L'aumento record della Tares a Trapani per fare quadrare i conti del Comune continua a suscitare aspre polemiche, soprattutto dopo la conferenza stampa del Sindaco, Vito Damiano, che ha richiamato la responsabilità delle precedenti amministrazioni nello stato attuale delle casse del Comune. La cosa ovviamente non è andata giù a Mimmo Fazio, ex Sindaco di Trapani, che ha diramato ieri una lunga nota:
L'attuale sindaco di Trapani non perde occasione per dire falsità e, convinto com'è che la gente sia stupida o ignorante, dall'alto della sua supponenza pensa di potere propinare verità che non sono tali. Sostiene di avere prodotto economie tagliando il numero di assessori e dirigenti, e di avere definito percorsi per migliorare i servizi, raccontando la sua solita fandonia sui conti di bilancio.
E' il caso di precisare quanto segue:
1. Il numero degli assessori non è stato ridotto dal sindaco, ma dalla legge regionale che imponeva, appunto, tale riduzione.
2. Il numero dei dirigenti non è stato ridotto dal sindaco, ma dal fatto che un dirigente, prima che si insediasse l'attuale amministrazione, è andato via, un altro aveva un contratto a termine ed è rientrato, prima della scadenza del mandato della precedente amministrazione, presso la sede di provenienza, un altro dirigente è andato di recente in pensione ed un altro ancora, assunto da questa Amministrazione, ha preferito presentare dimissioni ed andare via, poiché non era stato messo nelle condizioni di lavorare. Nessun dirigente è stato rimpiazzato non per scelta del sindaco, ma perché il mancato rispetto del patto di stabilità, com'è noto, non consente nuove assunzioni;
3. per quanto riguarda il piano per la raccolta differenziata porta a porta, il sindaco omette di dire che la società Trapani Servizi ha presentato un piano di oltre 14 milioni di euro e l'Amministrazione non ha nemmeno verificato la correttezza del piano, sia in termini tecnici, sia in termini economici, non ha effettuato alcuna verifica di mercato per vedere se i costi potevano essere ridotti, non ha fatto alcun confronto di offerte, accettando, senza alcuna analisi, che sarebbe stata quantomeno doverosa, il piano proposto dalla società. Non ha nemmeno valutato se, in questo momento di grave difficoltà economica, non si potesse ridurre questa insostenibile spesa, chiedendo ai cittadini minori sacrifici;
4. per quanto riguarda il piano particolareggiato per il recupero del centro storico, l'incarico ai professionisti venne dato addirittura dall'amministrazione Buscaino. Subito dopo l'approvazione del piano regolatore generale, con la mia Amministrazione, gli stessi hanno avviato la loro attività, con una serie di incontri con l'allora assessore ai Lavori Pubblici Nicola Messina. Prima dell'approvazione del prg non si potevano definire i programmi di dettaglio, ma forse il sindaco non lo sa. Per quanto riguarda il recupero delle zone periferiche, non so di cosa stia parlando. Si riferisce alla zona franca urbana? Se è così, anche in questo caso il progetto finanziato è stato presentato dalla mia Amministrazione ed il sindaco, ad una mia interrogazione in cui chiedevo che cosa fosse stato fatto per portare avanti l'iter della zfu, mi rispose che non sapeva nemmeno dell'esistenza di tale progetto. Mi fa piacere che almeno ora l'abbia scoperto. Se invece si riferisce al piano per l'edilizia residenziale, vorrei ricordargli che il bando per l'assegnazione delle aree era stato pubblicato e l'iter definito con la graduatoria dalla mia amministrazione e che l'attuale, inspiegabilmente, ha per un anno e mezzo bloccato tutto, non rispondendo nemmeno alle mie reiterate richieste di notizie in merito;
5. infine, sulla solita questione dei conti del Comune dietro il quale il sindaco ha deciso di nascondere la sua incapacità, è forse il caso di spiegargli, per l'ennesima volta, che una cosa è la solidità economica dell'Ente ed un'altra il patto di stabilità e che il Comune di Trapani non ha mai avuto e non ha problemi di disponibilità finanziarie. Soffre, come tutti i Comuni d'Italia, dei tagli dei trasferimenti statali e regionali, ma soffre soprattutto dell'incapacità della sua attuale amministrazione di operare scelte oculate, senza follie pure come l'ipotesi di vendita del Lazzaretto, ma guardando al bilancio senza sacrificare, come sta facendo, i servizi per i cittadini e non lasciando, come sta facendo, una città nel totale abbandono e disinteresse, vanificando il lavoro fatto in questi anni.
