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10/06/2013 04:44:04

Affondamento della "Thetis", chieste le condanne. Diffamazione, a processo il Sindaco di Erice

portacontainer «Msc Eleni» che speronò, facendola colare a picco, la nave del Cnr. I reati contestati ad Esposito, processato davanti il Tribunale di Marsala, sono naufragio, lesioni, omicidio colposo e omissione dolosa di soccorso. «Il comandante della Msc Eleni - ha detto il pm D'Alessandro - ha avuto consapevolezza dell'impatto, ma non ha prestato soccorso e ha sviato la Capitaneria di porto di Mazara del Vallo. Non gli si possono concedere neppure le attenuanti generiche». Per omicidio colposo, nel processo è imputato anche Angelo Barca, 60 anni, comandante della nave affondata (Thetis). L'accusa gli contesta di «non aver manovrato in tempo per togliersi dalla rotta della Msc Eleni». Per Barca il pm ha chiesto la condanna a 7 anni di carcere.

09,00 - Nuova udienza oggi a Marsala nel processo per l`affondamento della nave oceanografica «Thetis», colata a picco dopo essere stata speronata e trascinata, nelle acque al largo di Mazara, dalla portacontainer «Msc Eleni». 

La tragedia si consumò il 3 agosto 2007. Nell'ultima udienza per la Msc sono stati ascoltati l`ingegner Romano, di Torre del Greco, esperto in sinistri marittimi, e l`ex comandante Francesco Alati. Per la compagnia Sopromar, invece, ha deposto l`ex comandante Giovanni Finocchiaro, di Genova. I consulenti della Msc hanno cercato in tutti i modi di difendere l`operato del comandante Salvatore Esposito, 53 anni, campano, accusato di accusato di naufragio, lesioni, omicidio colposo e omissione dolosa di soccorso. Le argomentazioni di Romano e Alati, però, sono andate a cozzare con quanto emerso dalla «scatola nera» della portacontainer, che ha registrato il fragore dell`impatto e le imprecazioni a bordo della Eleni. Per i consulenti, però, a bordo si pensò che si trattava di «una porta che sbatteva». E se c`è stata qualche responsabilità, a loro parere la si dovrebbe attribuire al terzo ufficiale. Giovanni Finocchiaro, invece, sulla base della scatola nera che ha registrato le drammatiche fasi della collisione ha definito «incosciente» la condotta del comandante Esposito, che si avvicinò alla costa, cambiando la rotta prestabilita di ben 7 miglia, solo perché doveva telefonare alla moglie con il telefono cellulare (al largo non c`è copertura del segnale), entrando così a velocità sostenuta, con codizioni di scarsa visibilità (c`era nebbia) in una zona di mare ad «alta densità di traffico». C`erano, infatti, anche diverse imbarcazioni da pesca. Oltre alla Thetis, naturalmente, per la cui attività di ricerca scientifica la Capitaneria di porto di Mazara aveva disposto che nessuna unità doveva avvicinarsi nel raggio di mille metri. Finocchiaro ha, inoltre, dichiarato che i ricercatori finiti in mare hanno riferito di aver visto Petr Mikheychik ancora in vita subito dopo l`impatto e che il comandante Esposito, come si evince dalla scatola nera, pur avendo la certezza della collisione, non solo cercò di nascondere alla autorità marittima cosa era successo, ma non fermava la nave, trascinando la Thetis, incastrata a prora, e provocando così la morte del ricercatore russo. Amarezza, intanto, tra i ricercatori per quanto sostenuto da altri consulenti della difesa, secondo i quali i naufraghi non avrebbero subìto danni fisici e psicologici. 

TRANCHIDA. Comincia oggi il processo per diffamazione al  sindaco di Erice Giacomo Tranchida, davanti il tribunale di Trapani. È accusato di avere offeso, nel corso di una trasmissione televisiva, Francesco Borghi, suo concittadino. Nel 2011 Borghi aveva proposto di sottoporre i componenti del Consiglio comunale e della Giunta a test antidroga. Tranchida, intervenendo nell'ambito di una trasmissione televisiva, avrebbe replicato: «Questo sarebbe da pigliare e sbatterlo dentro per la fine dei suoi giorni». Ed ancora: «Striscia come serpe. Ma, essendo poi figlio di una cultura diciamo campagnola, alle serpi a me hanno insegnato una cosa sola, come dire bisogna puntare alla testa e schiacciarle». Borghi, assistito dall'avv. Nino Sugamele, si è costituito parte civile.  La prima udienza sarà dedicata all'ammissione dei mezzi di prova. Solo in quella successiva il procedimento entrerà nel vivo con i primi testi.
 

DOMINGO. Nuova udienza oggi del processo che vede imputato Francesco Domingo, l'uomo accusato tra l'altro dai carabinieri di Alcamo di essere uno degli autori dell'attentato incendiario alla sede della segreteria politica dell'ex senatore del Pd di Alcamo, Nino Papania. Per lui  il Pm Rossana Penna ha chiesto al Tribunale di Trapani sei anni di reclusione per tentata rapina ed estorsione, per alcuni episodi accaduti un anno fa. Domingo è accusato di avere tentato di rapinare, insieme con un complice separatamente giudicato, Maria Rosaria Giordano, una commerciante di Alcamo. La donna fu bloccata, il 24 febbraio del 2012, da due rapinatori mentre stava rientrando a casa. Domingo è chiamato a rispondere, insieme con un altro imputato, Antonino Campo, per il quale è stata chiesta una condanna a cinque anni di reclusione, anche di estorsione. Avrebbe preteso venti euro dal titolare di un bar. Oggi parla l'avvocato Agatino Scaringi, difensore di Domingo.

SEQEUSTRO.  Il gip del Tribunale di Marsala, Vito Marcello Saladino, ha disposto il sequestro di circa 39 mila euro sul conto corrente di un commerciante marsalese. Si tratta di Paolo Sciacca, 57 anni. Secondo la Procura si tratta di soldi che proverrebbero da carte di credito clonate. L'indagine è stata condotta dalla Guardia di Finanza, ufficio di polizia giudiziaria. Sciacca è difeso dall'avvocato Stefano Pellegrino, che dichiara: "In realtà il mio cliente ha venduto dell'olio extra vergine d'oliva a persone sconosciute...". Da qui la richiesta di dissequestro.