Ben 84 i capi di imputazione, che coinvolgono a vario titolo trentasette persone fisiche e sette enti. I reati contestati vanno dall’associazione per delinquere alla corruzione, evasione fiscale, false fatturazionie, falso in atto pubblico, operazioni immobiliari fittizie ed altro, falsi documentali e finanziamenti occulti.
I fatti, secondo l’ipotesi accusatoria, accolta dal giudice per le indagini preliminari, dottor Luigi Petrucci, “riguardano il sistema organizzato da Fausto GIACCHETTO per drenare denaro pubblico, attraverso molteplici condotte di rilevanza penale…. il percepimento truffaldino e cospicua deviazione per finalità ad esso estranee del finanziamento comunitario, in più tronconi scaglionati nel tempo e fino al maggio 2009, per il progetto CO.OR.AP. gestito dal CIAPI per conto della Regione siciliana, mediante la corruzione dei funzionari/incaricati di pubblico servizio coinvolti nel procedimento amministrativo di concessione del contributo ed una cospicua produzione di false fatture sia per giustificare gli esborsi, sia per trasferire il profitto illecito dai fornitori del CIAPI alle persone fisiche autrici della truffa o soggetti qualificati corrotti, anche sotto forma di pagamento di spese personali.
“Dalle indagini è emerso che Faustino GIACCHETTO era a capo dell’unico centro media presente in Sicilia e, pertanto, gode di una posizione dominante rispetto ai media locali, che agevola la comprensione di molti dei fatti oggetto delle indagini e mette in luce l’estrema gravità delle condotte con le quali ha potuto, corrompendo politici e funzionari, fungere da centro media della Regione siciliana ovvero il cliente più forte economicamente nel mercato locale.
L’ipotesi accusatoria descrive “un ingegnoso e complesso meccanismo che avuto quale unico scopo il programmato e continuo latrocinio di ingentissime somme pubbliche destinate al soddisfacimento di pubblici interessi, attraverso l’utilizzo dello schermo sociale rappresentato dell’ente di formazione CIAPI di Palermo. Tale “sistema” è stato progettato, diretto e realizzato da Faustino GIACCHETTO, apparente anonimo imprenditore nel campo della comunicazione. Il CIAPI, Centro Interaziendale Addestramento Professionale Integrato, è una associazione senza fini di lucro nata nel 1970 su iniziativa della Cassa per il Mezzogiorno, con la partecipazione societaria della FIAT, dell’Ente Minerario Siciliano, dell’Istituto Roosevelt e del C.I.A.P.I. di Siracusa. Con delibera del C.I.P.E., è passata sotto il controllo del Socio di maggioranza Regione Siciliana (Legge Regionale 6 marzo 1976 n. 25).
“Nel primo periodo di vita, l’attività del C.I.A.P.I. era finalizzata alla qualificazione e alla riqualificazione di personale giovane e adulto da destinare, essenzialmente, agli allora nascenti poli industriali di Termini Imerese e Carini, nel corso del tempo ha differenziato le proprie finalità, specializzandosi, tanto da rappresentare un punto di riferimento nell’ambito della formazione professionale, non solo a Palermo, ove ha sede, ma in tutta la Regione Siciliana.
“Il GIACCHETTO, secondo l’ipotesi accusatoria, in particolare avrebbe creato “un vero e proprio“sistema criminale” che, attraverso continui favoritismi ed elargizioni erogate a funzionari pubblici, politici, soggetti a vario titolo operanti nel settore della comunicazione e della pubblicità, riusciva, da un lato, a far ottenere al CIAPI, che gestiva in piena autonomia, cospicui finanziamenti nell’ambito di diversi progetti via via autorizzati (CO.OR.AP., INFOA, Carovana per l’Orientamento, LABOR, FORMISPE, AttivitàFormazione Personale Enti Locali, FORUM per la LEGALITÀ), ciò in forza delle pratiche di corruttela, dall’altro, a incamerare personalmente una cospicua parte di tali provvidenze – attraverso l’utilizzo di società al medesimo riconducibili -, che utilizzava per bisogni personali, ovvero proprio per le pratiche di corruttela e per alimentare quel complesso sistema di favoritismi e scambi che nulla hanno a che fare con quella che è l’oggetto dell’amministrazione dei pubblici bisogni e del “fare politica”.
