Arrivano le prime condanne dopo l'operazione "Mandamento", che il 7 dicembre2012 fece luce sugli affari della mafia di Castelvetrano e Salemi e della politica nel campo delle energie rinnovabili, con la sistematica acquisizione dei lavori per la realizzazione di impianti eolici e fotovoltaici nelle province di Agrigento, Palermo e Trapani. I proventi illeciti sarebbero stati in parte utilizzati per sostenere la latitanza del boss Matteo Messina Denaro. Le ordinanze di custodia cautelare furono emesse nei confronti di Gioacchino Villa, 48 anni, dell'ex consigliere provinciale Santo Sacco, 53 anni, di Paolo Rabito, 45 anni, Salvatore Pizzo, 45 anni, Gaspare Casciolo, 77 anni e Salvatore Angelo, 63 anni. Altre persone furono denunciate. Davanti al gup di Palermo, chiamato a decidere sulle richieste di rinvio a giudizio (quasi tutti hanno chiesto l'abbreviato), ha deciso di patteggiare il 53enne castelvetranese Girolamo Murania, condannato a un anno e 8 mesi di reclusione. Murania è stato accusato, con Sacco, di avere costretto Melchiorre Saladino, con «minacce reiterate», a consegnare all'ex consigliere provinciale i «dati del vento» di un luogo in provincia di Catania sul quale avrebbe dovuto essere realizzato un parco eolico. Minaccia posta in essere collocando una bottiglia con liquido infiammabile vicino all'auto di Saladino. Davanti al gup, intanto, si sono costituite parte civile le associazioni antiracket di Marsala e Mazara. A rappresentarle è l'avvocato Peppe Gandolfo.
SALEMI. "Non ho mai interferito nella gestione del Comune di Salemi ai tempi della sindacatura Sgarbi". L'ex deputato Pino Giammarinaro ha di nuovo preso la parola nel corso della sua nuova audizione davanti i giudici del Tribunale di Trapani, chiamati a pronunciarsi sulla richiesta di applicazione della sorveglianza speciale e la confisca dei beni per oltre 35 milioni di ero.
Oltre due ore e mezzo di deposizione, durante le quali ha parlato dei suoi rapporti con l'ex sindaco Vittorio Sgarbi e con l'amministrazione comunale. È stato lo stesso onorevole, dopo l'audizione di Sgarbi, sentito nella precedente udienza, a chiedere di fare delle dichiarazioni spontanee. L'ex sindaco di Salemi è tornato a criticare il commissariamento del Comune trapanese: "La Cancellieri mi disse che non lo avrebbe mai fatto".
Giammarinaro, ha ribadito di avere intrattenuto con Vittorio Sgarbi normali rapporti politici, confermando che fu lui a volerlo alla guida del Comune di Salemi. Lo sostenne in campagna elettorale e durante la sua permanenza alla guida dell'amministrazione belicina. Nessuna interferenza, nessun tentativo di prevaricare il sindaco condizionando le scelte e gli indirizzi della giunta. Giammarinaro ha parlato anche del fotografo Oliviero Toscani, che lo ha accusato di avere interferito nella gestione amministrativa dell'ente. "Giammarinaro partecipava sempre alle riunioni della giunta municipale di Salemi. Sgarbi dica quello che vuole. Ma questa è la realtà che, tra l'altro, ho raccontato ai magistrati" ha detto Toscani.
Con lui, ha spiegato Giammarinaro, ha avuto un contrasto legato al progetto delle "case ad un euro". Giammarinaro riteneva che l'unico percorso praticabile fosse quello che prevedeva l'esclusivo coinvolgimento dell'ente pubblico mentre Toscani voleva coinvolgere i privati. La prossima udienza è prevista per il 10 dicembre. Sarà sentito il maresciallo Giovanni Teri, ex comandante della Stazione dei carabinieri di Salemi e oggetto dei continui attacchi di Sgarbi.