Ha aperto i pantaloni davanti ad una addetta alle pulizia ed ha chiesto: "Vuoi fare l'amore con me?". La sentenza è stata emessa a Trapani dal giudice Piero Grillo. L'episodio è accaduto nella primavera del 2010 fa presso gli uffici comunali di Paceco. L.O. ha raggiunto la vittima all'interno di una stanza, si è denudato e le ha spiegato che da tempo non intratteneva più rapporti sessuali con la moglie e le ha proposto di fare sesso. La signora lo ha cacciato urlando, ed ha protestato formalmente nei confronti dei suoi superiori, scoprendo, con grande meraviglia, che anche un'altra collega aveva ricevuto la stessa sorte. Nel corso delle indagini è emerso che l'impiegato aveva molestato altre donne. L'uomo ha patteggiato la pena a solo tre mesi, con la condizionale, ma c'è da chiedersi se sia ancora nei ranghi del Comune di Paceco o se gli sia stata applicata quanto meno la sospensione dal servizio....
VIOLENZA SESSUALE. Antonio Pantaleo, agricoltore marsalese di 44 anni, è stato assolto dall'accusa di violenza sessuale dal tribunale di Marsala. Era accusato dalla ex moglie, che era fuggita con un altro uomo, portanto via anche il bambino, e che è stata da Pantaleo denunciata per sottrazione di minore ed abbandono del tetto coniugale. L'avvocato Ignazio Bilardello, difensore dell'imputato, ha contestato l'attendibilità dell'accusatrice, cioè della signora Rosita De Vita, che, come emerso nel processo, quando fuggì con Giovanvito Titone, era incinta (probabilmente dell'amante: il marito, infatti, ha detto che «già da un anno» vivevano da «separati in casa» e non avevano rapporti sessuali) e abortì. «Ho capito che era andata via con Titone - ha dichiarato, in aula, il Pantaleo - perché la sua ex moglie, Pia Amato, adesso mia compagna, mi disse che anche suo marito era sparito. Non ho mai aggredito mia moglie, né le ho usato violenza sessuale. Lei mi diceva che Titone veniva a casa a lavorare come elettricista, ma io non ci credevo. Lei decise di abortire, nonostante io non fossi d'accordo. Alla fine lei ammise che aveva una relazione con Titone».
CRIMISO. Sciopero degli avvocati permettendo, dovrebbe tenersi oggi una nuova udienza preliminare del processo che fa seguito all'operazione antimafia "Crimiso". Antonino Bonura, l'imprenditore di 50 anni ritenuto il reggente del mandamento di Alcamo, ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato. Stessa richiesta hanno fatto altri nove indagati: Antonino e Vincenzo Bosco, rispettivamente di 57 e 49 anni, di Castellammare così come Sebastiano Bussa, 37 anni, Vincenzo Campo, 44 anni, di Alcamo, Rosario Leo, 43 anni, di Vita, Salvatore Mercadante, 28 anni, di Alcamo, Nicolò Pidone, 50 anni, di Calatafimi, Giuseppe Sanfilippo, 29 anni, di Alcamo e Michele Sottile, 50 anni, di Castellammare. L'unico a non chiedere riti alternativi è un altro indagato, Diego Rugeri, 32 anni, di Alcamo. E' stato rinviato a giudizio e sarà processato dinanzi il Tribunale di Trapani. L' operazione antimafia Crimiso nell'estate del 2012 decaitò i nuovi vertici delle famiglie mafiose di Alcamo, Castellammare del Golfo e Calatafimi. I due Comuni, Confindustria Trapani, la Federazione antiracket italiana, le associazioni antiracket di Alcamo, Castellammare e Marsala, Addio Pizzo, il centro studi Pio La Torre, Castello Libero onlus e due parti offese si sono costituiti parte civile.
CANINO. Potrebbe saltare, a causa dello sciopero degli avvocati, l'udienza del processo - interminabile, sempre rinviato - che vede imputato l'ex deputato di Trapani Francesco Canino, con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. I periti hanno stabilito che Canino sta bene e può partecipare al dibattimento, pur in carrozzella e con una bombola di ossigeno.