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14/11/2013 09:57:00

Richiesta di alimentazione forzata per il boss Provenzano

Alimentazione forzata per Bernardo Provenzano incapace di mangiare da solo nella cella in cui è sottoposto al regime del 41 bis. Questa la richiesta della direzione del carcere di Parma ai familiari del capomafia detenuto dall'aprile del 2006, catturato dopo una latitanza ultraquarantennale. La direzione chiede alla convivente, Benedetta Palazzolo, e ai due figli del boss, il consenso scritto per praticargli l'alimentazione forzata attraverso un un sondino applicato allo stomaco. I congiunti sono stati contattati dagli agenti del commissariato di polizia di Corleone che ieri hanno notificato la richiesta. Dal dicembre dello scorso anno le condizioni di Provenzano sono peggiorate dopo l'intervento chirurgico intracranico, eseguito nell'ospedale di Parma, per la rimozione di un ematoma causato da una caduta in cella.
«Si sta chiedendo un consenso al posto del paziente che, evidentemente non è in grado di esprimerlo con buona pace dei tribunali di sorveglianza di Roma e Parma per i quali è lucido e pericoloso», osserva il difensore, l'avvocato Rosalba Di Gregorio. «Siccome - aggiunge - non abbiamo da settimane alcuna informazione sulle condizioni di salute di Provenzano e sulle ragioni per le quali si chiede questo intervento, non siamo in condizione di esprimere alcuna autorizzazione. Contiamo sul sollecito intervento del ministro della Giustizia perché anche in questo caso siamo nel campo delle problematiche alimentari». Il riferimento, polemico, è alla vicenda di Giulia Ligresti, arrestata nell'ambito dell'inchiesta FonSai della Procura di Torino e scarcerata perché anoressica. La scorsa settimana il Guardasigilli Annamaria Cancellieri è dovuta intervenire al Senato e alla Camera per difendersi dall'accusa di essersi prodigata a favore dell'inquisita. «Provenzano - sottolinea l'avvocato Di Gregorio - da mesi non riesce a mangiare autonomamente e si nutre con un sondino».