“Quindi, si può schematizzare il contenuto di questa indagine avendo come punto di riferimento l’organo della Regione Siciliana, ed in particolare l’allora Assessorato Regionale al Lavoro e Formazione Professionale e l’Agenzia Regionale per l’Impiego e la Formazione Professionale, quindi il CIAPI, ed infine GIACCHETTO Faustino quale punto di contato tra la Regione Siciliana ed il CIAPI, principale dominus e soggetto di collegamento di tutti i protagonisti del sistema.
“GIACCHETTO, formalmente collaboratore del CIAPI, all’interno dei suoi uffici siti in Palermo, via Ruggiero Settimo, in cui prestavano al suo esclusivo servizio diverse persone contrattualizzate invece con il CIAPI – coadiuvato dalla sua segretaria particolare SCADUTO Stefania -, riceveva sia i responsabili del CIAPI (il Presidente RIGGIO Francesco, ed i funzionari BELLISSIMO Carmelo, COMPAGNO Sandro e BONGIORNO Calogero), sia dirigenti regionali, ovvero LO NIGRO Carlo Gaspare (Direttore dell’ Agenzia Regionale per l’Impiego), sia vari referenti politici, tra cui assessori al Lavoro e Formazione Professionale, (per esempio FORMICA Santi, GENTILE Luigi, INCARDONA Carmelo, CASCIO Francesco, SCOMA Francesco, etc..) con cui si programmavano e si studiavano le strategie di sistema.
“In particolare, è stato accertato che a fronte di provvedimenti emessi da alcuni dei soggetti politici o del LO NIGRO, questi ricevevano regalie varie (sotto forma di mazzette in denaro contante, concessioni in uso gratuito di appartamenti, viaggi, sponsorizzazioni, abbonamenti allo stadio “Renzo Barbera”, etc.) ed anche illeciti contributi per scopi elettorali.
“I soggetti pubblici a vario titolo coinvolti sono LO NIGRO Carlo Gaspare, FORMICA Santi, GENTILE Luigi, INCARDONA Carmelo, DI CARLO Domenico, INZERILLO Gerlando, CASCIO Francesco, SCOMA Francesco, VITRANO Gaspare, CAPUTO Salvatore, DINA Antonino, ALOTTA Salvatore, SPARMA Calogero Gianmaria, SANFILIPPO Salvatore e LEANZA Nicola, nei cui confronti sono stati raggiunti concreti elementi per contestare il reato di finanziamento illecito – tranne per il LO NIGRO e SPARMA Calogero Gianmaria -, ovvero, per quegli episodi in cui è stato accertato il compimento di un atto contrario ai doveri d’ufficio, il reato di corruzione.
“A questi vanno necessariamente aggiunti il Presidente del CIAPI RIGGIO Francesco, ed i funzionari BELLISSIMO Carmelo, COMPAGNO Sandro e BONGIORNO Calogero, partecipi della truffa e del depauperamento dei soldi pubblici. Nel periodo dal 2006 al 2011 il CIAPI ha ottenuto per il finanziamento dei progetti sopra riportati somme al momento stimate per circa 93 milioni di euro.
“L’indagine ha riguardato, per il momento, esclusivamente gli accertamenti sulla regolarità delle procedure di finanziamento, rendicontazione e spesa del solo progetto CO.OR.AP. – relativo alla creazione di “sportelli multifunzionali” per favorire il contatto tra domanda e offerta di lavoro e la stipulazione di contratti di apprendistato, quindi posti di lavoro – finanziato al CIAPI dalla Regione Sicilia con l’importo complessivamente versato pari ad € 15.191.274,73.
