La pena è stata sospesa. Contestualmente, per De Vita è arrivata l'interdizione dai pubblici uffici per 60 giorni. La sentenza è stata emessa dal giudice per le udienze preliminari di Trapani Lucia Fontana. Con lui, imputata una badante, Maria Bevilacqua, condannata a tre anni di reclusione ed un multa di mille euro. La vicenda riguarda il raggiro effettuato ai danni di una badante, incapace di intendere e di volere, scoperto dalla Squadra Mobile di Trapani. Maria Bevilacqua, con la complicità del marito della vittima - nel frattempo deceduto - avrebbe indotto l'anziana donna a vendere una serie di beni mobili ed immobili impossessandosi delle relative somme. In appena cinque mesi la pensionata ha sottoscritto più procure aventi ad oggetto l'alienazione di immobili di sua proprietà dando mandato al marito. Gli atti sono stati redatti dal notaio Gino Attilio Di Vita, difeso dall'avv. Bartolo Bellet che avrebbe attestato la volontà della donna a nominare il coniuge suo procuratore speciale. Secondo gli inquirenti, il professionista non avrebbe provveduto, come invece disposto dalla legge, a verificare se la pensionata fosse nel pieno delle proprie facoltà mentali. Dagli accertamenti è emerso che la donna, affetta da un grave decadimento cognitivo per processo degenerativo del sistema nervoso centrale, era in realtà totalmente incapace di intendere e di volere. Gli immobili sono stati ceduti a terzi a prezzi nettamente inferiori al valore di mercato. Il giudice ha condannato gli imputati a risarcire le parti offese costituitesi parte civile con l'assistenza dell'avvocato Carlo Fontana, rappresentante di parte civile, e dei difensori.
PAPANIA. Quattro avvisi di garanzia nell'ambito delle indagini su una tentata estorsione all'ex senatore del Pd, Nino Papania, sono stati notificati ad altrettanti pregiudicati di Alcamo dai carabinieri. Gia' 15 giorni fa il gip Antonio Cavasino aveva emesso un'ordinanza di custodia cautelare a carico di altri soggetti ritenuti gli attentatori che nella notte del 22 febbraio 2012 fecero esplodere una bomba carta contro la sede della segreteria politica dell'allora senatore democratico Papania, scagliando poi contro i locali anche una bottiglia mototov. Oggi i nuovi avvisi di garanzia nei confronti di 4 soggetti. Gli indagati sono padre e figlio di 62 e 27 anni, un 43enne e un 52enne. Secondo gli investigatori i 4, in maniera autonoma rispetto alle persone arrestate due settimane fa per gli attentati incendiari, cercarono di estorcere a Papania posti di lavoro presso l'Aimeri Ambiente, societa' che si occupa della gestione dei rifiuti. Le indagini, coordinate dal procuratore di Trapani, Marcello Viola e dal sostituto Rossana Penna, hanno fatto emergere come i 4 avvicinarono il senatore in piu' occasioni, approfittando sia di momenti pubblici sia recandosi con insistenza nella sua segreteria politica. In una circostanza, in particolare, lo avrebbero minacciato di ritorsioni nel caso si fosse rifiutato di accogliere le loro richieste. Per tutti e 4 il reato contestato e' di tentata estorsione in concorso.
PANTELLERIA. Il G.I.P. del Tribunale di Marsala, ha revocato la misura cautelare del carcere ed ha concesso gli arresti domiciliari a Adrian Florin Sarca, su istanza dell’avvocato di fiducia Ines Lo Pinto. L’uomo era stato arrestato a Pantelleria lo scorso 3 aprile in seguito ad una rissa in via Borgo Italia. Sarca aveva esploso due colpi di pistola uno dei quali aveva raggiunto ad una gamba Giuseppe Dario Almanza. Le richiesta avanzate dall’avvocato Ines Lo Pinto, suffragate da adeguati elementi probatori, hanno portato il G.I.P. Dott. Francesco Parrinello ed il P.M. Dott.ssa Francesca Rago, a ravvisare una modificazione della situazione e della dinamica dei fatti accertata in precedenza. Sarca, incensurato, aveva collaborato immediatamente con le Forze dell’ordine. L’avvocato difensore, quindi, ha prospettato ai giudici la possibilità per il suo assistito di una attività lavorativa a Pantelleria, insieme alla disponibilità di una abitazione stabile dove è facilmente reperibile. E’ stata pertanto applicata al Sarca la misura cautelare degli arresti domiciliari presso l’abitazione dello stesso, con l’autorizzazione di allontanarsi per recarsi nel luogo ove svolgere la propria attività lavorativa dalle ore 07:00 alle 18:00. “Sono ampiamente soddisfatta – ha dichiarato l’avvocato Ines Lo Pinto - del risultato raggiunto che, pur non esaurendo la vicenda processuale, ha evidenziato la sussistenza di elementi a favore del mio assistito che completano il quadro probatorio, permettendo così all’Autorità Giudiziaria di delineare una ricostruzione dei fatti oggetto di indagine e di quelli antecedenti agli stessi il più conforme possibile alla verità di quanto accaduto e, di conseguenza, lascia ben sperare in una equa e giusta conclusione processuale.”