E’ finito il lavoro della commissione di inchiesta sull’Ato Tp1 Terra dei Fenici che si è formata in consiglio comunale a Marsala. Una relazione in cui si elencano costi elevati e aspetti poco chiari della gestione dei rifiuti a Marsala. Una relazione che però non è piaciuta ai liquidatori dell’Ato, Francesco Tumbarello e Antonio Provenzano, che proprio questa mattina terranno una conferenza stampa a Trapani per replicare al lavoro fatto dalla commissione d’inchiesta. La relazione è stata firmata solo dai consiglieri d'opposizione: Michele Gandolfo (presidente della commissione), Pino Carnese, Antonio Augugliaro, Alessandro Coppola e Giuseppe Milazzo.
Una relazione che raccoglie testimonianze, dati, documenti. E proprio su quest’ultimo punto si apre il documento della commissione d’inchiesta. Ossia sul fatto che sia l’Ato che il Comune di Marsala non hanno fornito tutti i documenti richiesti dalla commissione. In particolare i bilanci dell’ATO, l’analisi dettagliata dei costi e dei ricavi nonché le relative fatture emesse e ricevute. Nella relazione si legge che la trasmissione del materiale è stata negata dal Presidente del Collegio dei Liquidatori ATO Antonio Provenzano “con motivazioni alquanto risibili”. “Altrettanto censurabile - si legge nella relazione - è risultato essere il comportamento del Dirigente del Settore S.P.L. Francesco Patti che non ha messo a disposizione della Commissione parte dei documenti richiesti. Atteggiamenti che fanno sorgere seri dubbi perché qualora, come sempre è stato riferito da ATO e Amministrazione, fosse tutto in ordine non se ne comprenderebbe la ratio”.
La commissione d’inchiesta nasce appunto per verificare il motivo dell’aumento dei costi sulla raccolta rifiuti. Un costo che - come si legge nella relazione, ma basterebbe soltanto guardare le bollette - è raddoppiato rispetto al 2006, quando il servizio era gestito in house. “L’intero sistema del servizio rifiuti - scrive la commissione - contrariamente agli originari obiettivi previsti dal bando di gara che indicavano un servizio integrato di raccolta rifiuti porta a porta differenziato, appare, anche per le modalità in cui è stato fin dall’inizio messo in atto, orientato ad una raccolta “non differenziata” così da far esplodere verso l’alto i costi che nel 2006 erano pari a circa otto milioni di euro, aumentati nel 2007, in prossimità dell’assegnazione dell’appalto, a circa dieci milioni di euro l’anno per arrivare con l’ATO1 Terra dei Fenici all’incredibile somma di 15 milioni di euro l’anno”.
Quello che non è chiaro - per la commissione - è quindi tutto l’iter che ha portato l’Aimeri Ambiente ad ottenere l’appalto “il cui contratto incredibilmente non ha previsto la rescissione in caso di scioglimento dell’Ente ATO”. Cosa che sta avvenendo.
La gara d’appalto infatti era stata aggiudicata da un’Associazione temporanea d’impreda composta da AMIA (capofila), AIMERI Ambiente s.r.l., ASPICA a.r.l. e Trapani Servizi. Ad un mese dalla firma del contratto Amia e Aspica si chiamano fuori dall’Ati. Rimangono quindi Aimeri (che diventa capofila)e Trapani servizi. “E qui iniziano ad evidenziarsi strani passaggi e situazioni che non sembrano giuridicamente e legalmente corretti”, scrive la commissione. Ad esempio l'Aspica, che ha sede a Cusago (Mi) e il cui amministratore delegato è un ingegnere di Alcamo, incarica il fratello del presidente della holding Biancamano, che detiene il controllo di Aimeri, alla rescissione dell'accordo sull'Ati e alla rinuncia dell'appalto. Poi c’è il Comune di Trapani, uno dei due soci di maggioranza dell’Ato, controlla al 100% la Società Trapani servizi. Quindi il Comune è appaltante e appaltatore. “Il Comune di Trapani riesce incredibilmente a far inserire nel contratto di stipula, a gara assegnata e quindi con termini immodificabili essendo Trapani Servizi e Aimeri vincitori in ATI, la clausola con cui si assegna a Trapani Servizi la quota del 24% del totale del contratto ATO, e che svolga il servizio rifiuti direttamente per conto del Comune di Trapani a cui riferisce sia per l’organizzazione del servizio che per la liquidazione diretta degli oneri. In pratica, Trapani Servizi sembrerebbe servita ad Aimeri per aggiudicarsi l’appalto e al Comune di Trapani garantirsi di restare fuori dal contratto”. Accordi e termini che non sembrano essere previsti nel bando di gara e nel capitolato speciale d’appalto. Di tutto ciò la commissione di chiara di non aver trovato elementi giuridici che giustifichino questa procedura. Per la commissione un altro motivo di aumento dei costi è il modo in cui è stata calcolata la base d’asta per l’appalto fatta con il calcolo “a corpo” e non “per quintale”. Secondo la commissione l’Aimeri non ha mai svolto il servizio secondo le linee guida stabilita dal capitolato.
La commissione passa poi sotto la lente i costi della raccolta rifiuti a Marsala che produce in media 115 tonnellate di rifiuti al giorno, 43 mila tonnellate l’anno.
