Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
02/04/2013 04:59:23

Correra, altri guai in vista: nuova contestazione per truffa all'imprenditore vittima di usura

Protagonista di molte pagine della cronaca giudiziaria di Marsala, e in ruoli diversi. Da un canto è parte offesa nel processo a due persone (Massimo Bellitteri e Antonino Salvatore Sieri) accusate  di avergli prestato denaro a tasso di usura, dall'altro si trova imputato per truffe di notevoli proporzioni (530 mila euro) appropriazione indebita e insolvenza, ai danni di alcune aziende del nord Italia che producono concimi e imprenditori, nonché per ricettazione di due assegni rubati e calunnia in danno di un avvocato (G. G.) suo ex difensore.

Adesso, Correra è indagato per un'altra truffa. Secondo l'accusa (indagine svolta dalla sezione di pg della Guardia di finanza presso la Procura), sapendo di avere le «spalle coperte» dalla legge varata per proteggere chi denuncia di essere stato vittima di usura o estorsioni, nella sua veste di legale rappresentante della Kemical Green, «con più condotte esecutive di un medesimo disegno criminoso», tra il 2008 e il 2009 acquistò a più riprese merce dalla «Agripoint» di Partanna, consegnando al suo titolare, Salvatore Accardo, assegni «scoperti». Sul conto corrente, infatti, non c'era denaro per il pagamento. Le Fiamme Gialle hanno quantificato la truffa in circa 14 mila euro. A Correra, difeso dall'avvocato Francesco Messina, ora è stato notificato l'avviso conclusione indagini preliminari. 

Tutte queste vicende sono tra loro intrecciate. E gli atti dei procedimenti confluiscono tra loro. Nel procedimento per ricettazione, ad esempio, Correra è imputato insieme ad un altro marsalese  Giuseppe Genna (classe 1960) è imputato in questo processo di ricettazione. Nel corso delle indagini a carico di Bellitteri e Sieri, accusati di essere i suoi usurai, è, infatti, emerso che due degli assegni consegnati da Correra ai suoi "aguzzini" sarebbero stati staccati da un carnet di assegni emesso dall'Unicredit e rubati, ad Erice, il 21 gennaio 2008, alla signora Michela Burgarella. La donna derubata, assieme al marito, Giuseppe Bianco, ha chiesto e ottenuto di costituirsi parte civile. Secondo l'accusa, Correra ha fatto richiesta a Genna di ricevere (probabilmente acquistandoli?) due assegni in bianco che facevano parte di iun carnet di assegni rubati alla signora Burgarella. A denunciare Correra sono stati proprio Sieri e Billitteri quando, poco prima di essere arrestati (Maggio 2008) con l'accusa di estorsione, fecero un controllo in una filiale Unicredit sugli assegni girati loro da Correra per scoprire che erano, in base al numero di matricola, di provenienza illecita.

Secondo quanto raccontato dal maresciallo Missuto in un'udienza di uno dei processi per truffa, Correra ordinava a industrie del nord Italia l’acquisto di ingenti quantità di merce (fertilizzanti per l’agricoltura), che poi rivendeva a Marsala, ma non pagava chi quei prodotti gli aveva fornito sostenendo di essere vittima di usura. Ciò anche dopo l’arresto (giugno 2008) dei suoi presunti "strozzini", denunciati ai carabinieri otto mesi prima. "Sono risultate inesistenti – ha detto l’investigatore rispondendo al pm Scalabrini – due ditte per le quali Correra ha ordinato merce. E cioè la Import-Export di Vitale Nunzia, una donna realmente esistente a Siracusa, ma ignara di tutto, e la Burgio Paola con sede a Marsala. Agli indirizzi nei quali, però, risultavano avere sede queste ditte, in realtà, c’erano persone che non aveva ordinato nulla e che nulla hanno detto di sapere. In un caso, c’era un laboratorio di analisi". Nel 2008 – hanno già spiegato nel processo i titolari di Zolfindustria e Kemia, due imprese "vittime" di Correra – lo avevamo anche premiato come uno dei migliori rappresentanti, ma l’anno dopo siamo stati gabbati. Non ci rispondeva neppure al telefono". A queste aziende Correra avrebbe ordinato, per conto di rivenditori inesistenti o ignari (i secondi si sono, poi, ritrovati debitori a loro insaputa), l’acquisto di ingenti quantitativi di fertilizzanti che, poi, rivendeva senza pagare il fornitore.