La quasi totalità dei medici che compongono le 15 commissioni di invalidità in provincia di Trapani si sono dimessi. I motivi non sono chiari, almeno ufficialmente, ma sembra che la riduzione del numero delle visite mediche giornaliere, e l'abbattimento degli onorari siano all'origine della "protesta". Sull'argomento, il dottore Elio Mendola, dirigente medico dell'Asp di Trapani, responsabile dell'Unità Operativa di coordinamento interdistrettuale delle commissioni di invialidità civile, conferma che "al momento ci sono disagi per l'utenza, dovuti proprio al fatto che le commissioni sono scadute e vanno rinnovate".
A tutto questo va aggiunta la normativa sulle incompatibilità, infatti il medico che opera come perito tecnico presso i Tribunali non può nello stesso tempo far parte delle Commissioni, e il compenso come CTU è nettamente superiore. I disagi durano da 15 giorni e con le visite che sono sospese a rimetterci sono le fasce più deboli della popolazione. Sono infatti queste Commissioni che decidono se una persona può avere o mantenere la pensione di invalidità, se ai malati più gravi spetta l'accompagnamento, oppure se i dipendenti pubblici e privati possono chiedere l'avvicinamento con la legge 104.
I patronati dei vari sindacati per ora mantengono un basso profilo, anche per non vedersi travolti dalla protesta, sono loro infatti ad essere il primo punto di contatto con l'utenza. Oltre ai Patronati anche all'Inps fanno sapere di seguire molto attentamente la vicenda, con le visite che sono sospese, come afferma lo stesso dirigente dell'Azienda sanitaria di Trapani Mendola: "Se non avviene la nomina dei medici, non possiamo procedere con il rinnovo della convenzione con l'Inps".
Non è la prima volta che ciò accade. Già nel 2010 l'Ordine dei Medici della Provincia di Trapani, in una nota, aveva contestato i “compensi non adeguati, complessità delle attività on line e orario e modalità di lavoro che minano decoro e dignità professionale dei componenti delle Commissioni mediche invalidi civili. A essere compromessa è la dignità professionale dei medici costretti a subire un compenso stabilito nel 1993 non adeguato alla mole di lavoro svolta e strumenti informatici che non consentono di smaltire celermente le pratiche”.