“Il procedimento trae origine dalla trasmissione, da parte dell’OLAF, di consistente mole documentale relativa a tale finanziamento, oggetto di verifica ispettiva dell’UE nel corso del 2009, allorquando gli ispettori europei, scesi a Palermo, acquisirono documenti – decreti di concessione, integrazione etcc.. – fatture ed altro relativamente al progetto CO.OR.AP., che poi ritrasmisero a questa AG.
“A fronte di tale compendio, i finanzieri hanno concentrato l’attenzione investigativa sulla verifica delle modalità di scelta dei fornitori del CIAPI e sulla regolarità formale e sostanziale delle fatture con cui i fornitori hanno documentato, anche fiscalmente, la prestazione di beni o servizi resa al CIAPI e la percezione delle somme da quest’ente pagate con i soldi pubblici. Veniva immediatamente alla luce l’impossibilità di accertare in che modo il CIAPI avesse scelto i propri fornitori, se non quello della totale ed indiscriminata discrezionalità, ed anche il riproporsi di alcune società, in particolare Sicily Comunication Srl e Media Center Srl, poi la stranezza o l’abnormità di alcune fatture emesse, soprattutto da queste due società, al CIAPI.
“investigativa a seguito delle dichiarazioni auto ed etero accusatorie – circostanziate e totalmente riscontrate – di COLLI Sergio e VITALE Angelo formali amministratori della Sicily Comunication Srl – poi divenuta Media Consulting Srl – e Media Center & Management Srl, ma in realtà succubi totali di GIACCHETTO Faustino, il quale li ha utilizzati e quasi plagiati, tanto da diventare, dietro un compenso pari a poco più di 3.000 €, il suo bancomat personale da cui attingere denaro contante del CIAPI.
“I due hanno permesso di ricostruire pienamente il sistema di ruberia, favori, regalie, e saccheggio dei fondi pubblici di cui il GIACCHETTO è stato il protagonista principale: dalle sovrafatturazioni effettuate alla creazione di fatture del tutto false con indicazione di nomi di fantasia; dai prelievi giornalieri di denaro contante che i due consegnavano al GIACCHETTO o direttamente ai corrotti, ai servizi fatti, con denaro del CIAPI, a questi ultimi o al GIACCHETTO, che li utilizzava financo per provvedere al lavaggio della propria automobile.
“In buona sostanza, sempre da quegli uffici di via Ruggero Settimo, ove GIACCHETTO riceveva i funzionari e i politici, partivano gli ordini, impartiti dalla SCADUTO al COLLI e al VITALE, ma anche ad altri soggetti economici che lo aiutavano, con maggiore personale profitto, nell’opera di latrocinio. Sempre da quegli uffici si redigevano i provvedimenti poi fatti propri dagli organi regionali.
“Va detto che l’opera di analisi e verifica dei documenti fiscali ha permesso di valutare, allo stato degli atti, l’importo complessivo delle somme malversate in circa 25 milioni di euro, che riguardano, tuttavia, anche gli altri progetti sopra indicati, di cui il CIAPI è stato beneficiato, va da sé che i successivi approfondimenti investigativi riguarderanno anche tali aspetti.
“Le modalità attraverso le quali GIACCHETTO e i suoi complici hanno monetizzato le provvidenze pubbliche sono state essenzialmente quelle dell’assegnare il CIAPI – e quindi del Presidente RIGGIO e degli altri membri dell’ente di formazione - a società compiacenti la fornitura di beni e servizi a fronte dell’emissione di fatture per operazioni del tutto o parzialmente inesistenti, così è stato per le società, come detto, del VITALE, per quelle di MESSINA Pietro, di SALA Massimiliano, di MARRONE Francesco.
