Il 19 giugno una direttiva dell'assessorato alla Salute ha dato il via alla rivoluzione: in base al "Piano strategico per la Salute Mentale" si fissa il tetto massimo per la permanenza nelle Cta: 54 mesi, di cui 18 per il programma terapeutico-riabilitativo "intensivo" (adottato nei casi più gravi, talvolta anche con l'impiego di farmaci) e 36 mesi per quello "estensivo" (più leggero, per pazienti meno gravi o per prosecuzione di terapia). Un limite temporale che «non può in alcun caso essere superato» e che «va applicato ai trattamenti già in corso». Il 2 settembre l'assessore risponde alle richieste di Asp e Dipartimenti di Salute mentale sulla proroga oltre i 54 mesi: i soggetti da dimettere devono andare nelle comunità-alloggio per disabili psichici (strutture più piccole e "leggere" senza assistenza sanitaria 24 ore su 24) e quindi «gli ulteriori soggiorni in Cta dovranno essere remunerati con la tariffa riconosciuta alle comunità alloggio». Con un abbattimento di quasi il 50%: da 156-164 a 75-80 euro.