ne hai più di uno, singolo e in quartine, e a questi aggiungi un centinaio di volumi che comprendono le emissioni della Repubblica Italiana che vanno dal 1945 al 2002, diverse Collezioni, in quartine nuove e usate, e rarità come il “Cavallino Ruota”, le emissioni dello stesso periodo della Città del Vaticano, allora si può senz’altro affermare che quella di Onofrio Corleo è una delle più prestigiose e ricche collezioni di francobolli esistenti in Provincia e in Sicilia.
Da alcuni giorni essa è divenuta patrimonio comune, potendo essere ammirata in una sala della Biblioteca Comunale “Simone Corleo” di Salemi. L’ampia stanza, che sarà a lui intestata, custodirà le migliaia dei preziosi esemplari della raccolta, alcuni dei quali verranno esposti in apposite teche. Per assemblarli è stata necessaria gran parte della sua esistenza. Lo immaginiamo dedicare moltissime ore notturne con certosina pazienza, competenza estrema e passione totale a catalogare, sistemare e annotare. “Una storia di passione e sentimenti”, l’ha definita il prefetto Leopoldo Falco, in occasione della cerimonia ufficiale, che suggellava la donazione fatta al Comune per volontà della sorella, unica erede, suor Maria Gabriella. La presentazione e illustrazione della preziosa collezione è stata affidata alla competenza tecnica del dottore Aldo Bonfanti, presidente dell’Associazione Filatelica Lilybetana. Iniziando con una brevissima storia del francobollo. Il primo in assoluto? Il famoso “Penny Nero”, emesso dal Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda il 1º maggio1840. Mentre la sua prima comparsa in Italia avveniva solo dieci dopo e precisamente il 1º giugno del 1850, quando il Regno Lombardo-Veneto emise la sua prima serie denominata "Aquila Bicipite", che comprendeva cinque valori diversi.
Spiegando pure come alcuni errori hanno reso appetibili e ricercatissimi taluni esemplari. Come ad esempio quello più celebre italiano. Il 205 lire rosa - lilla, detto “Gronchi rosa” emesso in occasione della visita in Perù del presidente della Repubblica Giovanni Gronchi. Riporta i confini del Perù in modo errato. Venne ritirato dal commercio pochissimi giorni dopo la messa in vendita, venendo sostituito dal comune "Gronchi grigio". Il “Gronchi rosa” è il francobollo di certo più noto di tutte le emissioni della Repubblica Italiana, ma non il più quotato; spesso di esso sono stati prodotti vari esemplari falsificati venduti a collezionisti la filatelia. La querelle del primo francobollo emesso in terra italica non sembra ancora risolta. La maggioranza degli esperti filatelici e degli storici sono concordi nel ritenere il cosiddetto Victor Black come il primo vero e proprio valore postale italiano, emesso nel 1851 nel Regno di Sardegna. Mentre la prima emissione siciliana con l'effige di Ferdinando II risale al 1959. Fu l' ultimo degli stati dell' Italia preunitaria a emettere francobolli. Il Dottor Aldo Bonfanti ha quantificato il valore commerciale della raccolta filatelica Corleo. Secondo il catalogo Sassone si aggirerebbe sopra i 160.000 euro. Ma si tratterebbe di una valutazione per difetto. Molti sono i doppioni come il “Gronchi Rosa”, presente in singolo e in quartine e persino con una delle pochissime lettere viaggiate.
Basti pensare che le buste con il “Gronchi rosa” ricoperto hanno una valutazione di mercato compresa tra i 600 e i 900 euro, variabile a seconda della qualità e conservazione della busta. Per non parlare del “Cavallino Ruota”, considerato il più raro francobollo della Repubblica Italiana, il più ambito dai collezionisti di questo settore. Insomma ce n’è ben donde- ha sostenuto Bonfanti - per organizzare all’apertura del prossimo anno scolastico una “Giornata della Filatelia” a Salemi. Chiedendo per l’occasione all’amministrazione delle Poste un annullo speciale. E’ questo l’impegno che è stato sottoscritto, alla fine della manifestazione tenutasi proprio nei locali della Biblioteca Comunale, tra il reggente del Comune prefetto Falco e il rappresentante dell’Associazione Filatelica Lilybetana Bonfanti. In precedenza, nella sala grande del Castello Federiciano, era stato commemorata la figura umana e politica di Onofrio Corleo, davanti ad un numeroso uditorio di amici, di commilitoni e avversari politici del tempo in cui, in vita, l’avvocato si prodigava con impegno e serietà sui banchi del Consiglio Comunale, come rappresentante dell’allora Movimento Sociale. A ricordarlo, paradossalmente ma non tanto, non è stato un suo “camerata”. Ci ha pensato il dottore Vito Merendino, già vicesindaco e consigliere comunale della città, di vecchia scuola e formazione lamalfiana. E infatti è stato egli stesso a sottolinearlo all’inizio della sua prolusione “ è inusuale che il ricordo di una persona di idee marcatamente di destra venga affidato ad una persona con idee molto distanti.” Ma chi era nella realtà Onofrio Corleo? La risposta di Merendino è stata perentoria. “E’ stata una persona di convinzioni granitiche, coerente con le sue idee e i suoi principi, legalitaria, integerrima e intransigente, non opportunista né utilitaristica, ma, a mio giudizio, estremamente rigida e non duttile”. Dopo una brevissima adesione adolescenziale al PCI, a seguito di letture di alcuni testi, tra cui la famosa storia del fascismo di Renzo de Felice, aderisce con convinzione all’MSI. Divenendone dirigente e consigliere comunale per due legislature. Vi rimarrà fedele sino alla sua prematura morte, dovuta ad una gravissima malattia che lo inchiodò alla poltrona per un ventennio. Nonostante la sorella suora e la visita del “guaritore” Monsignor Milingo, sul piano religioso si mantenne agnostico e di idee laiche. La stessa serietà la profuse nella filatelia. Che coltivò per lunghissimi anni e con atteggiamento professionale, ma anche con passione. Gli amanti della filatelia sono avvisati. Da oggi per loro esiste un’opportunità in più. Crediamo che visitare e ammirare la preziosissima raccolta filatelica Corleo sia un’occasione unica di arricchimento culturale e storico. E’ sufficiente inerpicarsi sulla collina dove sonnolente se ne sta la cittadina normanna di Salemi.
Franco Lo Re