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03/10/2013 06:10:00

Appropriazione indebita. A giudizio ex direttore del Credem di Ciavolo

Il 61enne marsalese Giuseppe Milazzo, ex direttore dell'agenzia della banca Credem di Contrada Ciavolo, a Marsala, è stato rinviato a giudizio per appropriazione indebita continuata e aggravata. Il processo a suo carico (con citazione diretta a giudizio disposta dalla Procura) inizierà il 3 febbraio. . In pratica, secondo la denuncia di un commerciante di prodotti per l'agricoltura della zona, Pietro Genna (73 anni), a seguito di pagamenti di vario genere, il direttore accreditava lle somme con un certo ritardo. Il  commerciante,  agli inquirenti, a supporto della querela, ha prodotto una corposa documentazione. La denuncia è stata sporta anche contro i vertici della banca emiliana, oltre che contro il direttore e gli impiegati dell'agenzia di Ciavolo, ma dall'indagine delle Fiamme Gialle è emersa, in particolare, la responsabilità del Milazzo. Nell'esposto presentato alla sezione di pg della Guardia di finanza della Procura, che ha svolto l'inchiesta,  Genna ha denunciato che in numerosi casi gli effetti cambiari, nonostante l'incasso, venivano accreditati sul suo conto corrente ben oltre i quindici giorni previsti dalla legge, Con ritardi da un minimo di 51 giorni a un massimo di 423 giorni rispetto alla data di pagamento. In venti casi, c'è stato l'automatico accreditamento sul conto, ma con valuta dopo i 15 giorni. In altri diciassette occasioni, invece, nonostante i titoli siano stati regolarmente pagati dal «traente», l'accreditamento sul conto ha fatto registrare ritardi clamorosi. Al momento dell'esposto (7 febbraio 2011), inoltre, otto effetti cambiari con scadenza tra il 30 marzo 2008 e il 30 giugno 2010, non risultavano ancora accreditati sul contro corrente che Pietro Genna aveva aperto all'agenzia del Credito Emiliano. Così facendo, secondo la sezione di pg Guardia di finanza e la Procura, il direttore di banca si sarebbe appropriato dei «corrispondenti interessi» dal sedicesimo giorno in poi la data in cui i titoli sarebbero dovuti essere accreditati sul conto corrente del commerciante.

Milazzo è difeso dagli avvocati Vito Cimiotta e Stefano Pellegrino. Dichiara il primo: "La difesa è certa di potere spiegare le ragioni del Milazzo, il quale non è mai stato coinvolto in inchieste di questo genere ed è un professionista, ligio ai propri doveri. Sono sicuro di riuscire a provare la totale estraneità ai fatti del mio assistito, il quale, diversamente da quanto asserito dall'accusa e dalla parte offesa, non si è mai appropriato di alcuna somma di denaro". 

MINACCE. Per gravi minacce e per violazione di domicilio, il giudice monocratico del Tribunale di Marsala, Riccardo Alcamo, ha condannato i fratelli Danilo e Christian Genna di Marsala, di 21 e 24 anni. Chi sono? Sono i due figli di Baldassare “Enzo” Genna e Vita Maria Rallo, attualmente sotto processo, assieme proprio ai due figli e a Giuseppe Genna, fratello di «Enzo», per la gestione della casa di riposo per anziani «Villa Royal», una struttura che (prima in contrada Dammusello e poi a Cardilla) avrebbe operato «abusivamente» anche come casa di cura.
I ragazzi hanno insultato e offeso alcune persone, degli ex dipendenti di Villa Royal che hanno testimoniato contro i loro genitori. ««Hai rovinato la mia famiglia, ti devo ammazzare!» è stata la minaccia più grave che hanno fatto.

Il procedimento principale, quello su Villa Royal è scaturito da un'indagine della sezione di polizia giudiziaria della Guardia di finanza presso la Procura, vede gli imputati accusati, a vario titolo, di sequestro di persona, abbandono di incapaci, maltrattamenti, somministrazione di farmaci guasti o non adeguati alle patologie, esercizio abusivo della professione sanitaria (prestate cure e terapie senza autorizzazione) e abusivismo edilizio.
Danilo (accusato anche di danneggiamento di auto) è stato condannato a un anno di reclusione, mentre a Christian sono stati inflitti 8 mesi. Per entrambi pena sospesa. Erano difesi dall’avvocato Edoardo Alagna, e prennaunciano appelo.

Le minacce di morte, la notte di San Silvestro tra il 2010 e il 2011, in contrada Colombaio Lasagna, sarebbero state rivolte a Massimo Alacchi, alla cui moglie, Antonia Claudia Laudicina, Danilo Genna (in «concorso morale» con Christian) avrebbe urlato: «Aprite, dov'è tuo marito? Lo dobbiamo ammazzare. Che ha fatto, si è nascosto? Fallo uscire…». E poi, rivolgendosi direttamente ad Alacchi: «E' inutile che ti nascondi, tanto ti vengo ad ammazzare anche sul posto di lavoro». La stessa notte, anche Christian Genna avrebbe minacciato di morte l'Alacchi, offendendone anche l'onore (alla moglie avrebbe detto: «Chiama a quel cornuto di tuo marito, lo dobbiamo ammazzare»). I due fratelli, inoltre, avrebbero scavalcato il muro di cinta della casa di Paola Maria. E Danilo sarebbe anche entrato all'interno dell'abitazione. A calci e pugni, inoltre, sarebbero state danneggiate le auto di Antonia Laudicina e Paola Maria.

 

LESIONI. Continua a Marsala il processo ad un dipendente del Provveditorato opere pubbliche, Pietro Buscaino, con l'imputazione di lesioni. Secondo l'accusa il 15 luglio 2010 avrebbe aggredito un collega (Biagio Valenti), ferendolo con una catena e mostrandogli una pistola. Teatro dei fatti è stata la stazione ferroviaria marsalese, dove entrambi erano scesi dal treno proveniente da Trapani. Valenti si è costituito parte civile