“Altro modo invece atteneva la scelta, sempre da parte del CIAPI, delle società Damir Srl, Alessi Spa, Gap Srl, Novantacento Srl, Start Affissioni Srl, Space Srl, Publikompass Spa, quali fornitori di servizi di pubblicità, a fronte del riconoscimento al GIACCHETTO per l’opera di “mediazione” di una percentuale consistente degli introiti incassati. …
“Singolare è invece la vicenda che ha coinvolto la società U.S. Città di Palermo Spa che gestisce la squadra di calcio del Palermo, per cui, anche qui, a fronte della stipula con il CIAPI di contratti di utilizzo delle risorse pubblicitarie e comunicative che l’associazione sportiva può offrire, GIACCHETTO riceveva in cambio biglietti e abbonamenti gratis, di cui faceva buon uso elargendoli alle persone al medesimo utili o utilizzabili per la funzione o il ruolo ricoperto.
“In alcune occasioni GIACCHETTO, utilizzando sempre le società formalmente amministrate dal VITALE/COLLI (Media Center & Management Srl e Media Consulting Srl), faceva stipulare da queste contratti preliminari di acquisto di beni immobili figurando in un’occasione venditore, in altre sua moglie ARGENTO Concetta in altre ancora terzi (MARINO Salvatore ed Eurocostruzioni Spa), cui seguiva la consegna con assegni di un importo a titolo di caparra confirmatoria. Alla scadenza del termine indicato in contratto per la stipula del definitivo ed in assenza di tale negozio per fatto attribuibile alla parte promissaria acquirente, l’importo di cui alla caparra passava nella piena proprietà del promissario venditore, e quindi i soldi del CIAPI finanziati dalla Regione e soprattutto dalla UE.
A fronte di tale quadro sconcertante, le indagini facevano luce, anche qui in maniera forse ancor piùscioccante, su come il CIAPI nei fatti dava effettiva esecuzione al progetto CO.OR.AP. finanziato e sui risultati relativi alla realizzazione di posti di lavoro: zero.
Venivano escussi alcune persone assunte dal CIAPI e impiegate negli sportelli multifunzionali, che lamentavano mancanza di risorse – tavoli, computer, etcc.. -, di direttive su ciò che dovevano fare, lasciati completamente in balia di sé stessi e che si limitavano ad apporre la presenza giornaliera senza sapere il motivo reale per cui erano stati assunti.
Fa da contraltare il fatto che per il solo progetto CO.OR.AP., il CAIPI ha contrattualizzato per un anno ben 278 persone, seguendo – come pienamente confortato dal quadro complessivo offerto dagli elementi di indagine – una logica puramente politico assistenziale e, probabilmente, di tipo clientelare.
Nel periodo dal 2006 al 2011, secondo l’ipotesi accusatoria, il Ciapi ha ottenuto per il finanziamento dei progetti somme al momento stimate per circa 93 milioni di euro. L’ordinanza del Gip descrive i rapporti fra politici, funzionari, Ciapi, Fausto Giacchetto ed i suoi più stretti collaboratori.
Nel primo periodo di vita, l’attività del C.I.A.P.I. era finalizzata alla qualificazione e alla riqualificazione di personale giovane e adulto da destinare, essenzialmente, agli allora nascenti poli industriali di Termini Imerese e Carini, nel corso del tempo ha differenziato le proprie finalità, specializzandosi, tanto da rappresentare un punto di riferimento nell’ambito della formazione professionale, non solo a Palermo, ove ha sede, ma in tutta la Regione Siciliana.
Faustino GIACCHETTO in particolare ha creato un vero e proprio “sistema criminale” che, attraverso continui favoritismi ed elargizioni erogate a funzionari pubblici, politici, soggetti a vario titolo operanti nel settore della comunicazione e della pubblicità, riusciva, da un lato, a far ottenere al CIAPI, che gestiva in piena autonomia, cospicui finanziamenti nell’ambito di diversi progetti via via autorizzati (CO.OR.AP., INFOA, Carovana per l’Orientamento, LABOR, FORMISPE, Attività Formazione Personale Enti Locali, FORUM per la LEGALITÀ), ciò in forza delle pratiche di corruttela, dall’altro, a incamerare personalmente una cospicua parte di tali provvidenze – attraverso l’utilizzo di società al medesimo riconducibili -, che utilizzava per bisogni personali, ovvero proprio per le pratiche di corruttela e per alimentare quel complesso sistema di favoritismi e scambi che nulla hanno a che fare con quella che èl’oggetto dell’amministrazione dei pubblici bisogni e del “fare politica”.
