Se non è troppo tardi (servono almeno tre milioni di euro per trovare un accordo con Ryanair, sempre più attratta dalle sirene palermitane e decisa ad investire anche a Comiso) i Comuni e la Camera di Commercio hanno trovato un punto di incontro, che poi non è altro che seguire la strada già indicata dal movimento Turismo e Territorio da circa due anni: sopperire alla soppressione della Provincia di Trapani, che comunque non sarebbe stata più in grado di sostenere economicamente la crescita dello scalo, con l'introduzione di una tassa di soggiorno da parte di tutti i Comuni della Provincia da due euro a notte. La tassa la pagano i turisti, i soldi serviranno a garantire margini di autonomia da parte del managemente dell'Airgest, la società che gestice l'aeroporto. E' questo l'esito delle due riunioni fin qui tenute, l'ultima delle quali alla Camera di Commercio. Castiglione ha messo a disposizione delle amministrazioni una bozza d'accordo per finanziare il rilancio dell'aeroporto.
Stabilito questo, si sta ragionando sulla formula. E bisogna stare attenti, perchè c'è il rischio, concreto, che in realtà questi soldi si perdano per strada. Spieghiamo perchè: i soldi ricavati da ogni singolo Comune non possono andare direttamente all'aeroporto. Quindi i Comuni devono creare un fondo. In questo fondo verranno versati tutti i soldi incassati con la tassa di soggiorno. Ma anche in questo caso i soldi non saranno a disposizione di Airgest, bensì di una società che avrà il compito di "promuovere" i Comuni tramite Ryanair. Si chiama co - marketing. Lo spieghiamo in altre parole: Ryanair pone delle condizoini che sono al limite della legalità, perchè violerebbero (già ad Alghero ci sono state delle sanzioni, e a Verona Meridiana ha fatto una denuncia) le regole dell'Unione Europea sulla libera concorrenza. E infatti Ryanair non può accettare direttamente soldi da un ente territoriale. E allora che fa? Chiede in cambio pubblicità. Tu vuoi che Ryanair atterri a Trapani? Allora i Comuni si devono impegnare a comprare pubblicità nel sito o negli altri spazi di Ryanair per l'importo previsto nel segretissimo contratto. Quindi i soldi dei Comuni servirebbero a questo, e per questo motivo è necessario creare una società che faccia da tramite. .
Adesso tocca comunque ai sindaci interrogarsi sugli aspetti giuridici del regime convenzionale per il co-marketing. Sui tempi tecnici per arrivare una sintesi il presidente dell'Airgest Castiglione non si sbilancia: «Si tratta di un argomento che può avere delle accelerazioni o delle pause di riflessione. Ciò che bisogna assolutamente evitare e che questa occasione possa essere utilizzata per regolare vecchi conti o per riavere strumenti e ruoli avuti in passato». Nella discussione sono stati coinvolti anche i parlamentari del territorio. Come finirà è difficile dirlo. Di certo, la Provincia a breve non ci sarà più, e comunque con il suo 49% di azioni Airgest non sarebbe nelle condizioni di reggere il peso finanziario di un nuovo accordo con Ryanair. I tempi sono stretti. Sul tavolo c'è la richiesta di una mano dalla Regione, ma Crocetta ha fatto sapere che eventualmente verrà fatto un piano per tutti gli aeroporti siciliani (sono ben sette...) senza eccezioni.
La società di gestione del «Vincenzo Florio» si avvia nel frattempo verso una ricapitalizzazione che deve azzerare le perdite e fornire nuovo capitale.
Intanto c'è chi litiga ancora sul nome dell'aeroporto. I socialisti marsalesi criticano duramente la decisione del sindaco di Trapani, Vito Damiano, di opporsi al cambio di denominazione (da «Trapani-Birgi» a «Trapani-Marsala») dell'aeroporto. «Apprendiamo con delusione - si legge in una nota del coordinatore cittadino del Psi, Gaspare Marino - che il sindaco di Trapani dice no al cambio di denominazione dell'aeroporto civile "Vincenzo Florio". Si ricorda che qualche anno fa, su iniziativa del senatore Pietro Pizzo e del Nuovo Partito Socialista di Marsala, con una petizione popolare furono raccolte più di 4000 firme e presentate all'amministrazione provinciale presieduta da Mimmo Turano». «Stupisce ora - continua Marino - il comportamento del sindaco Damiano e appaiono deboli e pretestuose le motivazioni secondo le quali "il cambio di denominazione potrebbe generare dubbi e perplessità all'utenza"». Il Nuovo Psi, quindi, chiede al sindaco Giulia Adamo e al Consiglio comunale «un urgente incontro con il Ministro delle Infrastrutture perché si realizzi, con la firma del relativo decreto, una legittima aspettativa della città». Alla base della richiesta, è stato più volte evidenziato, «non ci sono motivazioni campanilistiche, ma ragioni di natura economico-turistica».