Fa impressione il movente dell'omicidio: Incandela, il presunto assassino, si sentiva irritato dalle omelie dell'anziano sacerdote, perchè coglieva dei riferimenti alla sua vita personale. «Padre Michele nelle sue omelie faceva riferimento a fatti successi nei nostri paesi ma non faceva nomi. Ma al di là di ciò non è giustificabile quello che ha fatto. Questa persona è un'anima in pena che si porterà per tutta la vita questo gesto orribile nel suo cuore». Così scrive Annamaria su Facebook.
Antonio Incandela, abitante a Fulgatore, era abbastanza conosciuto. «Sono sbigottita», scrive Paola. «Che non fosse perfettamente sano di testa l'avevo intuito per i suoi precedenti ma arrivare a commettere un reato del genere per motivi così futili mi sembra davvero eccessivo. Spero che questa volta lo chiudano dentro e buttino la chiave».Qualcuno s'appella all'anziano prete ucciso chiedendogli un aiuto: «Aiutaci - scrive Mariolina - a non essere cattivi e vendicativi ed a sopportare rispondendo al male con il bene».
La mamma di Antonio Incandela oggi chiederà scusa alla comunità di Ummari, nel corso della messa che sarà celebrata nella chiesa della piccola frazione di Trapani. Lo ha confermato ai cronisti il marito della donna, Giacomo Incandela:«Ci penserà mia moglie in chiesa a farlo».
«Non si può ammazzare un sacerdote perché nell'omelia richiama ad un comportamento più adeguato», commenta l'on. Mimmo Fazio, amico di padre Michele. «Solo una persona che non è sana di mente può commettere un'azione del genere. Tutto questo è allucinante».
Amareggiato, anche l'arcivescovo Alessandro Plotti, che ha commentato: «L'aspetto più drammatico di questa vicenda è che don Michele è stato ucciso per rancore, colpito proprio nella sua caratteristica peculiare che era quella di diffondere amore, fraternità e amicizia fra tutti. Una parola di pietà vogliamo esprimerla per la famiglia dell'assassino a cui umanamente non possiamo concedere il perdono perché la ferita della tragica morte di don Michele rimane ancora aperta in tutta la comunità. L'unica speranza è la certezza che don Di Stefano, dal cielo, sicuramente avrà uno sguardo di misericordia per il suo assassino e ci conformerà ad avere i suoi stessi sentimenti. Un sentimento sostenuto dalla fede che la morte degli innocenti, come quella di Cristo, è feconda e porterà frutti in tutti coloro che hanno conosciuto e amato il nostro padre Michele».
Il sindaco Vito Damiano, che dopo l'omicidio aveva lanciato un accorato appello invitando chi sapeva a parlare, ha espresso il proprio plauso e ed ha ringraziato l'Arma e la magistratura per aver fatto luce sull'omicidio. «Un delitto efferato e brutale - ha commentato - nei confronti di un anziano sacerdote, punto di riferimento della gente di Fulgatore e Ummari».
«Siamo usciti da un incubo - ha commentato il parroco di Fulgatore, mons. Gaspare Impastato - nella frazione c'era attesa e la sospensione dava adito ad un clima spiacevole in cui c'era spazio per interpretazioni fasulle o equivoche che niente avevano a che fare con la vita di don Michele. Credo che tutti avevamo bisogno di conoscere il colpevole anche per non sentirci dimenticati». Commosso anche don Paolo Gucciardo, vicario zonale: «Non nutriamo alcun rancore ma ci voleva questa notizia. Don Michele: egli era tutto dedito alla sua missione, al sacerdozio, un vero punto di riferimento per tutta la comunità. Siamo stati sempre fraternamente amici anche nei momenti difficili, mi è mancato e mi manca ancora».