Il presidente del consiglio Peppe Bianco ha invece difeso le tesi dell'amministrazione Damiano e ha votato le tariffe Tares come una necessità, imposta dalle norme in materia e soprattutto dalle esigenze di bilancio. Contro Bianco si schierano i consiglieri Francesco Salone (nuova Forza Italia) e dall'indipendente Franco Briale. «Quanto dichiarato dal presidente - hanno detto i due consiglieri - è da considerare a titolo personale» Si poteva mantenere la vecchia Tarsu e affiancargli la maggioranza di 30 centesimi a metro quadrato per dare la quota allo Stato. L'amministrazione Damiano non ha voluto seguire questa strada e ha finito per caricare sui trapanesi l'intero costo del servizio di raccolta dei rifiuti». «Invitiamo il presidente - hanno aggiunto Briale e Salone - a mantenere un ruolo al di sopra delle parti. Il presidente del consiglio non può schierarsi. Deve osservare e rispettare i regolamenti e lo statuto». Tra l'altro, per esempio, il Comune di Paceco ha deciso di non introdurre la Tares e di mantenere la Tarsu.
L'aumento della tassa a Trapani va dal 12 al 145% in più, in relazione al nucleo familiare e alla superficie delle abitazioni. Una decisione molto sofferta, adottata solo ed esclusivamente per il bene della nostra città”. Il consigliere comunale di Trapani, Andrea Vassallo, specifica comunque che “pur nella sua contestata rigorosità, il regolamento del tributo, imposto da una legge nazionale e già approvato dal Consiglio qualche mese addietro, ha previsto meccanismi di esenzione ed abbattimenti per complessivi 260.000 euro che l’amministrazione ha inserito nel bilancio a salvaguardia delle famiglie meno abbienti. La gravità della situazione economica del paese, che ha determinato negli ultimi anni una riduzione progressiva e sempre più cospicua dei trasferimenti di risorse finanziarie sia statali che regionali, impone ai comuni, compreso il nostro, di autofinanziarsi con i tributi comunali come l’I.M.U., l’addizionale comunale I.R.PE.F. ed, appunto, la Tares. Questo – ha aggiunto l’esponente del gruppo dei Socialisti-Riformisti - significa che se i comuni vogliono sopravvivere e continuare ad erogare servizi, è inevitabile che essi debbano innalzare i tributi locali per reperire le risorse loro necessarie”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche le dichiarazioni della consigliera Tiziana Carpitella, perfettamente in linea dunque con il compagno di partito. “È facile puntare il dito - ha sottolineato - contro chi sostiene questa amministrazione, da parte dei consiglieri dell´opposizione. I governi Monti e Letta hanno ridotto i fondi e ora tocca alle amministrazioni risolvere i problemi chiedendo sempre più tasse ai cittadini. I sindaci devono decidere se cancellare i servizi o andare in contro alla bancarotta, spendendo soldi che non hanno, emettendo fatture che non salderanno mai. Ma il 2013 è un anno particolare siamo alla fine di novembre e molti comuni italiani non hanno ancora approvato il bilancio di previsione per l´anno in corso. Non l´hanno fatto – prosegue - perch´ il governo continua a cambiare le regole e a tagliare i fondi, quindi i sindaci non sanno quanti soldi hanno a disposizione e sono costretti a tassare i cittadini per far fronte alle spese. La verità a mio avviso è che i comuni italiani vanno aiutati perchè non riescono più a sopravvivere. Spero – conclude Tiziana Carpitella - che i cittadini possano capire il disagio provato dai consiglieri della maggioranza ad approvare la delibera riguardante la TARES”.