Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
19/04/2013 04:43:39

La mappa del "rischio" degli ospedali. I dati di Marsala e Mazara

Per ogni ospedale, Agenas ha raccolto gli esiti delle cure per le principali patologie. Sono gli indicatori utilizzati in tutto il mondo e rappresentano le operazioni chirurgiche più comuni, come l’intervento a seguito di infarto oppure per frattura del femore (un parametro prezioso per comprendere la bontà delle cure agli anziani). Per ognuno di questi indicatori, ogni ospedale mostra un valore percentuale, ossia l’indice di rischio. Questa variabile rappresenta la percentuale dei pazienti deceduti sul totale dei ricoveri effettuati. Un valore poi corretto per rimuovere tutti i fattori che possono alterarlo a monte. Per esempio, l’età del paziente, la presenza di altre malattie durante l’operazione oppure la gravità delle sue condizioni.

Ogni anno Agenas raccoglie i dati schede di dimissione ospedaliera (Sdo) che l'ospedale compila per le dimissioni di ogni paziente ricoverato. Da tutte le schede di dimissione ospedaliera vengono calcolati gli indici di rischio con cui il ministero della Sanità tiene sotto controllo le performance dei vari ospedali. Questi dati adesso sono pubblici, e fino lo scorso anno invece venivano tenuti segreti.

La mappa segna dunque quali ospedali sono i migliori, per numero di ricovero per ogni malattia confrontato con il numero di decessi per quella specifica patologia.  Gli indicatori non sono presenti in ogni struttura.

L’ospedale Paolo Borsellino di Marsala ad esempio i dati non sono dei migliori, arrivando a superare la media nazionale di decessi per malattia in quasi tutte le patologie. Per l’infarto del miocardio, ad esempio, su 141 ricoverati, l’indice di rischio è del 15,76%, contro il 10,98 di media nazionale. Infarto miocardio senza angioplastica: 71 ricoverati, 25,86% tasso di mortalità, contro una media nazionale del 18,18%. Per scompenso cardiaco a Marsala il rischio è del 14,28%, dei 132 ricoverati, contro un dato nazionale di 8,79%. Ictus mortalità 30 giorni (ictus ischemico e ictus emorragico): 120 ricoverati, 23,56% la percentuale di mortalità, contro il 9.94 % nazionale. Solo per quanto riguarda l’ictus con riammissione dopo trenta giorni il dato del Paolo Borsellino è inferiore alla media nazionale, seppur di poco. Il dato di 115 ricoverati, indica un rischio di non sopravvivere del 10,31% contro il 10,88% del dato nazionale. Frattura del collo del femore: 158 ricoverati, 6,71% l’indice, 5,91 la media nazionale. Infarto Miocardio, mortalità dopo 12 mesi:146 ricoverati, 16,43% percentuale di mortalità contro il 10,76% a livello nazionale.

All’ospedale Abele Ajello di Mazara del Vallo sono stati studiati soltanto tre indicatori. L’infarto del miocardio ha un tasso di mortalità del 10,97%, contro 10,95% dato nazionale, e 84 ricoveri.  Scompenso cardiaco 89 ricoveri, 15,58% tasso mortalità contro 8,78 di media nazionale. Bronco-pneumopatia Cronica Ostruttiva riacutizzata, 12,65% la percentuale decessi, contro il 13,26 della media nazionale, e 114 ricoverati. Non presenti invece i dati degli altri nosocomi della provincia.