E' stato interrogato sabato dal Gip del Tribunale di Marsala, Vito Marcello Saladino, Domenico Gaudino, il medico ginecologo marsalese agli arresti domiciliari per violenza sessuale e sequestro di persona.
Una vicenda che ha creato molto scalpore in città, perchè Gaudino è molto noto, non solo per l'attività professionale, ma perchè è anche "governatore" del Distretto Sicilia 7 del Kiwanis, componente del CDA del Campus Biomedico, responsabile del consultorio dell'Asp 9 in Marsala Centro e firmatario del "patto sociale" per il miglioramento della condizione della donna con il Comune di Marsala.
"Il mio assistito ha risposto al giudice fornendo gli opportuni chiarimenti - dichiara il legale Paolo Paladino - ma voglio precisre che non sempre le cose stanno come vengono fatte apparire e questo ci pare proprio uno di quei casi". Dalle parole dell'avvocato si capisce già che Gaudino non si è voluto avvalere della facoltà di non rispondere, e quindi avrà replicato punto per punto alle accuse della Procura. E' per questo che lo stesso Paladino aggiunge che "valuteremo immediatamente la presentazione di una istanza di scarcerazione". Gaudino è agli arresti domiciliari dallo scorso 24 Luglio. L'indagine ha preso le mosse da una denuncia presentata lo scorso marzo da una paziente che, nel corso di una visita medica, avrebbe subito violenza dal ginecologo, che - secondo il suo racconto - con una mano l'avrebbe palpeggiata mentre con l'altra le tappava la bocca per non farla urlare. La donna poi è riuscita però a divincolarsi e a chiudersi in bagno fino a farsi aprire la porta minacciando di mettersi ad urlare. Dopo qualche giorno dall'episodio, ha fatto denuncia ai carabinieri, aggiungendo di essere stata più volte contattata dal ginecologo, che le chiedeva di rivederla per darle gratuitamente dei medicinali a lei necessari. Secondo quanto riferito dai carabinieri in due occasioni, daccordo con gli inquirenti, la paziente ha accettato gli inviti del dottore recandosi nel suo studio e tramie una videocamera nascosta ha consentito ai carabinieri di intercettare il nuovo tentativo di approccio sessuale da parte del medico.
Sulla vicenda della presunta violenza sessuale è intervenuta il presidente del centro antiviolenza "La Casa di venere", Francesca Parrinello: "Come centro antiviolenza ci sentiamo emotivamente coinvolte da questa vicenda che seguiremo con particolare partecipazione. Certamente è da condannare il comportamento del medico, ma tengo a precisare che molte donne non sanno quali sono i loro diritti". Il riferimento di Francesca Parrinello alla legge che stabilisce che durante la visita la paziente ha diritto alla compresenza di un'infermiera. "Nonostante la nostra solidarietà, il nostro sostegno morale e professionale - dice ancora - non sempre le donne si decidono a sporgere denuncia perché hanno paura di non riuscire ad essere talmente forti da superare lo stress emotivo dell'iter giudiziario".