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26/07/2013 04:13:52

Processo Savalli - Purpura, ricostruito in aula il momento della morte di Maria Anastasi

 Del delitto sono chiamati a rispondere il marito, Salvatore Savalli, e l'amante, Giovanna Purpura.L'ultima udienza è stata forse la più drammatica tra tutte, perchè in aula ha parlato il medico legale Livio Milone, dell'istituto di medicina legale di Palermo, che ha effettuato l'autopsia sul cadavere di Anastasi, ricostruendo quelle che, secondo lui, sono state le cause del decesso. Le figlie di Maria Anastasi e la madre, hanno abbandonato inl lacrime udienza perchè colpite dalle parole del perito che hanno fatto rivivere l'orrore della morte di Maria. Secondo Milone, "Anastasi è stata colpita sette o otto volte, con un oggetto contundente, forse una zappa". L'arma del delitto non è stata mai ritrovata. Tecnicamente, inoltre, sono state fatali per la donna le ferite riportate al cranio. Altro particolare agghiacciante: il feto di nove mesi della donna è sopravvissuto per qualche minuto alla morte della madre. A proposito dell'arma del delitto, è stato ascoltato anche il commerciante trapanese Vincenzo De Filippi, che è colui che ha venduto a Salvatore Savalli una zappa, pochi giorni prima dell'omicidio, che secondo gli inquierenti è l'arma del delitto. Savalli si sarebbe procurato l'arnese perchè aveva intenzione di fare dei lavori nella veranda di casa. 

Il processo va avanti speditamente. Hanno già parlato le figlie di Savalli, raccontando un quadro di grave violenza domestica. Simona Savalli ha dichiarato di avere tentato di denunciare i maltrattamenti e le violenze di suo padre. Si recò in due stazioni dei carabinieri ma le avrebbero detto che non poteva presentare denuncia perché era minorenne. Con lei c'erano il fidanzato e la madre del ragazzo. La Savalli ha aggiunto di essersi rivolta anche alla polizia, in questura, ma l'intervento del padre e della madre, che negò tutto, non le consentì di essere presa in considerazione.  Durante l'audizione Simona Savalli ha dichiarato che il padre avrebbe tentato di ucciderla quando era venuta a conoscenza della relazione con la Purpura. “Mi puntò un coltello alla gola”. In un'altra occasione avrebbe invece tentato di strangolarla: “Se non fosse intervenuta mia madre sarei morta”.

Salvatore Savalli, accusato di omicidio premeditato con l’aggravante della crudeltà, nonchè di avere cagionato la morte del feto, è rinchiuso nelle carceri di San Giuliano, assieme all’amante, Giovanna Purpura, chiamata, però, a rispondere di concorso in omicidio. Per gli inquirenti, il concorso è stato materiale (per aver assistito al delitto) morale (per aver «coperto» il complice).