I costi per Marsala aggiornati al settembre 2013 sono: :
- Spazzamento 1.870.000,00 Euro
- Costo Raccolta e trasporto indifferenziato 2.633.000,00 Euro
- Costo Raccolta Differenziata 3.034.000,00 Euro;
- Costo d’uso del capitale 1.604.000,00 Euro;
- Costi di gestione 486.000,00 Euro;
- Costi comuni diversi 76.000,00 Euro;
- Costo d’uso del capitale (Discarica – Investimenti) 362.000,00;
- Trattamento, smaltimento (con trasporto fuori provincia RSU) 2.189.000,00 Euro;
- Costo trattamento e riciclo al netto proventi da raccolta differenziata 477.000,00 Euro;
- Costo totale del servizio comprensivo di IVA 14.030.000,00 Euro;
- Costi amministrativi dell’accertamento della riscossione e del contenzioso 1.101.000,00.
In totale quindi per il comune di Marsala ogni anno si spendono 15 milioni 132 mila euro, più il costo del personale che è rimasto a carico del Comune di 2 milioni di euro.
Il bilancio della raccolta rifiuti nel 2012 per il Comune di Marsala:
- 43mila tonnellate di rifiuti prodotti, di cui 30mila tonnellate ad un costo di 2.127.000,00 per discarica;
- 5 mila tonnellate organico per compostaggio ad un costo di 465.000,00 Euro;
- quantità in impianto verde (rifiuti biodegradabili) 2.700 tonnellate ad un costo di 135.550,00€;
- quantità ingombranti 235.000 quintali ad un costo di € 42.000,00;
- vetro e metallo da separare 1.273.000 tonnellate (costo per separare € 98.000,000 – entrate € 54.000,00;
- PLASTICA da pressare 638.000 quintali al costo per pressatura 22.407,00 - ENTRATE 127.528,00 €;
- CARTA 2.744.000 quintali – ENTRATA € 167.000,00;
- LEGNO 2.211.000 quintali – ENTRATE € 43.900,00.
Per la commissione l’Aimeri non ha rispettato il contratto d’appalto per la raccolta porta a porta, nè gli altri servizi per la pulizia come la pulizia delle strade. O il progetto di installare le isole ecologiche computerizzate che avrebbe dato l’opportunità ai cittadini di usufruire dello sgravio fiscale. A nulla - scrive la commissione sarebbero servite le campagne pubblicitarie da 1.600 euro al mese. “Ed allora, - si chiedono i membri della commissione - come, chi e per quali strani interessi non coincidenti con quelli della popolazione ha fatto si che si sia giunti ad un costo complessivo di 15 milioni l’anno senza peraltro avere alcun beneficio potendosi dire con certezza, se è vero come afferma l’ATO e l’Amministrazione comunale la raccolta differenziata ha valori percentuali intorno al 50%, i ricavi denunciati ammontano per il 2012 a circa 357.000 euro ?” Inoltre viene sottolineato che l’Ato ha fornito dei dati non reali. Come ad esempio quello degli introiti che si è avuta dal 2011 al 2012 passando da 420 mila a 357 mila euro. L’Aimeri “ doveva garantire la raccolta differenziata pari al 30,82%. Percentuale che incrociando i dati non risulta essere stata mai raggiunta. Eppure, c’era la penale di 0,5% per ogni punto in meno. Inoltre la penale da applicare sotto il 25% è prevista nel 7,5% del costo contrattuale”. Nel 2011 la raccolta differenziata, a Marsala, si è attestata secondo i dati raccolti dalla commissione al di sotto del 24%”. Tutto ciò senza nessuna penale per l’Aimeri viene evidenziato nella relazione, almeno dagli atti che la commissione è riuscita ad esaminare. Proprio sulla vicenda della penali è stato indagato l’ex amministratore dell’Ato e attuale Rup, l’ingegner Alestra. Secondo l’inchiesta Alestra non avrebbe applicato le penali richieste dai Comuni - come quelle chieste dall’allora sindaco di Marsala Renzo Carini - in cambio di assunzioni.
La commissione ha criticato inoltre la mancanza di discariche autonome e impianti di compostaggio pubblico che avrebbe potuto portare dei benefici economici ai Comuni.
Nella relazione viene affrontata anche la vendita dei mezzi comunali all’Aimeri che doveva essere fatta per un costo di circa 500 mila euro. “La vendita dei mezzi doveva avvenire entro 30 giorni , invece, è avvenuta dopo circa due anni e le spese di manutenzione dei mezzi sono rimaste a carico del Comune. Altra spesa esagerata per la commissione è quella per l’Aipa, l’ente di riscossione per il Comune di Marsala che prende un milione di euro all’anno. Tra le persone sentite dalla commissione - si legge nella relazione c’è il segretario dell’associazione dei consumatori Adoc che ha riferito che “al momento dell’aggiudicazione della gara d’appalto all’Aimeri “sono” stati fatti pervenire 5 distinti elenchi di personale che doveva essere assunto e della presenza (in sede di gara) di due individui, di cui non riferisce i nomi, che avrebbero dovuto gestire il servizio in subappalto”.
La relazione poi non dimentica il caso dei mezzi Aimeri che fanno benzina nelle stazioni di servizio di proprietà della famiglia del sindaco Adamo. Per concludere la relazione la commissione chiede, infine, la rescissione del contratto con Aimeri. Adesso la parola tocca ai liquidatori dell’Ato.