al fratello di recarsi in caserma per denunciarlo, minacciando in tal caso di ucciderlo.
L'apertura del processo è stata fissata per il primo ottobre. Il dibattimento sarà presieduto dal giudice Emanuele Cersosimo.

PROSTITUZIONE/1.  Gli alcamesi Giovanni Marcantonio e Stefano Cruciata sono stati condannati a un anno e quattro mesi di reclusione ed al pagamento di una multa ciascuno. Favorirono la prostituzione di alcune donne sudamericane. Gli imputati, assistiti dall'avvocato Vito Coppola, hanno chiesto di definire le loro posizioni con il rito del patteggiamento.

FALSO. Era accusato di avere affermato il falso durante la deposizione nell'ambito di un processo per tentato omicidio. Giuseppe Solina, 41 anni, di Paceco è stato assolto dall'accusa di falsa testimonianza. 

PROSTITUZIONE/2.  Nuova udienza interlocutoria ieri del processo a carico di Giuseppe Lucchese, titolare di un night club, e altre sei persone, coinvolte in un giro di prostituzione sgominato dalla polizia. Il Pm Andrea Tarondo ha rinunciato a sentire l'ispettore Marianna Adamo e ha prodotto, con il consenso della difesa, l'informativa redatta dalla Squadra mobile.

VIOLENZA. Il fatto non sussiste. Con questa motivazione, il Tribunale di Trapani  ha assolto un marsalese di 39 anni dalle accuse di tentata violenza sessuale, molestie e minacce condannandolo per la sola rimanente imputazione di lesioni personali a tre mesi con la sospensione. Le indagini erano state avviate a seguito di una denuncia dell'ex compagna dell' imputato. La donna, sentita nel corso del processo, ha riferito di avere subito un tentativo di violenza da parte dell'ex convivente. «Voleva fare sesso. Mi sono rifiutata e lui ha iniziato a picchiarmi. Mi ha strappato il pigiama ed ha tentato di violentarmi».
La donna ha anche mostrato ai giudici alcune fotografie realizzate, dopo l'aggressione, con il telefonino cellulare in cui appare con un occhio tumefatto e le labbra gonfie. Ha Inoltre aggiunto che dopo la denuncia l'ex compagno ha iniziato a perseguitarla. «Non si rassegnava alla fine della storia. Diceva che mi amava. S'appostava davanti casa e mi pedinava. Se uscivo o entravo, lui lo sapeva. Non so come ma qualunque cosa io facessi lui lo sapeva. Inizialmente mi minacciava. Poi invece si limitava a seguirmi ma io ero terrorizzata. Temevo per la mia incolumità e di coloro che mi stavano vicino». La donna ha aggiunto che l'ex compagno ha anche tentato di aggredire il fidanzato della sua amica. Sospettava che avessero una relazione segreta. I giudici hanno deciso però di condannare l' imputato per la sola accusa di lesioni.