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17/05/2013 04:59:03

Salemi. Finalmente un canile per la lotta al randagismo e come atto di civiltà

 Ma non quando i genitori hanno la sventura di seppellire i loro figli in tempo di pace. Come facilmente intuibile, ha suscitato grande commozione la tragica morte del piccolo Mattia di due anni, deceduto nei giorni scorsi, in seguito ad una serie di gravi ferite riportate. Tanto da indurre gli inquirenti e il PM a fare eseguire l’esame autoptico, che si è svolto lunedì scorso all’obitorio di Castelvetrano, il cui esito sarà reso noto non prima dei sessanta giorni canonici. Sulle cause tutto ancora da chiarire dunque. Di certo si sa che il bambino si trovava nella casa dei nonni materni, in una area prospiciente l’abitazione. E che intorno alle dieci del mattino è stato rinvenuto a terra riverso in una pozza di sangue. La corsa della mamma e del nonno al pronto soccorso di Salemi, prima, e dell’ambulanza all’ospedale di Castelvetrano, dopo, si è rivelata inutile. Il piccolo Mattia vi è giunto privo di vita. I sanitari hanno subito capito che non poteva essere stata una caduta accidentale a procurare i cinque tagli riscontrati sul corpicino del bimbo in prossimità della carotide, alla scapola e alla nuca. Così, dopo tante ipotesi avanzate, su alcuni organi d’informazione è spuntata quella di un’improbabile aggressione da parte di un cane randagio. Ciò è bastato comunque per riportare alla ribalta l’annoso problema, mai risolto, del randagismo. Un dibattito su un sito internet batteva lo stesso tasto.  Ad esempio, Perso Salvo di 37 di annispera “che tutti i sindaci della Valle del Belice si riuniscano e tolgano i cani randagi dalla circolazione io ogni sera Castelvetrano ne vedo molti e ho veramente paura”,  mentre Rosario Guzzo“se è vera l'ipotesi del cane randagio...spero che chi ha permesso ciò ne paghi le conseguenze...centinaia di cani girano indisturbati per i nostri paesi e nessun Sindaco prende provvedimenti seri”. Ed altri ancora, tutti dello stesso tenore.

Un problema, quello del randagismo, ancora presente a Salemi. Si stima  che siano circa duemila gli animali che popolano il territorio.Ogni giornonascono numerosi cuccioli di cane. Una femmina che, per negligenza o incuria del proprietario, è libera di accoppiarsi, può avere fino a 20 cucciolate durante tutta la sua vita riproduttiva. Rappresentano il bacino di reclutamento per cani potenzialmente randagi. Nonostante esista una buona legislazione nazionale e, in alcune parti d’Italia, ci siano molte realtà dove l’efficienza del pubblico e l’attività delle associazioni e dei singoli cittadini hanno prodotto buone pratiche. Un Rapporto Italia di Eurispes ha rilevato che la maggioranza degli italiani, l’87,2 per cento, ha dichiarato di avere nei confronti degli animali un atteggiamento comunque positivo, tanto che il 42 per cento ha in casa un animale, nel 48 per cento dei casi un cane. Partendo da queste considerazioni si dovrebbe sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi del randagismo e a favore dell’adozione, per  ridurre i danni provocati sia all’uomo (morsicature, incidenti, trasmissione di malattie) sia agli altri animali (aggressioni); aumentare il risparmio per la realizzazione di nuove strutture; migliorare il rapporto uomo/cane nell’ambiente urbano ed il controllo dell’igiene urbana. Per affrontare il problema la giunta Sgarbi preferì la scorciatoia, affidando alcuni cani randagi al canile «Mister Dog» di Crotone. Fino ad arrivare a 46. Una inezia, rispetto alla popolazione canina stimata. E tuttavia, con un costo gravoso e insostenibile alla lunga per le casse comunali. 700 euro all’anno per ciascun cane, per una spesa totale che si aggira sui 40 mila euro circa. Nei mesi scorsi il prefetto Leopoldo Falco, per interrompere il circolo vizioso, ha messo in agenda un progetto ambizioso che va alla radice del problema. Intanto attuando un piano di rientro dei cani. La somma risparmiata può essere in parte utilizzata erogando un contributo in favore di famiglie disagiate che manifestino l’intenzione di adottarne qualcuno. Intanto si è proceduto alla loro sterilizzazione e microcippatura, istituendo un servizio di anagrafe canina, nei locali dell’ex macello sito in via Cuba, dove anche i privati possono recarsi per registrare il proprio cane con l’installazione di un microchip.

Ma l’obiettivo di fondo rimane la realizzazione del canile comunale. Il progetto, redatto dall’architetto Paola D’Aguanno, dirigente dell’Ufficio Tecnico Comunale, è già pronto. Prevede, oltre alla costruzione di idonee gabbie, la ristrutturazione del fabbricato esistente da destinare agli uffici, al veterinario e all’abitazione del custode. Con un mese di anticipo, rispetto al ruolino di marcia che la Commissione Straordinaria si era prefissato che prevedeva la consegna del progetto entro il 30 giugno, non oltre il 31 luglio la gara d’appalto ed alla fine d’ottobre l’inizio delle attività. Il prefetto Falco si sente autorizzato ad ostentare ottimismo. Con molta probabilità i tempi verranno rispettati.  Il canile sorgerà su un bene confiscato al boss mafioso di Vita Calogero Musso. Si tratta di un casolare al centro di ampio podere, sito in contrada Baronia Inferiore, territorio di Salemi, a poche centinaia di metri dallo svincolo dell’autostrada A29, al confine con quello di Gibellina. Una ragione di più per coinvolgere nell’iniziativa anche i sindaci dei Comuni vicini di Gibellina e Partanna e forse anche Vita e Santa Ninfa. Dovrebbe ospitare 150 esemplari. La somma impiegata ammonta a 450mila euro circa. L’ammortamento dovrebbe avvenire nell’arco di 6/7 anni tenendo conto degli introiti provenienti dai Comuni limitrofi e dall’installazione dei pannelli fotovoltaici. A gestire il canile potrebbe essere la «Fondazione San Vito Onlus» che si occupa da qualche anno della coltivazione del vigneto circostante, affiancata da una associazione animalista di volontari ma iscritta all’albo regionale. Al progetto sarebbe interessata anche l’Unione dei Comuni della Valle del Belìce. Una iniziativa non solo di civiltà ma anche un’opportunità di creare qualche posto di lavoro, tanto necessari con i tempi tristissimi che corrono. Ritorna sempre attuale Gandhi quando sosteneva che: «La grandezza di una nazione ed il suo progresso morale si possono giudicare dal modo in cui essa tratta gli animali». E aggiungerei, l’ambiente.

Franco Lo Re