E’ una missione molto difficile, se non impossibile, quella di dismettere la maggior parte dei beni immobili per fronteggiare l’apocalittico deficit dell’Ipab Marsalese. Ad oggi l’istituto ha un milione 861 mila euro di disavanzo, come certifica anche l’ultimo bilancio approvato qualche giorno fa. Debiti soprattutto verso i 25 dipendenti che da ben 19 mesi non ricevono lo stipendio. Una situazione drammatica che sta colpendo intere famiglie, non solo dei dipendenti che stanno comunque garantendo tutte le cure e l’assistenza ai 40 ospiti, ma anche dei fornitori. L’ultimo bilancio approvato dal neo commissario straordinario dell’Ipab, Ignazio Genna, è in pareggio. E ci mancherebbe, lo vuole la legge. Sulla carta è di 4.015.830 mila euro, ma tra le entrate ci sono voci che soltanto con un miracolo potrebbero concretizzarsi. Il fondo di riserva è di appena 103 mila euro. nel bilancio viene contata la presenza anche per quest’anno di 40 ospiti, ormai da anni sotto i quasi cento anziani del periodo d’oro (appena 5 anni fa). Una delle voci di entrata è quella del ricovero notturno di un massimo di 13 senzatetto a spese del comune di Marsala. Tra le entrate anche l’accreditamento della struttura come Opera Pia. Si spera anche sui classici contributi regionali e comunali (speranze vane però, perché il comune non pare abbia intenzione di investire sul Giovanni XXIII). La novità è che sono stati fatti due conti sulla dismissione dei beni dell’ipab, e si arriverebbe ad ottenere circa un milione di euro dalla loro vendita. Cifra che arriverebbe a coprire il pagamento degli stipendi arretrati dei dipendenti. Ma queste sono soltanto delle stime del loro valore, fatto in sede di bilancio, ed è logico invece che in questa situazione di crisi generale, soprattutto nel mercato immobiliare, il valore iniziale di un bene tende a scendere in caso di possibile vendita. I beni, per l’esattezza, sono case, edifici e terreni soprattutto acquisiti con la fusione con l’Opera Pia Maria Antonietta Catalano Galfano. I beni per la precisione sono: un lotto di terreno in contrada Birgi a Marsala stimato 12.300 euro; tre terreni in contrada S.Anna dal valore complessivi di 18.300 euro; un lotto di terreno in contrada Culla di Busala, a Trapani, dal valore di 8.500 euro; una casetta in via Ruggero Settimo, a Vita, stimata 12.500 euro; un fabbricato in via Stefano Bilardello, a Marsala, con annesso terreno, 336.175,40 euro; infine il bene dal valore maggiore, 673.450 euro, è un terreno in contrada Chelbi Minori a Mazara del Vallo. Totale, 1.061.225 euro. Come dicevamo la vendita di questi beni non è per niente semplici. Anzi l’acquisizione in seguito alla fusione con l’Opera Pia potrebbe essere un dannosissimo boomerang, con ulteriori costi che graverebbero sulla già drammatica situazione economica dell’ente.