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13/08/2013 06:10:00

Da Crocetta a Nino Oddo quella voglia matta per i casinò in Sicilia

 Periodicamente la Sicilia è attraversata da un brivido: quello dei casinò. Ci ha provato Cuffaro. Ci ha provato Lombardo. 

E ora ci prova pure Rosario Crocetta, che si è detto favorevole alla proposta in tal senso dell’assessore al turismo, Michela Stancheris. E non importa se le famiglie  oggi si rovinano alle macchinette del videopoker o se i casinò sono, naturalmente, degli ottimi centri di riciclaggio per le mafie. "La questione dei casinò - commenta Crocetta - è molto giusta. Oggi le famiglie sono distrutte dal gioco, ci sono moltissimi casi di ludopatia, il gioco del casino e meno rischioso perché ci vanno i ricchi. Noi dobbiamo smetterla di dire che tutto ciò che accade in Sicilia è mafia". "Il riciclo del denaro sporco - prosegue Crocetta - accade a San Marino, non in Sicilia, dove predisporremo una task force di legalità intorno ai casinò che apriremo sicuramente. Tanti casinò, oltre a Taormina e Cefalù, anche Falconara, ad esempio. Ne parlerò con il ministro all'Interno. Tutto ciò perché - conclude il presidente della Regione - la Sicilia deve diventare il luogo turistico più importante d'Europa". E in effetti Crocetta ha parlato con il Ministro dell’Interno Alfano delle case da gioco: “Ci sono delle sentenze mai applicate del Consiglio di Stato e poi i siciliani, non potendo giocare a casa propria, sono costretti ad andare a Malta, che si trova ad appena mezz'ora di volo e dove ci sono ben quattro case da gioco. Perché il Viminale concesse negli anni 30 la deroga a Venezia, Sanremo, Saint Vincent e Campione? Perché avevano a pochi chilometri dalla frontiera i casinò francesi, svizzeri e tedeschi. E la Sicilia non ha Malta dietro la porta? So che ci sono 21 centri turistici che da tempo chiedono una casa da gioco, ma la Sicilia ha dei punti in più». Che risposta ha dato Alfano? «Mi ha detto che deve approfondire la questione, che non è semplice, e poi vedremo cosa fare insieme».

La deroga da parte del ministro dell'Interno sarebbe la via più semplice è spedita. L'assessore regionale al Turismo, Michela Stancheris, sta vedendo di riesumare qualcuno tra i tanti disegni di leggi presentate all'Ars e al Parlamento nazionale. Tra i luoghi destinati ad ospitare casinò spicca Taormina. Poi ci sono Cefalù ed Erice.
Ma a Trapani c’è chi non vuole farsi scappare la cosa. E così il deputato regionale Nino Oddo ha proposto di aprire un casinò alla Colombaia, edificio simbolo di Trapani, oggi in stato di totale abbandono. Propone Oddo: «La scelta delle location per i casinò in Sicilia sia conseguente ad un bando pubblico che raccolga le candidature dei Comuni. Per conto mio propongo la Colombaia tra le sedi dei nuovi casinò. Si tratta di un luogo incantevole e di una struttura su cui l'Assessorato al Turismo sta investendo risorse per il definitivo recupero».
La cosa curiosa è che già nel 2007 Nino Oddo aveva presentato un disegno di legge all’Ars finalizzato all’istituzione di una Casa da gioco a Erice per “Incrementare il turismo di qualità, creare posti di lavoro e un forte indotto economico, rimpinguare le casse comunali”. Insomma, non sappiamo se il deputato ha il vizio del gioco, sicuramente ha il vizio dei disegni di legge sul gioco....
Ma può essere l’apertura di un casinò la risposta alla crisi economica di un territorio, che sconta la perenne assenza di infrastrutture? E’ la domanda che si fa l’associazione “Trapani Cambia”, che sottolinea poi che la destinazione della Colombaia a sede di un casinò, sarebbe “l’ 'ennesima sottrazione di un bene collettivo alla popolazione, l'ennesimo simbolo di una città perduto. La lunga storia del Castello della Colombaia che è racchiusa nel detto «chiù vecchiu di la Culummara» racconta un pezzo di Mediterraneo. Noi lì dentro ci vorremmo proprio il Mediterraneo, l'onorevole Oddo roulettes e fiches. Cosa è più onorevole?”.
Per Oddo tutte le polemiche sui casinò sono figlie di “una certa sinistra dalla puzza sotto il naso che ha preso un granchio. La gente ha un apertura mentale che la politica benpensante non dimostra. Non ci serve l' ennesimo museo mal custodito e poco visitato. Ma coniugare le risorse del nostro territorio con le domande che arrivano dal mercato turistico internazionale. Ho fatto una proposta che va in questa direzione".