Quindi, si può schematizzare il contenuto di questa indagine avendo come punto di riferimento l’organo della Regione Siciliana, ed in particolare l’allora Assessorato Regionale al Lavoro e Formazione Professionale e l’Agenzia Regionale per l’Impiego e la Formazione Professionale, quindi il CIAPI, ed infine GIACCHETTO Faustino quale punto di contato tra la Regione Siciliana ed il CIAPI, principale dominus e soggetto di collegamento di tutti i protagonisti del sistema.
GIACCHETTO, formalmente collaboratore del CIAPI, all’interno dei suoi uffici siti in Palermo, via Ruggiero Settimo, in cui prestavano al suo esclusivo servizio diverse persone contrattualizzate invece con il CIAPI – coadiuvato dalla sua segretaria particolare SCADUTO Stefania -, riceveva sia i responsabili del CIAPI (il Presidente RIGGIO Francesco, ed i funzionari BELLISSIMO Carmelo, COMPAGNO Sandro e BONGIORNO Calogero), sia dirigenti regionali, ovvero LO NIGRO Carlo Gaspare (Direttore dell’ Agenzia Regionale per l’Impiego), sia vari referenti politici, tra cui assessori al Lavoro e Formazione Professionale, (per esempio FORMICA Santi, GENTILE Luigi, INCARDONA Carmelo, CASCIO Francesco, SCOMA Francesco, etc..) con cui si programmavano e si studiavano le strategie di sistema.
In particolare, è stato accertato che a fronte di provvedimenti emessi da alcuni dei soggetti politici o del LO NIGRO, questi ricevevano regalie varie (sotto forma di mazzette in denaro contante, concessioni in uso gratuito di appartamenti, viaggi, sponsorizzazioni, abbonamenti allo stadio “Renzo Barbera”, etc.) ed anche illeciti contributi per scopi elettorali.
I soggetti pubblici a vario titolo coinvolti sono LO NIGRO Carlo Gaspare, FORMICA Santi, GENTILE Luigi, INCARDONA Carmelo, DI CARLO Domenico, INZERILLO Gerlando, CASCIO Francesco, SCOMA Francesco, VITRANO Gaspare, CAPUTO Salvatore, DINA Antonino, ALOTTA Salvatore, SPARMA Calogero Gianmaria, SANFILIPPO Salvatore e LEANZA Nicola, nei cui confronti sono stati raggiunti concreti elementi per contestare il reato di finanziamento illecito – tranne per il LO NIGRO e SPARMA Calogero Gianmaria -, ovvero, per quegli episodi in cui è stato accertato il compimento di un atto contrario ai doveri d’ufficio, il reato di corruzione.
A questi vanno necessariamente aggiunti il Presidente del CIAPI RIGGIO Francesco, ed i funzionari BELLISSIMO Carmelo, COMPAGNO Sandro e BONGIORNO Calogero, partecipi della truffa e del depauperamento dei soldi pubblici….
Fausto Giacchetto, Angelo Vitale e l’ex Presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Francesco Cascio, sono chiamati a rispondere del “ reato di cui agli articoli 110, 81 cpv. c.p., articolo 4 della Legge n. 659/81 ed articolo 7 della Legge n. 195/74”. In concorso tra loro e con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, GIACCHETTO Faustino e VITALE Angelo, nelle rispettive qualità di amministratore di fatto e di legale rappresentante della Sicily Comunication S.r.l. (ora Media Consulting S.r.l.), in assenza di apposita delibera societaria e di regolare iscrizione nei bilanci della predetta società– e, quindi violando la normativa in materia – corrispondevano a CASCIO Francesco, deputato all’Assemblea Regionale Siciliana, contributi politico-elettorali attraverso il pagamento delle spese da parte della citata Sicily Comunication S.r.l….”.
