Nicola Fici, capogruppo del Partito Democratico in consiglio comunale a Marsala. Anzi no…
No. Ho deciso di dimettermi da capogruppo.
Non si torna indietro.
Non sono un tipo che tira i remi in barca. Bisogna dare un chiaro messaggio a questa amministrazione.
Facciamo il punto. Tutto nasce dalla questione dei lavoratori degli scuolabus che col nuovo appalto si vedono ridimensionati. C’è un tavolo tecnico per cercare di trovare una soluzione per salvare 24 lavoratori che resterebbero a casa. In tutto ciò c’è una spaccatura nella maggioranza, cosa è successo?
E’ successo che col nuovo appalto da 80 lavoratori negli scuolabus si passa a 56. Tutto per via di un bando deciso da Marsala Schola per il Comune di Marsala.
Su questo voi avete fatto le barricate.
Noi siamo rimasti amareggiati dal comportamento del Sindaco Adamo prima di tutto nei confronti di questi lavoratori e poi nei confronti del consiglio comunale.
Non vi ha tenuto in considerazione.
Il consiglio comunale deve dare un indirizzo politico all’Amministrazione e al Sindaco che ne deve tener conto. I consiglieri della sua maggioranza non possono non essere informati di fatti così importanti.
E questa è l’ennesima volta che il sindaco snobba i consiglieri.
Ci sono dei precedenti.
Ad esempio quando l’amministrazione decise di tirar fuori il Comune di Marsala dal Consorzio universitario…
Sì. Abbiamo cercato in questo periodo di mantenere calmi gli animi e di continuare a dare un contributo all’amministrazione senza fare inutili polemiche.
Buoni e calmi fino a un certo punto...
....Però quando si evidenziano problemi così grossi come la perdita di lavoro non ci stiamo più.
Inoltre sembra di capire, numeri alla mano, che cambia ben poco tra mantenere 80 persone e mantenerne 60.
In consiglio abbiamo affrontato tutto basandoci sui numeri. Il sindaco ha ritenuto di valorizzare il lavoro di alcuni dando uno stipendio più alto. Ma dimentica che la conseguenza è quella di mandare in mezzo alla strada 24 persone. Per un partito come il Pd questo è intollerabile e non possiamo subire queste decisioni.
Qual è stata la reazione del sindaco al vostro “non ci sto”? A voi cosa ha detto?
È rimasta rigida sulle sue posizioni, e poi il dibattito si è infuocato.
A quel punto lei, Fici, ha detto “basta, non ce la faccio più”. Tra l’altro, voi due vi siete punzecchiati anche in occasione della presentazione del bilancio, lo scorso anno, quando lei lamentava il ritardo con cui il documento arrivava in aula. Che è anche un po’ quello che sta accadendo adesso: il 30 novembre scade il termine e sarebbe opportuno portarlo in aula per tempo. Quella di questi giorni è la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Davanti ai numeri snocciolati in aula dal presidente di Marsala Schola, Filippo Sparla, ho voluto ricordare che quando c’è stato lo sforamento del patto di stabilità si riuscì a prendere la decisione di sforare senza tagliare troppi servizi. Per noi l’emendamento D’Alì, approvato in Parlamento, è stato utile a sopperire a questo sforamento.
Le fa amarezza ringraziare D’Alì....del Pdl...
Dobbiamo dare atto a chi ha dato una risposta alle richieste dei comuni. Anche se l’emendamento era pensato per Trapani, è servito lo stesso a noi.
Torniamo al suo, di partito. Perché il giorno dopo che lei annuncia di volersi dimettere da capogruppo, dalla segreteria del Pd arriva la solidarietà del partito che dice “ci dissociamo da quanto deciso dall’amministrazione”. Però voi avete anche due assessori in giunta, Antonio Vinci e Antonella Genna. Sembra una situazione assurda. Da cosa si dissocia il Pd?
Da questo punto di vista siamo stati molto chiari. Abbiamo invitato i nostri assessori a essere più attenti nei provvedimenti che vanno a votare.
E’ solo un problema di attenzione?
