Lo scorso 22 Marzo i malviventi, con il viso coperto da passamontagna e armati di pistola, fecero irruzione nella villa e rapinarono il custode, rubandogli il portafoglio. Il vero obiettivo era chiaramente la casa del notaio, che però non era in città. Nonostante fosse stato pestato, il custode riuscì a dare l'allarme. Tre dei malviventi furono subito presi dai carabinieri della stazione di Locogrande, gli altri qualche giorno dopo.Si tratta di due giovani romeni, Gabriel Morosanu e Illiuta Dura, rispettivamente di 29 e 19 anni, e Francesco Agate di 44 anni. E poi Giuseppe Adamo, 49 anni, ritenuto la mente della banda, ed Antonio Pernice, di 50 anni. La richiesta di giudizio immediato è stata avanzata dal sostituto procuratore Rossana Penna che ha coordinato le indagini. I due giovani romeni furono fermati poco dopo dai carabinieri nella zona di Guarrato. Sottoposti a perquisizione furono trovati in possesso di una pistola revolver, tre passamontagna, delle fascette di plastica utilizzate per immobilizzare le vittime, vari giubbotti nonché diversi piede di porco, torce, mazze, chiavi inglesi, martelli ed altri oggetti atti allo scasso. Agate fu invece rintracciato mentre tentava di allontanarsi a piedi.
ALCAMO. Nuovi guai per Francesco Domingo, l'uomo accusato dai carabinieri di Alcamo di essere uno degli autori dell'attentato incendiario alla sede della segreteria politica dell'ex senatore del Pd di Alcamo, Nino Papania. Per lui infatti il Pm Rossana Penna ha chiesto al Tribunale di Trapani sei anni di reclusione per un'altra vicenda. Il giovane è finito sotto processo, con le accuse di tentata rapina ed estorsione, per alcuni episodi accaduti un anno fa. Domingo è accusato di avere tentato di rapinare, insieme con un complice separatamente giudicato, Maria Rosaria Giordano, una commerciante di Alcamo. La donna fu bloccata, il 24 febbraio del 2012, da due rapinatori mentre stava rientrando a casa. Curiosità, la donna è compagna di Rosario Leo, finito in manette nell'ambito di un'indagine di mafia. Dopo la rapina il padre del complice di Francesco Domingo si recò dall'uomo per scusarsi per il comportamento del figlio. Maria Rosaria Giordano, sentita nel corso del processo, ha detto di non essere a conoscenza della circostanza. Domingo è chiamato a rispondere, insieme con un altro imputato, Antonino Campo, per il quale è stata chiesta una condanna a cinque anni di reclusione, anche di estorsione. Avrebbe preteso venti euro dal titolare di un bar. Il processo riprenderà il prossimo 10 giugno con l'intervento dell'avvocato Agatino Scaringi, difensore di Domingo.
FRATELLI TERRIBILI. Picchiarono selvaggiamente il padre, nel 2009, per avere dei soldi. Due fratelli, entrambi con problemi di tossicodipendenza, di Mazara del Vallo, sono stati condannati dal Tribunale di Marsala. Si tratta di Nicola e Alessandro Cangemi. Il genitore, che lavora come marittimo, fu minacciato e selvaggiamente picchiato dai due figli, allora poco più che maggiorenni, perché si rifiutava di dare loro piccole somme di denaro, invitandoli ad «andare a lavorare». Per tentata estorsione, minacce e lesioni, il Tribunale di Marsala (presidente Riccardo Alcamo) ha, perciò, condannato Nicola Cangemi (giudicato colpevole anche dell'incendio della coperta del letto del padre) a due anni e quattro mesi e una multa di 400 euro, mentre al fratello Alessandro è stata inflitta a un anno e 11 mesi (multa di 200 euro). Per il secondo la pena è stata sospesa. Il padre, costituitosi parte civile contro i figli, dovrà essere risarcito con 3500 euro. A ricostruire la vicenda è stato il Pm Francesca Rago, che aveva invocato cinque anni per Nicola Cangemi e tre anni e tre mesi per il fratello. Il rappresentante dell'accusa ha descritto, in particolare, l'episodio più cruento e drammatico, quando uno dei due fratelli colpì il genitore al capo con un bastone e poi entrambi infierirono su di lui, con una serie di calci, mentre era a terra. E questo perché il padre si era rifiutato di dare loro 100 euro per riparare il ciclomotore.
ABUSI. Il giudice delle udienze preliminari di Marsala Annalisa Amato ha rinviato a giudizio un uomo di 40 anni accusato di avere abusato sessualmente di un ragazzo di 14 anni nel 2011. La prima udienza del processo è stata fissata per il 10 luglio prossimo. L`indagine è nata dalla denuncia della madre della vittima, costituitasi parte civile.