Diventa sempre più drammatica la situazione dei lavoratori delle aziende confiscate alla mafia e gestite dallo Stato. L'emergenza riguarda soprattutto le aziende edili, molte del settore del calcestruzzo, ma anche aziende di costruzione, movimento terra e quanto altro, costrette a chiudere da un giorno all'altro, con centinaia di lavoratori licenziati. E' per questo che oggi addirittura ci sarà a Palermo una cosa mai vista: uno sciopero regionale dei lavoratori delle imprese edili sequestrate e confiscate alla mafia e sit- in a Palermo, davanti alla Prefettura. E’ un’iniziativa della Fillea Cgil Sicilia che chiede all’Agenzia per i beni confiscati di “risolvere i problemi che riguardano i lavoratori in questione”.
“Finora – dice Franco Tarantino- segretario della Fillea si è pensato alle soluzioni per i beni, senza prevedere niente per i lavoratori, il cui destino resta incerto. Noi – aggiunge- diciamo no alla vendita di beni svuotati dai lavoratori”.
Il tema è caldo. Una dei punti di crisi del sistema è rappresentato certamente dall’Hotel San Paolo Palace per il quale è stato istituito un tavolo tecnico specifico. Ma domani a scendere in piazza, in particolare, saranno gli operai edili delle imprese che si occupano di costruzioni. Si tratta di circa 800 persone che vedono a rischio la loro attività.
La Fillea, che sollecita per domani un incontro al Prefetto e all’Agenzia, chiede piani industriali per le aziende; che venga impedito lo “spacchettamento” delle imprese, coinvolto il ministero dello sviluppo economico per attivare piani di impresa che salvaguardino l’occupazione. Sollecita, inoltre, il coinvolgimento di lavoratori e sindacati. La Fillea chiede anche un accelerazione sulla strada per il varo della legge di iniziativa popolare “Io riattivo il lavoro”.