L’ordinanza riserva largo spazio ai metodi utilizzati da Fausto Giacchetto, per ottenere provvigioni dalle imprese editoriali cui assegnava la pubblicità regionale. Ecco uno stralcio:
Alessi Spa, Publikompass Spa, Damir S.r.l. etc…, per potere ottenere gli ordini dal citato Ente hanno dovuto riconoscere e liquidare a GIACCHETTO Faustino – attraverso la moglie ARGENTO Concetta e/o società a lui riconducibili – consistenti somme di danaro sotto forma di “diritti di agenzia” e di“negoziazione”.
Pertanto, oltre ad essere remunerato dal C.I.A.P.I. per l’incarico di Responsabile della comunicazione, Fausto GIACCHETTO ha ottenuto il riconoscimento di onerose “provvigioni” da parte delle società che, grazie alla sua stessa “intercessione”, effettuavano forniture/prestazioni nei confronti del C.I.A.P.I.
Considerato che dette provvigioni sono state calcolate e liquidate a GIACCHETTO sulla scorta di quanto effettivamente incassato dai fornitori del C.I.A.P.I., è evidente come l’interesse del GIACCHETTO non fosse quello di far “risparmiare” l’ente (negoziando al “ribasso” i prezzi delle forniture) ma, in realtà, di far spendere l’intero budget a disposizione.
Dunque, “maggiori” erano gli importi delle forniture che le imprese effettuavano nei confronti del C.I.A.P.I., “maggiori” erano le conseguenti provvigioni liquidate a GIACCHETTO, il quale ha poi dirottato tali somme alla moglie ARGENTO Concetta e alle società Sicilycomunication S.r.l. e Media Center & Management S.r.l., soggetti economici che, benché formalmente amministrati da VITALE Angelo, erano, di fatto, nella piena disponibilità del medesimo.
Significativo è il caso della Publikompass S.p.A. che, prima di inziare il rapporto commerciale con il C.I.A.P.I., ha conferito l’incarico di “procacciatore d’affari occasionale” ad ARGENTO Concetta facendo“riferimento alle intese intercorse e, specificatamente, al suo impegno ad iscriversi – nel periodo di vigenza del presente accordo – al ruolo abilitante all’esercizio delle attività di agente di commercio”.
In pratica, la Publikompass S.p.A. ha stipulato un accordo con ARGENTO Concetta – in esecuzione del quale le ha complessivamente corrisposto, tra il 2006 ed il 2012, oltre 850.000 euro (al lordo delle ritenute di legge) – senza che la donna fosse in realtà abilitata a svolgere l’attività di agente di commercio ai sensi della Legge n. 204 del 3 maggio 1985 e del D.M. 21 agosto 1985.
Nel caso delle provvigioni liquidate alla Sicily Comunication S.r.l. e alla Media Center & Management S.r.l., i vari fornitori del C.I.A.P.I. Palermo hanno dichiarato, in atti, di considerare le società come amministrate, in via esclusiva, da GIACCHETTO Faustino.
