Uno dei problemi principali dell’Italia che a valle crea disoccupazione e recessione economica è l’enorme debito pubblico rispetto al prodotto interno lordo.
Nonostante i tanti sacrifici richiesti agli italiani il debito pubblico degli ultimi 20 anni rispetto al Prodotto interno lordo (Il reddito del paese Italia) è passato dal 100 al 133 %.
Prima di allora il debito pubblico era contenuto sotto il 100% e comunque il prodotto interno lordo era in crescita anno per anno.
Sulle cause che hanno determinato questa situazione potremmo parlare tanto ma alla fine scopriremmo comunque che tale situazione è il frutto di scelte politiche sbagliate e di un consociativismo perverso tra classe politica ed elettori, tra classe politica e sindacati, tra mala politica e disonestà diffusa.
In ogni caso a pagarne le spese sono oggi i nostri figli e le generazioni future. La disoccupazione giovanile italiana ha superato il 40% mentre la recessione e le difficoltà finanziarie aggravano sempre più l’economia del paese. La pressione fiscale è diventata intollerabile e la revisione della spesa pubblica resta solo un’enunciazione così come le riforme istituzionali.
Insomma nonostante il governo delle larghe intese assistiamo ad un’azione politica tentennante, poco incisiva e comunque incapace.
I tanti sacrifici richiesti agli italiani non riescono a risolvere la crisi; è come se ad un malato di polmonite invece di prescrivere una decisa cura di antibiotici si tenta di curare la malattia con dei pannolini caldi. Si può solo allungare l’agonia aspettando una morte sicura.
I grandi economisti, tra cui ricordiamo Keynes, ci hanno insegnato che dalla crisi si esce solo con una seria e oculata politica di investimenti che rilanciando il prodotto interno lordo può far ripartire la locomotiva.
Ma con un debito pubblico così elevato è impossibile effettuare investimenti!
Allora bisogna aver il coraggio di adottare una seria e risolutiva cura per ridurre drasticamente il debito pubblico per liberare risorse finanziarie da destinare allo sviluppo.
In una comunità che è in difficoltà sono le classi più ricche che debbono dare di più; in una comunità che rischia il collasso e di perdere la ricchezza di giovani laureati capaci e intraprendenti sono i genitori più ricchi che debbono realizzare un patto con le generazioni future.
In questa logica Nuova Iniziativa Popolare propone ai parlamentari Italiani di adottare cinque provvedimenti finalizzati a curare definitivamente la malattia e liberare le risorse oggi destinate al pagamento degli interessi sul debito pubblico a favore di una seria politica di investimenti e di sviluppo.
Le soluzioni proposte sono:
1) Vendita o valorizzazione del patrimonio immobiliare italiano;
2) Imposta patrimoniale straordinaria e una tantum per i redditi superiori a 100.00,00 Euro;
3) Taglio di tutte le pensioni superiori a € 2.000,00 non collegate ad un corrispondente montante contributivo (si ha diritto a ricevere solo ciò che si è versato);
4) Immediata revisione della spesa pubblica partendo dalla riduzione dei deputati, dei senatori e di tutte le rappresentanze amministrative a qualunque livello (regioni e comuni);
5) Ampliamento delle competenze della Corte dei Conti con un maggiore controllo sulle responsabilità patrimoniali di chi amministra la Res Pubblica ed una più celere azione di responsabilità.
Certamente a queste soluzioni proposte per ridurre il debito pubblico bisogna aggiungere una più efficiente ed efficace azione legislativa che operi esclusivamente nell’interesse del Popolo italiano.
Campobello di Mazara, lì 02/12/2013
Il Presidente di NIP
(Dott. Sebastiano Luppino)