Il capo di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro, "ha ben motivo di dolersi dell'attività della procura di Trapani" soprattutto per l'ingente mole di sequestri e confische dei beni della mafia, e "ne abbiamo alcune risultanze". Lo ha affermato il procuratore generale della Corte di appello di Palermo, Roberto Scarpinato, durante l'audizione alla commissione Antimafia, invitato a parlare delle recenti minacce ai magistrati di Trapani insieme al procuratore del Tribunale di Trapani, Marcello Viola, al sostituto trapanese Andrea Tarondo e al presidente della sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Trapani, Piero Grillo. Scarpinato, dopo aver ricordato che gli uffici giudiziari di Palermo hanno delegato quelli trapanesi per l'aggressione del 'lato economico' di Cosa Nostra, ha sottolineato il "ruolo molto incisivo" finora svolto dai magistrati trapanesi, imputando ai loro successi in sequestri e confische i motivi principali dell'irritazione mafiosa, e in particolare di quella di Messina Denaro, e dunque delle minacce e degli avvertimenti che arrivano di continuo ai vari magistrati sul fronte.