Comincia oggi a Trapani il processo per degli infermieri che arebbero dichiarato quattro anni fa il falso in un concorso pubblico per ottenere l'attribuzione di un punteggio maggiore e dunque l'assunzione presso l'Azienda Sanitaria Provinciale di Trapani.
Gli infermieri professionali rinviati a giudizio con le accuse di falsa attestazione e falsità ideologica sono Gaspare Cassarà, Angela Alagna, Concetta Angeloni, Vincenza Asaro, Giuseppa Bologna, Rosaria Catania, Angela Maria Crimi, Riccardo Giacalone, Maria Francesca Gucciardi, Loredana Tramellino, Maria Mancuso, Rosa Messana, Rosanna Ponzio, Maria Romano, Maria Rosa, Filippo Sciacca e Francesca Taormina.Il procedimento scaturisce da un’indagine riguardante un concorso per la stabilizzazione di infermieri professionali bandito quattro anni fa dall’azienda sanitaria. Secondo l’accusa, i candidati avrebbero affermato il falso, dichiarando di avere prestato servizio presso strutture del Servizio sanitario nazionale, al fine di ottenere l’attribuzione di un punteggio maggiore e l’assunzione a tempo indeterminato. Le indagini sono partite dalla denuncia di alcuni degli esclusi, che avevano notato come, nonostante avessero più titoli e più anzianità di servizio, erano stati scavalcati in graduatoria da loro colleghi precari che non avrebbero potuto possedere titoli e certificati che invece attestavano. Da qui le indagini della Guardia di Finanza di Alcamo.
Altri due indagati, Antonina Maria Miceli e Pasquale Lo Cascio, hanno chiesto invece di definire le loro posizioni con il rito del patteggiamento e sono stati condannati, rispettivamente, ad undici ed a dieci mesi di reclusione, con la concessione della sospensione. Prosciolti, infine, Vincenza Como, Gioacchino Sorrentino e Vincenzo Viola.Per la Procura infatti "furono indotti in errore", ma non fecero nulla per agevolare gli indagati. L’apertura del processo è prevista per il prossimo primo ottobre.
VIOLENZA E LESIONI. Comincia oggi anche il processo a Filippo Abita, 51 anni, trapanese, rinviato a giudizio con le accuse di violenza privata, ingiurie e lesioni personali. Il 19 Ottobre del 2011, a Trapani, avrebbe aggredito un vicino di casa provocandogli un infarto, al culmine di una lite scoppiata per futili motivi. Il dibattimento sarà presieduto dal giudice Emanuele Cersosimo.
ARSENALE IN CASA. Mario Pontearso, 51 anni, originario di Palermo ma residente di fatto ad Alcamo è stato condannato a due anni e sei mesi di reclusione ed al pagamento di una multa di ottocento euro per ricettazione e detenzione illegale di armi. Era accusato di avere detenuto armi, munizionamento da guerra ed attrezzature per l'assemblaggio di proiettili. Il procedimento scaturiva da un blitz effettuato il 29 novembre dello scorso anno dagli agenti del commissariato di Alcamo in un'abitazione in aperta campagna dove viveva Pontearso. Nel corso della perquisizione furono rinvenute due pistole, di cui una di fabbricazione estera, senza alcun segno identificativo, e 350 cartucce, di diverso calibro.