A quanto sopra, si aggiunga che le provvigioni in argomento sono state liquidate a GIACCHETTO in misura superiore a quelle generalmente riconosciute e applicate nel settore della pubblicità, in quanto nelle imprese fornitrici del C.I.A.P.I. vi era la consapevolezza che la mancata accettazione delle condizioni “imposte” dal GIACCHETTO avrebbe determinato l’estromissione da importanti investimenti, come emerso dalle dichiarazioni rese in atti dai rispettivi rappresentanti:
- ALESSI Gaspare (“non ho mai saputo quale fosse il ruolo/incarico formale ricoperto dal GIACCHETTO all’interno del C.I.A.P.I. e di Italia Lavoro Sicilia S.p.A. ma che, in ogni caso, era di tutta evidenza come lui avesse, di fatto, l’intera gestione dei bugdet per la pubblicità di tali enti. In pratica, il GIACCHETTO era l’unico interlocutore di tali enti per ciò che riguarda la pubblicità per cui avevamo la consapevolezza che, non accettare le sue condizioni, avrebbe determinato l’estromissione/ridimensionamento della nostra azienda da importanti investimenti”)
- MIRRI Dario (“Questa sua “posizione di forza” ha determinato in noi la consapevolezza che, non accettare le sue condizioni, avrebbe di fatto estromesso la Damir S.r.l. dagli investimenti pubblicitari del C.I.A.P.I. e di Italia Lavoro Sicilia S.p.A. (…) sicuro beneficiario di queste operazioni, pertanto, era il GIACCHETTO a cui veniva liquidato il 50% del nostro fatturato nei confronti del C.I.A.P.I. e di Italia Lavoro Sicilia S.p.A. limitandosi a svolgere un lavoro di mera intermediazione”)
- AMATO Giuseppe (“con riguardo alla percentuale riconosciuta a titolo di provvigione al GIACCHETTO, che la Gap S.r.l., per potere lavorare con il C.I.A.P.I. e con Italia Lavoro Sicilia Spa, doveva accettare le condizioni da lui dettate…omissis…l’ampio margine di discrezionalità su cui poteva contare il GIACCHETTO ci ha convinti a riconoscergli delle provvigioni particolarmente onerose per evitare conseguenze dannose per la nostra azienda (rimanere esclusi dagli investimenti pubblicitari del C.I.A.P.I. e/o di Italia Lavoro Sicilia Spa)”)
- CIPOLLINA Diego (“Queste, infatti, erano superiori di quelle che generalmente la Publikompass S.p.A. riconosce ai nostri agenti in quanto il GIACCHETTO aveva un ruolo determinante nella pianificazione pubblicitaria del cliente C.I.A.P.I. che, come più volte evidenziato dallo stesso GIACCHETTO, poteva disporre di importanti investimenti nella pubblicità. Per non essere esclusi o comunque marginalizzati da questi importanti investimenti del C.I.A.P.I., Publikompass S.p.A. ha dovuto riconoscere le suddette provvigioni (22,25%) al GIACCHETTO”).
Si è già detto che tale condotta, al momento dei fatti, penalmente irrilevante, potrebbe ora integrare l’ipotesi delittuosa introdotta dalla l. 190/12 che ha inserito nel corpo codicistico l’art. 346 bis c.p. (traffico di influenze illecite).
Le indagini hanno dunque permesso di riscontrare che gli ingenti budget finanziari di cui poteva disporre il C.I.A.P.I. di Palermo per le campagne pubblicitarie sono stati oggetto di illecito arricchimento da parte del GIACCHETTO e del suo entourage:
- attraverso false fatturazioni nei confronti del C.I.A.P.I. da parte della Sicilycomunication S.r.l. e della Media Center & Management S.r.l., società che, come ampiamente documentato nel corso delle indagini, benché formalmente amministrate da VITALE Angelo sono state di fatto gestite da GIACCHETTO Faustino;
- attraverso false fatturazioni nei confronti del C.I.A.P.I. da parte della Effemmerre Group 007 S.r.l., della Effemmerre Team S.r.l. e delle ditte individuali Strategie di Comunicazione di Messina Pietro e Filmax di Sala Massimiliano, soggetti economici che, a loro volta, trasferivano a GIACCHETTO Faustino una consistente parte del denaro percepito dal C.I.A.P.I.:
a) per il tramite della moglie ARGENTO Concetta e/o di società a lei comunque riconducibili (CO.F.ARG. S.r.l. e A.DI.LAT. Sas di DI SALVO Antonina & C.) nonché attraverso la Sicilycomunication S.r.l.;
b) pagando onerosi viaggi e soggiorni all’estero per il GIACCHETTO e/o per i suoi familiari/conoscenti.
