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12/07/2013 04:00:56

Trapani, chiesti 7 anni per il "guaritore" Mannina. Omicidio Cucchiara: chiesto l'ergastolo per Marrone

Per lui si è aggiunta nel corso del processo una nuova contestazione, minore, se vogliamo, ma significativa: esercizio abusivo della professione di pranoterapeuta. Il processo è alle battute finali. La sentenza è attesa per fine Luglio. Il Pm Di Sciuva ha già tenuto la sua requisitoria davanti il collegio presieduto da Alessandra Camassa. La richiesta di pena è di  sette anni e nove mesi di reclusione e al pagamento di una multa di tremila euro. Durante l'indagine, che poi portò al suo arresto, gli investigatori piazzarono anche delle videocamere nascoste che ripresero Mannina alle prese con le sue "guarigioni".  Le indagini furono avviate a seguito della denuncia di un autotrasportatore, Gaspare Di Fazio. L'uomo, in particolare, ha raccontato agli investigatori di essersi sottoposto per anni alle sedute terapeutiche di Mannina, consistenti nell'imposizione delle mani e nella recita di preghiere, perche' convinto di essere vittima di una fattura malefica. Nel tempo, la vittima avrebbe soddisfatto ogni richiesta del guaritore, facendogli numerosi regali, lavorando gratuitamente per lui, elargendogli somme di denaro, consegnandogli oggetti che teneva in casa e che secondo il guaritore dovevano essere "lavorati", ossia liberati dagli spiriti maligni; prestazioni gratuite sarebbero state fornite anche dalla moglie del denunciante, con il ruolo di addetta alle pulizie. Tutti i regali sarebbero stati richiesti dall'indagato, per conto di un'entita' soprannaturale da lui evocata e chiamata "Cristianu".Quando la vittima cercava di interrompere il rapporto, nelle vicinanze della sua auto trovava oggetti che avevano un preciso significato simbolico nel mondo dell'occulto: ossa di animali, lische di pesce, filo di nylon intrecciato, un pupazzo bruciacchiato, una lunga corda con svariati nodi. La stessa auto era stata infine incendiata. Le sedute di guarigione si svolgevano in uno stanzino dell'officina in cui Giacomo Mannina e dove riceveva altri clienti, che arrivavano anche da fuori Sicilia, come emerso dalle intercettazioni telefoniche e ambientali. Circostanza negata dall'imputato. Gli inquirenti hanno contestato a Giacomo Mannina anche di avere abusato di una donna che si era rivolta a lui per guarire da alcuni presenti malefici. Nel corso delle indagini è emerso che l'uomo avrebbe abusato anche di un'altra donna. Gli avvocati Nino Sugamele e Benedetto Ruggirello, legali di parte civile - il primo assiste Gaspare Di Fazio mentre l'altro una delle due donne vittima di abusi - si sono associati alla richiesta di condanna del pubblico ministero chiedendo anche un risarcimento dei danni. I difensori hanno inoltre chiesto al Tribunale di Trapani di condannare l'imputato al pagamento di provvisionali nella misura di 80mila euro per l'autotrasportatore e di 20mila euro per la presunta vittima di abusi. L'avvocato Salvatore Alagna, difensore di Mannina, sostiene che che non vi è alcuna prova della colpevolezza del suo assistito. Il legale concluderà il proprio intervento nella prossima udienza fissata per il prossimo 18 luglio. Nella stessa giornata sono previste le eventuali repliche e la sentenza.

MARRONE. E' stato chiesto l'ergastolo per Giuseppe Marrone, commerciante di 47 anni di Mazara, chiamato a rispondere di omicidio. Il processo si tiene davanti al Tribunale di Trapani, in corte d'Assise,  dal Pm Giacomo Brandini. Marrone si proclama sempre innocente: «Sono in galera per una cosa che non ho fatto». Marrone è chiamato a rispondere dell'uccisione di  Giuseppe Cucchiara, un pregiudicato assassinato il 13 gennaio 2010 a Mazara. Per l'accusa Marrone, dopo avere attirato Cucchiara in una trappola, gli avrebbe sparato con un fucile da sub. Poi si sarebbe liberato del corpo gettandolo in un torrente.Le indagini durarono parecchi giorni, e subirono una svolta dopo che un teste, Vincenzo Marino, messo alle strette, ammise di avere assistito indicando l'esecutore proprio in Giuseppe Marrone.
Il movente? Secondo il teste il presunto omicida "nutriva rancore nei confronti di Giuseppe Cucchiara". Ascoltato in Corte d'Assise, a Trapani, Marino ha riferito che "Cucchiara aveva accusato Marrone di essere uno spacciatore di droga, secondo lui ingiustamente". L'effetto dell'accusa era stata la condanna di Cucchiara a diversi anni di galera, con il rammarico dei "figli che erano dovuti crescere senza il padre". Ecco perchè il suo amico (o meglio il suo ex amico, dato che la testimonianza è cruciale ai fini del processo) ripeteva spesso che "alla prima occasione l'avrebbe ammazzato". Marino, da parte sua, pare avrebbe tentato di dissuaderlo: "Gli ho detto che quattro schiaffoni sarebbero stati più che sufficienti". Secondo gli investigatori Cucchiara sarebbe stato attirato in un luogo isolato, con una scusa, e lì freddato con un fucile da sub. Il cadavere, gettato in mare nel porto canale di Mazara del Vallo, si incagliò in un canale di scarico, e lì fu trovato tempo dopo. 
Marrone, sentito nel corso del processo, ha sostenuto di avere avuto modo di chiarirsi con l'amico, durante la detenzione, e di avere più volte aiutato Cucchiara. Marrone indica anche una pista alternativa: «Cucchiara continuava a spacciare. Si era indebitato. Un giorno sono dovuto intervenire per salvarlo da tre uomini che lo stavano picchiando».  L'avv. Giacomo Frazzitta, legale di parte civile, s'è associato alla richiesta della pubblica accusa. La sentenza è attesa per il 16 luglio.