Via libera in serata dall'Assemblea regionale siciliana il cuore del ddl sulla spending review. Si tratta della riscrittura dell'art. 2.9 avvenuta nelle ultime ore e che, dopo una giornata di serrati confronti nella maggioranza, prevede la stabilizzazione del tetto massimo per lo stipendio dei parlamentari a 11.100 euro lordi in luogo degli attuali 16.000. L'indennita' e la diaria spettante ai deputati subira' la variazione dell'indice Istat del costo della vita. Il parlamento individuera' le cariche interne a cui spettera' un indennita' di funzione nei limiti di 2.700 euro lordi mensili. Al presidente della Regione e a quello dell'Ars spettera' un'indennita' mensile lorda equivalente: "Cosi' sapremo quanto guadagna il presidente della Regione", ha chiosato il numero uno dell'Assemblea Giovanni Ardizzone che si e' speso molto per il recepimento dello spirito delle previsioni del decreto Monti. Il testo di legge ha subito un'accelerazione con la rapida approvazione dei successivi articoli. Ai parlamentari regionali nominati assessori e' attribuita un indennita' aggiuntiva per la carica di assessore pari all'indennita' di funzione che spetta al presidente di commissione legislativa permanente dell'Ars. Agli assessori regionali che non siano deputati spetta un trattamento economico omnicomprensivo di 11.100 euro lordi. Bocciati gli emendamenti del M5S che proponeva la riduzione delle indennita' da 11.100 a 8.500 euro e del Pd. Per il presidente dell'Ars si e' cosi' adottata una linea di rigore che introduce i criteri del decreto Monti. Non e' cosi' secondo il Pd e il M5S che si sono opposti all'emendamento perche' non prevede espressamente l'applicazione del decreto Monti, ma solo l'adeguamento. La questione che separa i due schieramenti e' se fare riferimento o meno al decreto 174, la legge Monti, cosa che farebbe perdere di autonomia l'Ars, adeguandola ad un qualsiasi consiglio regionale. In ogni caso gli importi, commenta Ardizzone, "non si discostano dal decreto Monti e dalle altre regioni".