Come detto, terza fonte di indebito arricchimento per il GIACCHETTO era costituita dal riconoscimento di“importanti” provvigioni da parte di tutti i fornitori del C.I.A.P.I. Palermo (Alessi Spa, Publikompass Spa, Damir S.r.l., Gap S.r.l., Space S.r.l., Novantacento S.r.l., Start Affissioni S.r.l.), che hanno dovuto pagare, a seconda dei casi, alla Sicilycomunication S.r.l. e/o alla Media Center & Management S.r.l. e/o ad ARGENTO Concetta consistenti somme di danaro sotto forma di “diritti di agenzia” e di “diritti di negoziazione”.
Dette erogazioni, come diffusamente documentato, ammontano a oltre 4 milioni di euro (IVA esclusa).
Nel corso degli anni, dunque, GIACCHETTO Faustino ha gestito e utilizzato per “diverse” finalità le cospicue somme di denaro che ha fatto confluire – sia direttamente dal C.I.A.P.I. che attraverso le imprese fornitrici dello stesso – sui conti correnti della Sicilycomunication S.r.l. e/o della Media Center & Management S.r.l.
Si sottolinea come, attraverso la registrazione nella contabilità della Sicilycomunication S.r.l. e della Media Center & Management S.r.l. di fatture per operazioni inesistenti, GIACCHETTO ha potuto disporre interamente del denaro “incassato” per l’IVA, come illustrato da VITALE Angelo, che ha dichiarato al riguardo: “GIACCHETTO pretendeva la restituzione degli interi importi che venivano accreditati sul conto corrente della Sicilycomunication S.r.l. (dal C.I.A.P.I. e dagli altri soggetti nei cui confronti mi indicava di fatturare).
In più occasioni sollevai il problema al GIACCHETTO che sulle fatture che mi faceva emettere come Sicilycomunication S.r.l. avrei dovuto pagare le imposte sui redditi della società e l’IVA.
Il GIACCHETTO si alterava ed iniziava ad inveire contro di me, minacciandomi che mi avrebbe rovinato in quanto le imposte e l’iva da pagare non era un problema che lo riguardava, che dovevo “arrangiarmi” e che a lui interessava solamente avere il denaro.
Nel ribadire che me “l’avrebbe fatta pagare” se non gli avessi consegnato il denaro – che il GIACCHETTO considerava suo in quanto veniva accreditato sul conto della Sicily grazie alle commesse/ordini da lui procurati -, il GIACCHETTO mi invitava a risolvere il problema di cui sopra ricorrendo a delle false fatturazioni in acquisto. Le sue parole/minacce mi terrorizzavano a tal punto che mi adoperavo nel reperire – anche stampandole personalmente – numerose fatture false che venivano registrate nella contabilità della Sicilycomunication S.r.l..
In tal modo si abbatteva l’IVA ed il reddito in capo alla citata società fino al punto che potevo restituire senza problemi al GIACCHETTO (consegnandoglielo in contanti, trasferendolo a soggetti a lui collegati ed effettuando spese per suo conto) il denaro che perveniva a seguito delle fatture emesse dalla Sicilycomunication S.r.l. (…)” (cfr. verbale del 07.08.2012).
Molteplici sono risultate le modalità di trasferimento del denaro dalla Sicily Comunication S.r.l. e dalla Media Center & Management S.r.l. in favore del GIACCHETTO Faustino:
1 Consegna di somme in contanti da parte di VITALE Angelo, personalmente o attraverso COLLI Sergio
In merito, VITALE ha dichiarato:“(…)negli anni 2006, 2007 e 2008, il denaro che consegnavo in contanti al GIACCHETTO, dopo averlo prelevato dai conti correnti della Sicily e riposto all’interno di alcune buste per corrispondenza (formato 10×21), ammonta ad almeno 5.000 euro al giorno(cfr. verbale del 14.07.2012) (…) nel 2009, quindi, continuai a prelevare denaro contante ed a consegnarlo al GIACCHETTO Faustino, nonché a pagare tutta una serie di spese per suo conto“ (cfr. verbale del 07.08.2012).