Ammonta ad oltre 10 miliardi di euro il valore nominale dei beni confiscati alle mafie. Lo ha detto il direttore dell'Agenzia per i beni confiscati alla criminalità organizzata, Giuseppe Caruso, intervenendo alla presentazione al Viminale del cortometraggio 'Fiori dal cemento', realizzato da un gruppo di giovani di San Damiano d'Asti sulla storia di Alberto Varone, imprenditore ucciso dalla camorra nel 1991 a Sessa Aurunca (Caserta). "L'Agenzia - ha spiegato Caruso - esiste da tre anni grazie ad una legge encomiabile che concretizza la grande intuizione di Pio La Torre di colpire le ricchezze accumulate dai clan, ma la sua applicazione ha mostrato diverse criticità che si spera vengano superate per consentire il riutilizzo a fini sociali dei beni confiscati. In particolare - ha aggiunto - chiediamo il superamento degli ostacoli normativi che prevedono un doppio binario nella destinazione di beni ed aziende". "Noi - ha sottolineato il prefetto - abbiamo in gestione aziende dal valore anche di un milione di euro, che però sono già decotte quando finiscono nelle nostre mani. La legge prevede che le dobbiamo vendere, affittare o liquidare, non possiamo darle ai Comuni. Accade poi che alcune aziende - ha aggiunto - funzionino quando sono in mano ai clan che pagano in nero e non versano i contributi, mentre vanno in difficoltà se passano ad imprenditori che rispettano le leggi". Il prefetto ha lamentato anche l'insufficienza del personale dell'Agenzia.