Il coordinatore provinciale di SEL Massimo Candela, lo aveva annunciato al Congresso di domenica scorsa, che in questa Provincia e' arrivato il momento in cui la politica debba assumersi la responsabilita' di fare nomi e cognomi, di analizzare le connessioni, di predisporre risposte atte a sradicare quei sistemi paramafiosi che hanno vessato e affamato la nostra Terra, il momento di fare antimafia seriamente. E non e' passato troppo tra il dire e il fare. Infatti, in data 27 novembre, mentre il Senato si esprime sulla decadenza di un pregiudicato, alla Camera l'on. Claudio Fava insieme all'on. Erasmo Palazzotto entrambi di SEL, presentano un'interrogazione a risposta scritta al Ministero dell'Interno e dell'Economia e Finanze. Oggetto dell'interrogazione, i rapporti "privilegiati" tra Filippo Coppola e la Banca "Senatore Grammatico" di Paceco. Premessa e' l'ordinanza preventiva di sequestro, emessa dal Tribunale di Trapani, sui beni del Coppola, per svariati milioni di euro. Pregressa invece e' la condanna dello stesso, nel 2002, per associazione mafiosa, che lo indicava come uomo di riferimento di Cosa Nostra a Paceco ed in rapporti col boss latitante Matteo Messina Denaro. Nonostante questo curriculum invidiabile, il Coppola ha potuto usufruire in questi anni di numerosi prestiti e mutui bancari per una cifra intorno al mezzo milione di euro, per gran parte concessi dalla Banca di Credito Cooperativo "Senatore Pietro Gramatico" di Paceco.
Domenica scorsa, Candela (SEL) ha tuonato sul come fosse possibile che un istituto di credito abbia potuto continuare, negli anni, ad erogare crediti ad un pregiudicato, quando tanta fatica fa un onesto lavoratore per accendere un mutuo per una casa, o per avviare una piccola impresa.
E questo tuono e' balzato su questa interrogazione in Parlamento. E la domanda ai Ministri competenti e' la medesima: com'e' possibile che non ci siano forme di controllo da parte dello Stato per un pregiudicato, mentre si fanno le pulci ad un impiegato? Cosa puo' e cosa deve fare la politica per porre fine a questi scandali, che impoveriscono moralmente ma anche materialmente il nostro territorio, il nostro Paese? Avere il coraggio della denuncia, di aprire discussioni di merito sui problemi e sui fatti di cronaca, avvalersi senza se e senza ma degli strumenti amministrativi. A questo serve la presenza politica sui territori: acquisire un problema, analizzarla, proporre delle soluzioni e sbatterle sui tavoli competenti. E non abbandonare la discussione.
Ed una discussione importante, che parla di mafia e antimafia, di criminalita' collusa con istituzioni a vario titolo che si intreccia con l'economia; che parla di quella Cosa Nostra che diventa Cosa Grigia, che prende a colpi di lupara non piu' un uomo ma la sussistenza di un territorio, ecco quella discussione e' rimbalzata dalla piccola Paceco alle aule del Parlamento. Lo avevano detto, lo hanno fatto. Ai Ministri l'ardua risposta.
Ecco il testo dell'interrogazione
Al Ministro dell’interno
e al ministro dell’Economia e Finanze
Per sapere, premesso che:
nelle scorse settimane i carabinieri del comando provinciale di Trapani hanno eseguito una ordinanza preventiva di sequestro, emessa dal Tribunale di Trapani, ai danni di Filippo Coppola per otto immobili (tra i quali 8 tra appartamenti e magazzini e 32 terreni agricoli), un’impresa agricola, ventidue tra conti correnti, libretti bancari e postali, buoni fruttiferi e trentadue terreni per un valore complessivo di svariati milioni di euro;
il Coppola, già condannato nel 2002 per associazione a delinquere di stampo mafioso, risulta essere, in base alle indagini della DIA, uno degli uomini di riferimento di Cosa Nostra a Paceco;
risulterebbero provati i rapporti tra Filippo Coppola e il boss latitante Matteo Messina Denaro, al quale il Coppola avrebbe fornito in più occasioni ospitalità durante la sua latitanza;
nei confronti del Coppola è stata proposta altresì la misura della sorveglianza speciale;
dal rapporto dei carabinieri risulterebbe che il Coppola avrebbe usufruito negli anni di numerosi prestiti e mutui bancari per una cifra non inferiore al mezzo milione di euro;
la maggior parte di queste somme sono state erogate dalla Banca di Credito Cooperativo “Senatore Pietro Grammatico” di Paceco;
i risaputi legami del Coppola con Cosa Nostra a Paceco risalgono agli anni settanta e il suo primo arresto per associazione di stampo mafioso risale al 1996;
ci si chiede come sia possibile che un istituto di credito abbia continuato negli anni a erogare prestiti e ad accendere mutui in favore di un noto pregiudicato per fatti di mafia e delle attività economiche a lui riferibili, direttamente o per via familiare: -
quali provvedimenti intendano assumere nei confronti della Banca di Credito Cooperativo “Senatore Pietro Grammatico” di Paceco;
quali iniziative intendano assumere i Ministri in indirizzo, ciascuno per propria competenza in merito.
On. Claudio Fava
On. Erasmo Palazzotto