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13/06/2013 06:33:54

Abusi al Rubino, nuovi scenari nel processo: "Per la ragazzina problemi anche in casa"

 Nell'ultima udienza,  è venuto fuori che il Tribunale del minori, ancora prima che venisse fuori il caso del Rubino, aveva già disposto l'allontanamento della presunta vittima dal nucleo familiare,  per «ragioni di devianza». A fornire la notizia, in aula, è stata l'assistente sociale del Comune Caterina Safina, uno dei testi d'accusa chiamati a deporre dal pm Dino Petralia. Da allora la ragazzina, N.C., adesso 16enne, si trova presso una comunità protetta.  «Il decreto - hanno, poi, affermato, gli avvocati Stefano Pellegrino e Roberta Piccione, difensori dei due imputati - dispone anche il divieto per la madre di prelevare la minore e gli incontri vengono concessi in maniera assistita. Quanto emerso depone a favore della tesi difensiva in quanto conferma l'inaffidabilità della madre e del compagno di lei». A contestare, però, l'ingresso in dibattimento della novità è l'avvocato di parte civile, Simona Nathalie Lo Sciuto, che dichiara: «Le informazioni delicate contenute nei decreti del Tribunale dei minori transitate nel procedimento a corredo dell'esame della dottoressa Safina e relativa al rapporto madre-figlia esulano dall'oggetto del processo e il riferimento ad esse serve, verosimilmente, a sviare l'attenzione dai fatti odiosi per cui il procedimento penale è in corso». Per la prossima udienza, fissata per l'11 luglio, saranno chiamati a testimoniare la madre (P.B.) della presunta vittima e tre frequentatori dell'Istituto Rubino. Gli abusi sessuali su N.C. sarebbero stati commessi tra il 2005 e il 2009.Fu il nuovo compagno della madre di N.C. (L.S.), dopo avere raccolto le confidenza della giovane, a rivolgersi ad un assistente sociale (Salvatore Inguì) che li accompagnò alla polizia di Trapani (squadra mobile). Signorelli e Galfano sono agli arresti domiciliari dallo scorso 3 ottobre con la pesante accusa di «violenza sessuale continuata e aggravata in danno di una minorenne».

USURA. Il commercialista marsalese Antonio Fresina consegnerà oggi la sua relazione nella quale si stabilisce se il tasso d'interessi praticato dal presunto usuraio Giacomo Bilardello, sia o meno, appunto, un tasso usuraio. Bilardello è sotto processo, con altre sei persone, a seguito di un'indagine di carabinieri e sezione di pg della Guardia di finanza della Procura. A nominare il perito Fresina, che dovrebbe consegnare oggi il suo responto è stato il Tribunale (presidente del collegio Sergio Gulotta). Oltre a Bilardello, commerciante di Strasatti, imputati sono anche Pietro De Vita, Elisa Conticelli Ottoveggio, Bartolomeo Pacetto, ex direttore di banca, Giuseppa Errante Parrino, Nicolò Salvo e Giuseppe Burzotta. I testi ascoltato sono sembrati abbastanza reticenti. C'è chi ha detto di aver pagato solo poche cambiali emesse nell'ambito di un rapporto di lavoro con Bilardello, c'è chi addirittura ha detto che non era neanche a conoscenza di avere un debito con l'imputato di 75.000 euro. Chi ha raccontato di dover restituire cambiali con interessi del 120 per cento annui rispetto al denaro contante ricevuto, chi ha invece detto che le somme da dare non erano interesi ma "regalie". I tassi d’interesse praticati sarebbero stati, in alcuni casi, di oltre il 450 per cento annuo. Parte civile nel processo sono una dozzina di presunte vittime e la locale Associazione antiracket e antiusura, rappresentata dall’avvocato Giuseppe Gandolfo.