E anche di rispetto nei confronti del proprio gruppo consigliare. Ovviamente adesso si apre una nuova fase di valutazione.
Vi riunite mai voi consiglieri del Pd con i vostri assessori?
Abbiamo fatto delle riunioni, anche prima del patatrac degli scuolabus.
Vinci vi ha spiegato come stavano le cose, voi avete detto che non ci stavate, e poi?
Abbiamo cercato di essere consequenziali in consiglio comunale. Se non siamo invitati nelle riunioni per renderci conto di cosa si va a decidere delle sorti di 24 lavoratori e dire cosa ne pensiamo, allora perché dobbiamo avere paura nel dibattito pubblico?
Anche Antonella Milazzo, deputato regionale all’Ars del Pd, è stata netta su questo punto. Si è schierata contro le intenzioni del sindaco. Non è la prima volta. Anche questo è un segnale. Ma è tutto molto farraginoso, quando poi gli assessori di riferimento in giunta fanno tutt’altro da quello che dicono gli esponenti del partito. Anche su questo trae forza il sindaco Adamo quando dice “faccio come voglio”.
Non si possono prendere decisioni dall’oggi al domani. Sono doverosi alcuni passaggi. Anche da un punto di vista amministrativo. nelle nostre riunioni sono state prese decisioni nette. Adesso deve essere il partito a dare chiarezza alla strategia politica che vuole mettere in campo.
Intanto Antonio Parrinello, leader locale del Megafono, dice che il suo gruppo, che ha due esponenti in consiglio comunale, prende le distanze dall’amministrazione Adamo. Dichiarazione clamorosa, anche perché in occasione delle elezioni politiche Giulia Adamo ha sostenuto, più o meno apertamente, Parrinello. Prendono le distanze anche Arturo Galfano di Coraggio e Passione per Marsala, e Guglielmo Anastasi di Forza Marsala. Sta franando qualcosa intorno al sindaco.
Sin dall’insediamento di questa amministrazione sono emersi comportamenti negativi per quanto riguarda il rispetto dei consiglieri comunali. Ed è un aspetto che sottolinea spesso il presidente Enzo Sturiano.
Quante volte sarà venuta in aula Adamo?
Ho perso il conto a forza di non vederla. Forse 4 o 5. Il sindaco che fin dall’inizio contava su una maggioranza così numerosa, eravamo 18 consiglieri. E deve sentire le idee e le richieste dei consiglieri della sua maggioranza. Il sindaco non ci ha dato mai una risposta di apertura alle nostre opinioni.
In realtà Giulia Adamo una risposta l’ha data di tutta questa crisi politica. Ha detto: a me non frega nulla dei consiglieri, facciano quello che vogliono, perché il popolo è con me. Citava anche alcuni casi, come Porta Nuova, che è sempre piena di ragazzini, e quasi quasi non li leva più i giardini.
Noi consiglieri siamo residenti a Marsala, facciamo anche noi parte del popolo, e siamo legittimati dallo stesso a rappresentare le sue istanze. Non siamo qui a chiedere favori o poltrone al sindaco, e lei lo sa. Abbiamo chiesto di fare un percorso comune, per il bene della città e per valorizzare il Pd.
Si malignava che questi mal di pancia, non solo del Pd, derivino dal fatto che siamo proprio alla vigilia del bilancio e c’è sempre qualcuno che chiede il piccolo favore.
Non è il nostro caso. E il sindaco non deve considerare che questo è il malessere di un singolo consigliere ma di un intero partito.
A proposito. Ormai siete tutti con Renzi, nel Pd.
Io faccio politica da un anno e la politica debba dare segnali di novità che non devono trasformarsi in qualunquismo. L’Italia non se lo può permettere. Renzi può essere un leader di questo partito. Avevo simpatie già nel passato nei confronti di Renzi, può essere una grande novità sullo scenario politico nazionale.
E a livello locale?
Procederemo col tesseramento e poi faremo il congresso per eleggere un nuovo segretario locale, in una fase difficile. Bisogna dare chiarezza agli elettori del Pd, di quello che vuole fare il partito.