Un progetto che dovrebbe essere realizzato con i soldi della Regione, secondo Adamo. 50 milioni puliti puliti di cui al momento non c’è traccia, ma solo una promessa se l’iter arriva a conclusione. Progetto che si affianca a quello “privato” della Myr messo a punto tramite la legge Burlando, la cui procedura era stata avviata già durante l’amministrazione Carini, e che di fatto è stato bloccato per volontà della nuova amministrazione.
Intanto per il porto pubblico “l’iter procede speditamente”, dicono dal Comune. E qualche giorno fa c’è stata la conferenza di servizi alla quale hanno partecipato, oltre allo stesso sindaco e all’Assessore al Territorio e ambiente Benny Musillami, anche il progettista, Pietro Viviano, il responsabile unico del procedimento, Gaspare Mollica, il responsabile del settore Grandi opere, Gianfranco D’Orazio, il comandante del Porto di Marsala tenente di vascello Raffaele Giardina accompagnato dal sergente Ignazio Mancuso; nonché l’ingegnere Felice Ajello e il geometra Giuseppe Calabrese del servizio Demanio Marittimo dell’Assessorato Regionale al Territorio e Ambiente, e l’ingegnere Pietro Coniglio della sezione urbanistica dello stesso assessorato.
Ebbene, la novità che sarebbe emersa è che non c’è alcun problema per il banco di poseidonia presente all’imbocco del porto di Marsala. In realtà non è una novità per il sindaco Adamo, che in cuor suo ha sempre sperato che quell’ “erbetta” si potesse benissimo ignorare.
Più realisticamente il sindaco ha comunicato che “si è preso atto delle modifiche apportate dal progettista Pietro Viviano sulla base del nuovo studio correntimetrico, più complesso e preciso, effettuato da tecnici specializzati per conto del Comune. Sulla base di questa nuova e più accurata indagine è stato confermato che la presenza di piccole (piccole, non tanto, ndr)praterie di posidonia non inficia la realizzazione di una infrastruttura così importante come la sistemazione del porto. Alcuni accorgimenti tecnici e d’ingegneria, come la fondazione su pali, permettono di coniugare la realizzazione dell’opera e la salvaguardia della biocenosi”.
Problema risolto, quindi. Il discorso della poseidonia adesso non inficia per il sindaco Adamo.
Eppure è proprio su questa “erbetta” che si concentra l’indagine aperta dalla procura di Trapani, anche in seguito all’inchiesta di www.marsala.it . I fatti cominciano a settembre quando l’Assessorato alle Infrastrutture della Regione Siciliana ha inviato alla procura di Trapani tutte le carte del progetto tecnico del porto, voluto e sostenuto dal Sindaco di Marsala perchè è stata cambiata, falsificandola, la mappatura della posidionia, pianta marina protetta che cresce rigogliosa davanti le banchine del vecchio porto. La Procura quindi indaga per falso ed abuso d’ufficio. Adesso le nuove perizie sono quelle fatte su disposizione degli ingegneri, a spese del comune (17 mila euro), dopo il guaio delle carte false, del progetto da riscrivere in fretta e furia. “Procede speditamente”, è il leit motiv dell’Amministrazione ad ogni comunicazione sul progetto del porto. Però ad oggi per la messa in sicurezza del Porto non c’è alcun finanziamento. La storia è risaputa, il sindaco Adamo ha sempre detto che ci sono i soldi (“un mare di soldi”) ma non è così. Perché il finanziamento può essere ottenuto solo con l’approvazione dai vari organi del progetto esecutivo, con tutte le carte in regola e soprattutto la Via-vas. Cosa che adesso l’amministrazione vuol cominciare a trattare. Inoltre un progetto simile vuole anche l’approvazione in consiglio comunale. Ma a Sala delle Lapidi tutto c’è tranne che chiarezza, cosa che doveva essere fatta durante il consiglio comunale aperto di gennaio, ma che come vogliono le consuetudini di casa nostra si è fatta solo confusione.
Le novità non sono finite. Perché da via Garibaldi spunta anche un’altra novità. Quella di prendere due piccioni con una fava. L’idea infatti sarebbe di sistemare la colmata di Casabianca in contemporanea (e quindi con lo stesso ipotetico finanziamento) con i lavori del porto. Come? “Amplieremo la consistenza del cantiere fino alla colmata – ha detto il sindaco Adamo - con un duplice risultato: risparmiare notevolmente sui costi di smaltimento del materiale risultante dalle escavazioni e riempire le zone acquitrinose della zona a mare di contrada Casabianca. A tal riguardo voglio precisare che già da anni mi sono occupata della bonifica e della valorizzazione di questa zona. Anni addietro nella mia qualità di presidente della provincia avevo avviato uno specifico progetto che gli amministratori che poi presero il mio posto non hanno portato avanti. Adesso abbiamo programmato questo nuovo intervento per dare decoro ad una zona che, soprattutto nel periodo estivo, è sotto lo sguardo di migliaia di turisti”.
Quindi si scavano i fondali del porto (a tal proposito dicono che non ci sarebbe alcun impedimento di tipo archeologico). Poi si prendono i fanghi e si depositano alla colmata di Casabianca, completando la copertura. Bene, un po’ come è stato fatto con i fanghi del porto di Trapani. Estratti dai fondali 8 anni fa durante i lavori per preparare lo scalo all’America’s Cup e poi portati a Marsala. L’idea ai progettisti è venuta prima del blitz che ha visto la Dia e la squadra anticrimine della Polizia mettere i sigilli a una parte del porto di Trapani (quella in cui continuano da anni i lavori per l’America’s Cup affidati ai Moceri). E pare che al Comune abbiano fatto diversi scongiuri.