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27/05/2013 04:54:40

Ancora storie di violenza al processo per la morte di Maria Anastasi

 Quando gli chiese spiegazioni, lui divenne un diavolo: in nostra presenza la picchio' con calci e pugni sul viso e sulla pancia. Mia madre era gia' incinta". Lo ha riferito, alla Corte d'Assise di Trapani, Anna Rita Savalli, la diciottenne figlia di Maria Anastasi, la donna al nono mese di gravidanza uccisa e poi bruciata, e di Salvatore Savalli, imputato per l'omicidio avvenuto nelle campagne trapanesi lo scorso 4 luglio. Alla sbarra anche l'ex amante, Giovanna Purpura.

Il corpo di Maria Anastasi, 39 anni, venne trovato senza vita e martoriato dal fuoco qualche giorno dopo la scomparsa della donna. Il marito, nell'immediatezza del delitto, raccontò che era con la moglie e che era scesa dall'auto e non aveva più saputo nulla. Dopo poche ore era emersa un'altra tragica versione. Quella secondo la quale era stato lui, con l'aiuto della sua amante, a volersi sbarazzare dalla moglie, che aspettava un bambino.

Savalli deve rispondere anche di maltrattamenti nei confronti dei tre figli e della moglie. La ragazza, che viveva dai nonni materni per sfuggire alle  violenze domestiche e si riferisce al padre chiamandolo per cognome, ha confermato la circostanza di avere provato a denunciare i maltrattamenti alle forze dell'ordine, riferita dalla sorella Simona nella scorsa udienza. "Mia madre - ha proseguito - non denuncio' mai il Savalli per tutelare noi figli. Noi abbiamo provato a farlo recandoci dai carabinieri di Trapani, ma ci hanno detto che non potevamo perche' eravamo minorenni o interveniva mia madre a smentirci". La teste ha poi ribadito il presunto tentativo di strangolamento da parte del padre nei confronti della sorella: "Le fece scoppiare tutte le vene capillari della faccia - ha detto la diciottenne - e dopo che mia madre la rianimo', lui con un sorrisino le disse: come era la vita nell'aldila'?".
  Riguardo alle ore successive al delitto, la ragazza ha raccontato: "Savalli disse a mia sorella Simona quello che doveva dire alle forze dell'ordine per proteggere Giovanna e i suoi figli, altrimenti l'avrebbe ammazzata. Ma io dissi a mia sorella di raccontare tutta la verita'". «Quando Simona mi fece questa confidenza, le dissi di dire la verità senza scrupoli perché il nostro unico interesse doveva essere quello di ritrovare nostra madre». Alcune ore dopo Maria Anastasi fu ritrovata. Il suo corpo carbonizzato giaceva in una stradina di campagna. «Quando lo abbiamo appreso - ha detto Anna Rita - abbiamo compreso perché mio padre teneva sempre un bidone di benzina». Il bidone venne ritrovato subito dopo il delitto, quel giorno il padre era uscito portandolo con sè.